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Quelle strade erano blu, sapevano di umidità e scompiglio, nonostante non ci fosse un'ombra di traffico. San aveva le mani che gli sudavano e il cuore che gli batteva forte, non sapeva cosa fare. Il ragazzo al suo fianco aveva gli occhi chiusi, il viso leggermente imbronciato, cosa che lo fece sorridere.

«Quindi..Vuoi tornare a casa mia?»

Chiese di nuovo, in modo da capire se fosse solo un capriccio o se la faccenda fosse seria. Il ragazzo mugolò in risposta, cosa che confermò ciò che aveva chiesto.

«Non voglio stare da solo, tutti mi lasciano sempre da solo» Si lamentò. «Mi piace, ma ho anche paura»

Era ancora brillo, ma sapeva che ciò che stava sentendo fosse vero. Allungò una mano dallo sterzo alla sua spalla, e al retro del suo collo.

«Non sei solo, anche se non lo sai ti guardo sempre.»

Passarono alcuni secondi di silenzio, e Wooyoung sorrise. «Anch'io ti guardo sempre. A volte mi fa male qui.» Portò la mano al petto, sorridendo ancora.

Non era un dolore brutto, ma piacevole. Come se gli facessero il solletico allo stomaco, ma San rimase senza parole. Cosa avrebbe dovuto fare, dirglielo una volta sobrio?

Parcheggiò la macchina davanti casa sua ancora con la testa piena di pensieri e aprì la portiera al ragazzo a cui girava un po' la testa.

Cercarono di fare in silenzio, non sapendo chi avesse afferrato la mano dell'altro, ed iniziarono a ridere per la situazione. Salendo con le punte dei loro piedi alle 5 del mattino, ancora con le orecchie fischianti dalla forte musica.

Una volta in camera San aprì l'armadio e decise cosa dare al ragazzo come pigiama, scegliendo semplicemente una tuta delle sue. Cercò di aiutarlo quanto bastasse per poterlo far stare in piedi, chiamandolo a volte quando barcollava un po' troppo.

Quei momenti furono impressi nella sua memoria, anche la risata dell'altro che si appoggiava a lui per non cadere lo rendeva felice, felice di aver fatto le scelte che lo avevano portato fino a quel momento.

«Non guardare, sto cambiando i pantaloni»
Lo rimproverò Wooyoung, facendo ridere il moro davanti a sé che gli faceva da appoggio.

Arrivarono in qualche modo a dover dormire. San aveva aperto un futon in cui stare per lasciare il letto al biondo, e ci si mise dopo essersi assicurato che le coperte coprissero tutto il corpo di quest'ultimo. Spense così la luce, mormorando un "Buonanotte". Ma Wooyoung aveva gli occhi aperti sul soffitto, guardando la luna lasciare posto al sole.

«Il sole e la luna secondo te si amano?»

«Potrebbe essere»

«Ma non potrebbero»

«Vero. Ma vedi, anche quando c'è il sole, la luna comunque veglia su di lui.»

Quelle parole svanirono nell'alba, lasciarono posto al silenzio che durò fino a tarda mattinata. Il primo ad aprire gli occhi fu San, che si trovò in uno spazio più piccolo rispetto a quello del suo futon. Fu così che vide Wooyoung al suo fianco, girato sul lato, nelle braccia di Morfeo.

La cosa lo fece sorridere, non aveva sentito i suoi passi e movimenti durante la notte. Allungò, leggermente impaurito, la mano per metterla tra i suoi capelli, ritirandola subito quando incontrò i suoi occhi stanchi.

«Buongiorno» Accennò con un'espressione un po' divertita.

«Che ci faccio a casa tua?..» Chiese un po' confuso Wooyoung, passando le mani sugli occhi stanchi. «Che mal di testa»

«Me l'hai chiesto tu ieri sera..non sono riuscito a dirti di no» Rispose, guardandolo

Un sorriso si fece sul viso del biondo. «Davvero? Scusami per il disturbo.»

«Ma che disturbo, è stato divertente litigare con te mentre provavi a mettere il pigiama.»

«Almeno ho un pigiama alla moda»

Risero entrambi, più vicini del solito, le guance leggermente arrossate e i corpi caldi. Per un attimo ci fu silenzio, San non riusciva a togliere lo sguardo da quello dell'altro, che però venne interrotto da un bussare contro la porta della stanza.
Wooyoung si portò seduto, si sentì forse in dovere di non far pensare alla madre del ragazzo cose brutte.

«San svegliati che tra poco si pranza...Abbiamo un ospite? Scusami, non ne avevo idea!»

«Salve signora Choi sono Wooyoung, scusatemi il disturbo...ho avuto un problema improvviso e ho chiesto a San di ospitarmi per la notte. Andrò via tra poco.» Accennò un piccolo inchino col capo per rispetto, ma San ridacchiò e gli alzò il viso con un gesto della mano.

«Wooyoung hai detto? Non preoccuparti resta per pranzo almeno, è quasi ora. Non essere così formale con me, casa nostra è aperta a chi vuole rimanerci con gentilezza» Sorrise la gentile signora, lasciando un senso di calore nel petto del ragazzo, che fu accolto così felicemente.

«Hai visto? sei obbligato a rimanere qui» Disse San, ancora steso nel suo futon. «e volevi andare anche via»

«Dai dammi qualcosa con cui asciugarmi che faccio una doccia.» Rise, prendendo un cuscino e lanciandolo addosso al ragazzo ancora steso.

La casa di San era così accogliente e calda che gli veniva voglia di rimanere sempre lì, non aveva proprio nulla a che vedere rispetto a quella in cui viveva lui. Fredda, silenziosa, spoglia e vuota.

Si fece circondare dal piacevole vapore dell'acqua calda e successivamente dalla morbida asciugamano datagli. Pian piano si asciugò, vestendosi e aspettando che San facesse lo stesso.

Il pranzo fu più abbondante di ciò che mangiava Wooyoung di solito, e la madre del ragazzo fu felice di vederli felici a chiacchierare e a riempire lo stomaco.

«Quindi? come vi siete conosciuti?» Domandò.

« A scuola di danza » Risposero all'unisono, involontariamente.

«Io gli ho chiesto se volesse fare amicizia con me e Mingi, e lui ha deciso di raggiungerci.» Spiegò meglio San.

La conversazione andò avanti ancora per un po', finché il biondo non decise di dover andare via a malincuore.

«Ci vediamo stasera alle prove, dopo le lezioni?»

«Certo.»

- The Only One - WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora