capitolo4 ambra

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"rega la fila non finisce più possiamo andarcene" Simo continuava a lamemtarsi e come dargli torto ma tutti compreso lui volevamo entrare in un dei locali più degradati della città
"smettila di rompere il cazzo Simo siamo quasi all'entrata" Giu sta sera era una figa, portava i capelli biondi sciolti lungo le spalle, lisci perfetti, che facevano da cornice al suo viso angelico che avrebbe ammaliato chiunque, molti ragazzi la definivano una barbie e come dargli torto, era dotata di tantissima bellezza.
"te l'avevo detto cazzo! rega siamo dentro" era euforica e con lei mi diressi verso la pista gremita di gente, iniziammo a ballare l'una sull'altra, lei giocherellava con lo spallaccino del mio vestito viola, decisamente troppo corto che si  intereompeva sulla coscia e lasciava spazio a file di brillantini che si muovevano con me, avevo i capelli neri, sopra in seno forse rovinati dalla piastra che passavo troppo spesso ma quella sera non mi importava.
due ragazzi si avvicinarono e iniziarono a ballare con noi, la cosa non ci disturbó e continuammo a stare con loro fino ad un ora imprecisata quando, stanche fatte e ubriache andammo con loro verso casa nostra.
le luci erano spente e il condominio silenzioso, i ragazzi non erano ancora tornati,ne fui felice e dopo un'ultima canna nel soggiorno ci dividemmo nelle camere.
lui entró prima di me, era alto,atletico e i suoi occhi sembravano miele, il suo sguardo era tagliente e portava un pircing sulle labbra non eccessivamente carnose.
ammirai la sua bellezza mentre in piedi davanti a lui mi spogliavo senza lasciar spazio all'immaginazione. il ragazzo della quale, perdonatemi, non ricordo il nome si alzó davanti a me e appoggió il braccio alla porta, sovrastandomi, intanto semtimmo entrambi Giu e il suo amico nella stanza accanto che si davano da fare, così lui si spostó una ciocca di capelli biondi dal viso e mise le dita nelle mie mutandine.
inizió ad andare su e giù fino a trovare il ritmo giusto , provavo piacere ma la mia mente continuava ad immaginarsi Etto davanti a me , cercai di sbarazzarmi di quel pensiero baciandolo passionalmente, lui mi giró verso la porta e mi prese i capelli, inizió a sbattermi alla porta con forza poi poggió una mano sul mio sesso,riprese a stimolarmi e dopo svariati minuti passati a gemere entrambi arrivammo al culmine.

La mattina mi svegliai con solo il lenzuolo addosso, il ragazzo della sera prima non c'era più e fu un sollievo per me così andai in salotto dove tutti gli altri erano già svegli.
Appena varcato la porta Giu mi guardó con un'espressione preoccupata poi il mio sguardo rimbalzó su Simo che fissava Andre e infine vidi Etto.
Aveva un livido violaceo sotto l'occhio e le nocche totalmente insanguinate, in più aveva un ematoma sulle costole. Stava fumando e fissava un punto imprecisato del pavimento. Mi precipitai verso di lui e chiesi spiegazioni, lui evitó il mio sguardo e mi liquidó con una smorfia,
uno ad uno i nostri amici uscirono evidentemente per lasciarci soli.
"ti sei divertita sta notte"una voce baritonale uscì dalle sue labbra e con lo sguardo ancora fisso sul pavimento ispiró rumorosamente dalle narici
"che cazzo significa" mantenni la calma e accesi un mozzicone di sigaretta abbandonato sul tavolo
"che vuol dire che cazzo significa, ti ho chiesto se ti sei divertita sta notte" la sua voce emanava virilità e il suo odore mi avvolse completamente
"non mi risulta che siano cazzi tuoi Ettore"
"bhe spero che tu abbia fatto divertire il tuo uomo perchè stamattina per me è stato uno spasso distruggerli il setto nasale"
sobbalzai,non pensavo che il mio sesso e le sue nocche fossero collegati
"che cazzo hai fatto Ettore"  iniziai  camminare per la stanza
"Ettore cazzo mi sembrava chiaro che con "non voglio una relazione con te" intendessi che sia io che te potessimo scoparci chi vogliamo senza che l'altro lo menasse"
"non abbiamo mai parlato esplicitamente della nostra situaizone cazzo non hai mai voluto farlo"
"lo sai che non voglio la relazione perfetta con i sentimenti perfetti dove facciamo smancerie davanti a tutti cazzo"
"ma davvero per te quello che condividiamo è solo sesso cazzo? sappiamo entrambi che non è così, lo vedo da come mi guardi quando siamo con gli altri, da come mi baci prima di venire che per te come per me non è solo sesso"
aveva ragione, non so descrivere cosa fosse ma aveva pienamente ragione, io e lui avevamo una chimica che non avevo avuto con nessun altro prima e ultimamente il nostro legame si stava rafforzando
asprai l'ultima nuvola di fumo dal mozzocone, deglutii a vuoto e poi spensi la sigaretta sul posacenere
fissai i suoi occhi arrabbiati  e il suo viso storpiato dal livido violaceo il labbro gonfio lo rendeva ancora più bello se possibile e la rabbia negli occhi accese in me ció che solo lui accendeva
"non mi va di parlarne adesso, sappi che tra noi è solo una scopamicizia, le altre facce del nostro rapporto sono sentimenti puramente da amici questo è tutto, prendere o lasciare" la domanda era retorica e come immaginavo non ottenni risposta, così mi alzai e feci per andarmene ma Etto mi bloccó per i fianchi, immediatamente fui pervasa dal suo profumo e ogni parte del mio corpo si accese. lo desideravo, lo desideravo come non mai.
"come ti ha scopata quel bastardo ieri notte bimba"sussurró mentre giocherellava con il lobo del mio orecchio con la lingua, non voleva una risposta così feci un mugolio quando inizió a mordicchiarmi il lobo
"allora non vuoi dirmelo stronzetta" sapeva di avere il potere su di me in quel momento
"spogliati"
mi spostai da lui e obbedii, mi tolsi ogni indumento e diffidente mi avvicinai a lui.
Etto mi scaraventó sul divano e tolse i pantaloncini restando con solo i boxer, in quel momento stavo venerando la sua bellezza enigmatica, venne verso di me e mi mise a 90 sul divano, mi bloccó i polsi con una mano e con l'altra mi stimoló sull'interno coscia. lo volevo dentro di me, ero fradicia e lo sapeva, voleva farmela pagare e iniziò a toccarmi i capezzoli.
mi tremavano le gambe, volevo che mi penetrasse ma continuava a strusciare la sua erezione contro il mio sesso bagnato fradicio, d'un tratto mi piantó uno schiaffo sul culo e io gemetti per il piacere così dopo avermi stuzzicato ancora un pó si caló i boxer e mi penetró come non aveva mai fatto prima d'ora, gemetti per il piacere e alimentai il suo orgoglio, continuó a penetrarmi violentemente, intanto mi teneva i capelli e stimolva i capezzoli con l'altra mano, di tanto in tanto mi tirava uno schiaffo sul culo che si arrossava sempre di più.
improvvisamente tolse da me il suo membro mi prese e mi mise a cavalcioni su di lui, io iniziai a muovermi avanti e indietro e fissavo ammaliata i suoi occhi pieni di rabbia e malizia
"Etto sto.." riuscii a dire provando a tirare aria nei polmoni
"inginocchiati" non riuscivo a smettere di farmi penetrare, ero vicino all'orgasmo e non ragionavo lucidamente così lui mi alzó e mi fece inginocchiare, era crudele ma sapevo di meritarlo. mi inginocchiai davanti a lui e iniziai a succhiarglielo toccando i suoi tasti dolenti e così un liquido salato di invase la bocca in pochi minuti.
dopo aver ingoiato tutto feci per alzarmi ma lui mi prese mi rimise sul divano, sta volta distesa, mi sovrastó con il suo corpo e inizió a giocherellare con i capezzoli, poi scese sul ventre e infine arrivó al mio sesso, ero bagnata fradicia, ormai vicina all'orgasmo che mi era stato negato poco prima così, guardandomi negli occhi passó la lingua su di me e poi inzió a penetrarmi con le dita mentre con la lingua mi stimolava il clitoride, dopo pochi minuti iniziai a tremare, a premere la testa di Etto su di me, gemetti più e più volte, mi si intorpidirono i muscoli intorno alle dita di Etto che cercai di trattenere con successo,serrai i denti e sbarrai gli occhi. venni sulla mano di Etto e,quando riaprii gli occhi vidi delle piccole chiazze colorate, poi vidi lui con la solita faccia da bastardo che tiró fuori le dita e se le leccó pulendole dal mio orgasmo.

la sera contro la volontà di Giù e Andre che volevano uscire restammo a casa, convivendo come ai vecchi tempi, ci posizionammo seduti ai piedi del divano, Giu tra Andre e Simo, io tra Simo e Etto. l'ultimo si accese una sigaretta e si appoggió ai piedi del divano, aveva un fascino da togliore il fiato, si accorse che avevo lo sguardo puntato su di lui e mi sorrise, era malizioso ma sincero, sembrava un bambino cresciuto troppo in fretta, aveva l'innocenza nelle pupille, le stesse pupille che si dilatavano dentro le iridi verdi penetranti quando mi fotteva e liberava l'Ettore cresciuto in un quartiere di merda con gente di merda in una casa di merda
stavo per fare un sorso dalla bottiglia di alcolici mescolati che Andre definiva "senza etichetta" quando lo squillare del mio cellulare irruppe nella stanza

pensavo non fumassi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora