capitolo9 Ettore

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Era proprio davanti a me, gli occhi pumblei fissavano il mio torace fin troppo magro ed in particolare la catenella che portavo al collo, sembrava particolarmente insteressata a quella specie di collanina tanto che ci giocherellava ogni volta che ne aveva l'occasione, avevo voglia di fotterla ancora e ancora nonostante fosse accaduto circa mezz'ora prima; la partita di poker continuava spedita e come da copione Andre stava vincendo a mani basse mentre blaterava qualcosa sulle tette della barbie, ma la mia testa era concentrata altrove e sembrava che Am se ne fosse accorta dato che non faceva altro che inumidirsi il labbro inferiore con la lingua.
"fottiti, ha vinto di nuovo" esclamó Simo indicando Andre che intanto accendeva la sua ennesima sigaretta, io decisi di fare lo stesso con la differenza che mi spostai sul divano per indirizzare la mente lontano da Ambra ed in particolare dal sesso ma lei decise di posizionarsi con la testa sulle mie coscie rivolgendomi un sorriso particolarmente innocente, posai una mano sulle sue braccia incrociate sotto il petto e continuai a fumare mentre Andre spostó la sedia verso di noi e Simo si allontanó per chiamare Giù.
"ma sapete se tra Giù e Simo è ufficiale?"
"Giù mi ha accennato qualcosa ma non so quanto abbia voglia di rinchiudersi in una relazione" affermó Ambra
"penso che Giù abbia molta voglia di "rinchiudersi" in una relazione sai" esclamai invece io; Andre scoppió in una risata ricordando il passato e Ambra restó in silenzio perplessa.
Circa un anno prima quando ancora io non uscivo con tutto il gruppo di Am bensì solo con Andre ebbi una mezza storia con Giù che finì particolarmente male dato che a me era bastata scoparmela una volta per capire che non fosse il mio tipo di donna mentre lei voleva qualcosa in più da me che parlando la ligua di Am significava "rinchiudersi in una relazione"
il trillare del campanello mi distolse dai pensieri e vidi entrare dalla mia porta la barbie di simo seguita da una ragazza particolemente interessante, portava i capelli rossi raccolti in una coda alta, aveva lineamenti intensi e femminili ed indossava dei jeans a vita bassa con una specie di top grigio che lasciava poco all'immaginazione; Am appena entrarono le ragazze si alzó per salutare la barbie e presentarsi alla roscia che giró lo sguardo verso di me squadrandomi con presunta approvazione;
"piacere Elena"
"Ettore" mi limitai a dire ignorando la sua mano pronta a stringere la mia; Am si riposizionó sul divano di fianco a me e la roscia proprio davanti a noi su una sedia, la barbie si posizionó sulle gambe di Andre in poltrona e Simo rimase al tavolo con la sua birra in mano. Am continuava a muoversi e cambiare posizione, segnale che qualcosa la stesse turbando e in particolare mi venne in mente l'arrivo di sua madre in città ma preferii lasciare le indagini a quando saremmo rimasti soli facendo un piacere anche a lei.
La serata continuó normalmente e decidemmo di rimanere tutti a cena e perfino a dormire da me, nel frattempo si unì anche Giù che come sempre arrivó con alcolici pesanti ed un pó d'erba regalata da uno con cui stava uscendo e di cui Simo a quanto mi aveva detto Am non sapeva nulla.
"non posso non proporre qualche gioco a sfondo sessuale, facciamo capire alla nuova arrivata chi siamo" Andre come sempre propose un giochetto da ragazzino arrapato e la "nuova arrivata" non sembrava affatto turbata dalla proposta, anzi.
"Giù togli la maglia e resta in reggiseno o tanto meglio nuda fino a domattina" Giù tolse la maglia rivelando il reggiseno che tenne indosso per non farsi mangiare da Andre
"Andre succhia il lobo dell'orecchio ad Am"
lui andó verso Ambra con un mezzo sorriso da stronzo ed eseguì l'obbligo; sapevo che tra loro c'era stato più di qualcosa in passato ma nessuno ci teneva mai ad approfondire
"ok fatto, allora Elena strusciati in maniera sensuale su Simo" eseguito l'obbligo toccava ad Elena, non volevo che arrivasse il mio turno volevo soltanto parlare con Am di cosa la affliggesse ed andarmene da questa massa di idioti ma le parole di Elena mi riportarono col culo sul divano
"vediamo...obbligo Ettore a baciarmi"
non mi sarei fatto alcun problema a rifiutare ma la nuova arrivata sembrava molto interessata alle mie labbra perció feci ció che mi riesce meglio, provocai la rabbia di Ambra.
Elena si avvicinò a me e come per voler dare spettacolo si posizionó a cavalcioni sulle mie gambe, spinse il bacino contro il mio in cerca del mio membro che peró non ebbe alcuna reazione al suo tocco e mi bació avidamente le labbra; era un bacio passionale e carnale, sembrava più esperta di quello che era ma il sapore dolce delle sue labbra morbide non mi dispiaceva affatto e concentrandomi sul suo odore le posizionai una mano sul culo e lo strinsi tanto da far rimanere le la forma arrossata delle mie dita sulla pelle per farle ricordare di me quando si sarebbe tolta i pantaloni la sera a casa da sola, il bacio era durato anche troppo per i miei gusti e avevamo dato abbastanza spettacolo cosí mi spostai da lei e le feci cenno di scendere con il mento, lei non oppose resistenza e tornó al suo posto.

Era finalmente arrivato il momento in cui io sarei stato in una stanza solo con Ambra, lei mi seguì appena mi alzai dal divano e notaii lo sguardo di Elena che fulminava Ambra ad ogni passo ma come sempre la mia chicca era molto superiore alle altre e non le donó neanche un briciolo della sua attenzione, che una volta arrivati in camera rivolse totalmente a me
"ti sei divertito"
"se è una domanda no, non vedevo l'ora di stare qua con te e se era un'affermazione ti sbagli chicca"
"ho notato come ti pesava frullarti la roscia"
"ma noi non eravamo scopamici?"
Ambra fece un attimo di silenzio e riprese
"hai fatto andare in ospedale l'ultimo ragazzo con cui sono andata quindi non pensavo che tu potessi fare ció che volevi ed io no"
"è stato l'ultimo ragazzo con cui sei andata?"
"non è questo il punto"
"puoi fare ció che vuoi ma non davanti a me o nella camera accanto alla mia, per il resto per quanto mi riguarda hai piena libertà di fare ció che vuoi"
riprese fiato per parlare ma io riuscivo a concentrarmi solo sull'alone dei capezzoli che si intravedeva dalla maglia semitrasparente così mi avvicinai ed egoisticamente la baciai solo per soddisfare le mie voglie e senza pensare che stavamo affrontando un discorso importante in un certo senso; da come Ambra ricambió il bacio capii che anche lei si era stancata di blaterare chiacchere che sarebbero svanite nel tempo di un se o un ma.
Le raccolsi i capelli attorno alla mia mano e li strattonai leggermente per farle inclinare la testa e permettere alla mia bocca di farsi strada sul suo collo, le lasciai la pelle umida e arrossata sotto l'orecchio e le stuzzicai il lobo con la lingua;
scesi verso il ventre e tolsi la maglietta per poi rivelare il seno e stuzzicarne l'aureola con la lingua, i capezzoli erano turgidi ed umidi dei miei baci così scesi ancora sul ventre e tolsi i pantaloncini; non portava l'intimo ovviamente.
iniziai a stimolarla con le dita e lei per tutta risposta spingeva la mia testa contro di lei gemendo sempre più forte
"cosa hai fatto oggi Am" le chiesi consapevole che non sarebbe riuscita a parlare
"io.."
ad ogni parola spingevo le mie dita più forte dentro di lei creando cerchi concentrici con la lingua sul clitoride
"son..sono an.."
mi eccitava avere questo potere su di lei; spinsi dentro di lei le dita per l'ultima volta e consapevole che stesse arrivando al culmine le mossi più lentamente e continuai a stimolarla sul clitoride fino a che la sentii stringersi attorno alle mie dita con spasmi muscolari continui fino a che non riaprì gli occhi e io mi posizionai accanto a lei sul letto.
"non possiamo risolvere sempre così"
"bhe sembra che ci riesca bene"
"non ti capisco proprio, all'inizio sembrava che tu volessi una relazione adesso invece sembra che non ti importi di nient'altro che te stesso"
tastai il comodino alla ceca e trovai il pacchetto di sigarette, ne portai una alla bocca e la accesi
"io volevo qualcosa che tu non volevi, mi sono rassegnato al fatto che volevamo cose diverse e adesso invece vogliamo la stessa cosa almeno credo"
non rispose ma poggió le sue labbra sulla mia spalla e mi guardó come se non mi avesse mai visto davvero prima, non parlammo più ma continuammo a guardarci come se volessimo dirci così tante cose da non sapere da quale iniziare e forse era proprio così, parlavamo attraverso il sesso perchè era la nostra lingua, nessuno ci aveva mai insegnato a parlare, ad esprimere ció che provavamo a parole, ce lo avevano insegnato attraverso quel silenzio assordante dopo una delusione, attraverso le botte e le urla, attraverso la solitudine e perchè no, attraverso gli sguardi.

pensavo non fumassi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora