Quella mattina era iniziata abbastanza drasticamente: la mia sveglia non era suonata e mio padre non mi aveva nemmeno svegliato per avvisarmi che sarebbe andato al lavoro.
Io avrei iniziato il mio turno da segretaria nell'azienda la settimana prossima, però ero comunque curiosa di vedere sia lo studio di mio padre che tutto il resto.
Con gli occhi ancora assonnati e truccati dal giorno prima, guardo verso la sveglia e vedo che sono già le 11:00 del mattino; cavolo ho dormito davvero un sacco.
Mi alzo dal letto a fatica e appena apro le notifiche del mio cellulare vedo un messaggio di mio padre: Ciao tesoro, scusami ma mi sono dimenticato di svegliarti, ci vediamo stasera!
Non sono arrabbiata con mio padre, so che per lui ricominciare adesso è molto frenetico e ha molte cose a cui pensare.
Ieri sera sono rimasta sveglia fino a tardi per stare in videochiamata con mio fratello: abbiamo parlato di tutto, lui mi ha raccontato che ha chiesto un appuntamento al suo compagno di stanza e domani sera andranno a cena in uno dei ristoranti più belli della zona; sono così contenta per lui.
Per fortuna non è saltato fuori l'argomento mamma, dato che ormai entrambi siamo stufi di parlare di una persona che ci ha praticamente abbandonato a noi stessi e che ha lasciato tutto il lavoro sporco a papà.
Esco dalla mia camera con ancora un leggero ma di testa e mi dirigo verso la cucina per fare colazione.
Controllo il mio profilo Instagram e vedo che mia zia ha commentato la foto che ho postato ieri appena arrivata in città.
Una volta finito di fare colazione, torno in camera mia e mi vesto; voglio uscire per pranzo, magari trovare un locale carino e mangiare lì.
Mentre cammino per le strade di Brooklyn non posso fare a meno di notare tutte le persone che camminano senza nemmeno guardare dove potrebbero andare a sbattere, sembra che conoscano a memoria il tragitto che devono percorrere e noto che la maggior parte di loro ha la testa immersa nello smartphone.
Ad un certo punto, all'angolo di una strada trovo una tavola calda poco affollata, così decido di entrarci.
Dopo essermi seduta e aver ordinato un doppio cheeseburger, mi limito ad ascoltare un po' di musica con le cuffie.
Quando arriva il mio panino lo inizio a divorare e ad un certo punto noto un gruppo di ragazze dall'altra parte della sala che mi fissano; una di loro si alza, viene verso di me e mi si siede proprio di fronte.
'Ciao, tu devi essere nuova da queste parti, non ti ho mai visto prima d'ora' mi dice con una voce abbastanza stridula, già non la sopporto.
Deciso comunque di essere gentile, d'altronde non la conosco: 'Si mi sono appena trasferita'
'È da dove vieni esattamente?' mi sta facendo un po' troppe domande, ma decido comunque di reagire alla tentazione di alzarmi e andarmene.
'Vengo dall'Ohio, in una piccola cittadina chiamata Perrysburg'
'Oh wow, deve essere davvero bello lì' mi dice come se io le avessi appena detto che vengo da un altro pianeta.
'Si era tutto abbastanza tranquillo' le rispondo, sperando che se ne vada al più presto e mi lasci finire di mangiare in pace.
'Senti, stasera se vuoi un nostro compagno di università organizza una festa a casa sua, se vuoi puoi venire anche tu, dato che dal tuo aspetto non mi sembra tu abbia qualcosa da fare stasera; e nemmeno tutte le sere che verranno'
Simpatica la ragazza; il mio istinto non sbaglia mai quando sente di trovarsi davanti ad una perfetta idiota.
Decido di tagliare corto e di rifiutare la sua offerta, dato che stasera non mi va proprio di andare ad una festa piena di sconosciuti.
Ma appena finisco la frase, lei tira fuori dalla sua borsetta in pelle rosa una biro, prende il mio tovagliolo e sopra ci scrive l'indirizzo che credo essere quello della casa del suo amico sfigato del quale non me ne frega un cazzo.
Prima che io possa ribattere si alza e torna dalle sua amiche ochette che prima mi guardavano come se fossi appena uscita da un film horror.Appena rientro a casa, mi sdraio sul divano e accendo la televisione, non passano nemmeno dieci minuti che mi addormento.
Quando mi sveglio sento il telefono che vibra, è mio padre che mi sta chiamando.Rispondo immediatamente.
'Ciao papà, che è successo?'
'Ciao tesoro, ascolta forse ritardo un po' stasera, ci hanno appena comunicato che a breve avremmo una riunione importante e io non posso mancare, mi dispiace moltissimo, avrei voluto passare la serata in tua compagnia ma...'
'Non preoccuparti per me, starò bene, posso mangiare gli spaghetti in scatola che hai comprato ieri, non hanno un aspetto orribile'
Lo sento ridere dall'altro capo del telefono.
'Ti voglio bene' mi dice sincero.
'Anche io papà, tanto' e riaggancio.La serata la passo in tutta tranquillità, appena alzo lo sguardo dallo schermo del mio telefono noto che fuori è già buio e i grattacieli illuminati brillano per tutto il paesaggio.
Sono solo le 10:00 di sera e non ho ancora sonno; nella mia testa una piccola vocina mi dice di andare alla festa di quella ragazza incontrata oggi alla tavola calda, ma la parte più razionale di me mi dice che non è saggio e che domani se mi voglio svegliare presto per fare con mio padre quello che ho fatto stamattina devo andare a letto ad un orario decente.
La vocina però è insistente e inizio a pensare che se voglio iniziare una nuova vita dovrò anche farmi qualche amico; non so come mai io stia iniziando a ragionare in questo modo, è molto strano da parte mia, non mi riconosco in questo momento.
Mi dirigo verso la felpa che indossavo oggi e dalla tasca prendo il biglietto con scritto sopra la via della festa.
Lo guardo per qualche secondo e poi mi fiondo in camera mia per cercare qualcosa di carino da mettermi.
Sono consapevole del fatto che non è da me fare questo tipo di cose, ma sono anche consapevole del fatto che se almeno in queste occasioni non provo a socializzare, la mia vita potrebbe restare solitaria e monotona per sempre.
Nel mio armadio trovo un vestito abbastanza corto con i brillantini, me lo provo e ne rimango sorprendentemente soddisfatta; mi piace come aderisce alle mie forme.
Decido di legare i miei lunghi capelli rossi in una coda alta che mi arriva a circa metà schiena, metto un po' di mascara e oso mettendomi dei tacchi che penso di aver usato solo una volta per il matrimonio dei mie zii.Lascio un messaggio in segreteria a mio padre ed esco di casa.
*spazio autore
Ciao! Oggi mi sono data un po' più da fare nello scrivere la storia.
Stamattina avrei dovuto finire i compiti di matematica ma ho preferito buttarmi a capofitto in questa avventura.
Spero che la mia storia vi stia piacendo; ovviamente siamo solo al secondo capitolo e non so ancora che cosa succederà di preciso.Baci, Chiara
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I NEVER THOUGHT
RomanceRebecca è una ragazza che appena compiuti i vent'anni, si trasferisce in uno dei quartieri più vistosi e rinomati di Brooklyn insieme al padre. Quest'ultimo infatti lavorando per una importante azienda di profumi, si è dovuto trasferire proprio nel...