Una turbolenta vibrazione mi fece cadere dal letto quella mattina, come ormai succedeva da quando avevo memoria. ricordandomi che la guerra incombeva e che avrei passato un altro giorno cercando di sopravvivere.
"Amber, svegliati devi andare a prendere da mangiare al fosso" mia madre era entrata in camera porgendomi le buste di tela e qualche spiccio, mi infilai il vestito più sporco vista l'occasione anche quello che meno mi piaceva, ma che fosse comodo per correre.
Una volta infilati gli stivali, presi le buste e mi diressi in tutta fretta verso il Fosso, veniva chiamato dai cittadini in quel modo per via del grande buco in cui si riuniva la gente come me in cerca di cibo, che ogni settimana veniva lanciato li dentro.
Quando arrivai a destinazione, la folla aveva già iniziato a dimenarsi, senza perdere tempo mi ero precipitata al suo interno tra spintoni e gomitate mi posizionai al centro di essa.
Quando iniziarono a lanciare il cibo ci fu il massacro totale, le persone che si picchiavano per conquistare un pezzo di carne, altre che urlavano o piangevano per aver perso il loro cibo conquistato da qualcuno che aveva usato la violenza. Senza destare sospetti mi accovacciai per raccogliere tutti i pezzi di cibo che finivano a terra e che la gente non vedeva troppo concentrati a litigare sul pezzo grande per accorgersi delle briciole.
Per riuscire nell'impresa avevo dovuto sacrificare il vestito, il quale era stato strappato da un signore che incurante aveva calpestato la gonna, era ormai più marrone che grigio avendo gattonato a terra per più di mezz'ora per trovare cibo decente che ci bastasse. una volta soddisfatta mi alzai in tempo per scappare subito via di li prima che potessero rubarmi ciò che avevo trovato, quando presi a correre, delle guardie del regno cercarono di sbarrarmi la strada ma intuendo le loro intenzioni ero pronta ad aumentare la velocità per creare tanta distanza da farli demordere. "non potrai scappare per sempre!" urlò l'uomo con l'armatura sulla quale si manifestava il simbolo del regno.
Un regno ormai in malora per una guerra che ormai dura da anni, senza fine. La quale porta povertà, ostilità e paura tra gli abitanti di Begal il regno degli uomini.
La pace sembrava lontana e quasi vana, il cibo scarseggiava, la violenza prevaleva. Mi sconvolgevo ogni volta che notavo quanto l'essere umano andava incontro per continuare a vivere, rinunciando anche alla speranza.
Quando tornai a casa posai i soldi sul tavolo, quando mia madre li vide si corrucciò infuriata, colpendomi con forza al viso "Amber! dovevi dargli i soldi" tuonò furiosa "mamma questi sono soldi che abbiamo guadagnato con fatica" sibilai a denti stretti "questi servono a tenerci al sicuro, da quelle creature! Servono a pagare i nostri guerrieri che continuano a proteggerci da anni" disse prendo i soldi per poi metterli all'interno del barattolo.
Posai le buste sul tavolo prima di scusarmi con mia madre, Josel giocava in giardino con bastoni e rocce, mi unii a lui senza chiederglielo sapendo che ne sarebbe stato contento. cercai solo di coprire la guancia rossa con i capelli lunghi "Amber guarda" mi sorrise porgendomi un tulipano rosso fuoco, lo avvicinò ai miei capelli, scossi la testa prendendo il fiore e posandolo sui suoi capelli "i tuoi capelli sono di questo bel rosso" trovai un fiore scuro quasi come la pece con qualche sfumatura rossa appena accennata "questo invece è uguale ai miei" dissi con un sorriso triste, sentii le sue manine prendere il mio viso "Amber è bella" sorrisi sollevata prima di abbracciarlo.
Josel era uguale a mia madre, aveva dei capelli rossi fuoco contrastanti con dolci occhi celesti limpidi come il cielo del mattino, la sua pelle olivastra li faceva luminare anche a grandi distanze. Nacque prima del dovuto per cui aveva spesso problemi di salute, i quali non gli permettevano di giocare con gli altri bambini o di andare a scuola.
Passavo la maggior parte del mio tempo con lui per non fargli mancare niente, avevo anche studiato un libro sulle erbe medicinali così da alleviare i suoi dolori. Il suo animo dolce e gentile amava i fiori, non era fatto per un mondo di guerra e di male. Il mio compito sarà sempre quello di proteggerlo.
Appena sentii il suono degli zoccoli, presi di fretta Josel tra le mie braccia correndo verso casa, quando mi voltai per controllai notai la sagoma dei cavalieri rincorrerci, svoltai l'angolo della casa sistemando il piccolo in un fossato sotto le fondamenta della casa, "non uscire per nessun motivo, a meno che io o mamma veniamo a cercarti" capii subito il perchè della mia frase, fin da piccolo gli avevo chiesto di nascondersi alla presenza dei cavalieri.
Anche se Josel aveva solo sette anni sapevo che sarebbero venuti a reclutarlo per la guerra prima o poi e avrei fatto di tutto per impedirglielo, potevano avere tutto anche i soldi ma mai mio fratello. Presi di scatto un sacco di patate e iniziai a correre più lontano possibile da lì per cercare di attirare la loro attenzione, mi guardai indietro vedendoli seguirmi fino all'entrata della casa, a quel punto mi presero circondandomi con i loro cavalli, strinsi il sacco come se ci fosse ancora Josel tra le mie braccia. "sembra che tu non possa più scappare" riconobbi la voce di quella mattina, fu mia madre a rispondere quando sentì i nitriti dei cavalli all'entrata della porta "i soldi sono qui, con un compenso per il disturbo che vi ha recato mia figlia" disse lanciandogli il sacchetto con tutti i nostri risparmi, un groppo di senso di colpa mi prese alla gola bloccandomi la voce. "mi dispiace Mary, ma la posta è triplicata" disse beffardo e divertito, sapendo che non avremmo potuto dargli la somma richiesta "se non riceveremo la somma sai quali saranno le conseguenze" disse guardandomi, strinsi i denti più forte che potei per evitare di dire qualcosa che avrebbe rischiato di peggiorare la situazione precaria. "non ho intenzione di darti mia figlia" disse difendendomi con il suo corpo quando i cavalieri estrassero le loro spade "hai intenzione di perdere la tua misera vita per lei?" disse scendendo dalla sella "non sembra assomigliarti, non vedo i tuoi occhi celesti e i capelli rossi" la sua voce si faceva sempre più vicina mentre lo guardavo con disprezzo per come avesse infangato il nome dei cavalieri.
prima che potessi reagire, colpì mia madre talmente forte da farla cadere a terra, due cavalieri le si precipitarono addosso per bloccarla a terra, quando cercai di raggiungerla per aiutarla la mano dell'uomo prende i miei capelli tirandoli verso di lui, un grugnito di dolore mi uscì dalle labbra, guardai mia madre mentre di dimenava alla loro presa "guardala bene" le ordinò l'uomo afferrandomi il viso con forza "questi occhi non sono normali! I capelli scuri demoniaci come quelle creature!" tirò ancora al che urlai "se continuerai a fare resistenza ti impiccheremo per tradimento alla corona! per aver protetto e cresciuto un mostro nella tua casa" mi dimenai d'improvviso guardando mia madre supplichevole "NO. lei non c'entra niente, l'ho corrotta con i miei poteri" quando provai a guardarlo negli occhi dopo aver confessato mi colpì, "non osare provarci con me, mostro!" sentii il sangue all'angolo del labbro, prima che mi bendassero, sorrisi sotto i baffi contenta ci avessero creduto. Quando guardai la mamma prima che non potessi più farlo, mi rimase impressa nella mente la sua espressione terrorizzata. Ma fui contenta che non disse altro, sapevamo entrambe che era meglio così, per il bene di Josel.
Dopo un tempo interminabile che passai legata sul dorso del cavallo, sentii gli zoccoli fermarsi. Fui caricata sulla spalla di qualcuno, quando sentii un lo stridio di quella che doveva essere una porta di metallo, quando mi buttarono al suo interno ebbi la conferma dal dolore che provò il mio fondoschiena. Sentii due uomini parlare tra loro come se fossi un oggetto "l'ho presa oggi, è più vecchia delle altre ha 21 anni, ma le sue caratteristiche sono demoniache" per qualche secondo sperai che l'uomo rifiutasse e che venni liberata, sentii il suono delle monete "ma questo è solo un terzo del prezzo che avevamo concordato" ringhiò il cavaliere "il resto lo avrai solo se frutterà dei soldi, come dici" sentii il groviglio crescere mentre lo stomaco si attorcigliava, sarei presto stata venduta come schiava.
La vita in questo regno è povera, si sopravvive sperando che i soldati non vengano a reclamarti per combattere una guerra senza fine oppure per venderti come schiava senza libertà, senza diritti.
Ho passato molti anni della mia vita a nascondermi come Josel per evitare che i cavalieri mi trovassero e mi portassero via dalla mia famiglia, una volta compiuti i 18 anni ho smesso sapendo che la mia età mi avrebbe svalutata rispetto a molte altre ragazze del villaggio. Pensavo che il problema fosse risolto e che non avrei dovuto fare i conti con le conseguenze delle mie azioni, cercando in tutti i modi di svalutare me stessa, con vestiti rovinati, il viso sempre sporco e i capelli lunghi sempre sciolti. Ma niente ti può salvare da una paura costante, qualsiasi cosa tu faccia per evitarla, lei continuerà a presentarsi. Era arrivato il mio momento. Il momento che io affrontassi la mia più grande paura.
STAI LEGGENDO
The Dragon Realm
FantasySTORIA D'AMORE FANTASYYY. Nel mondo perpetua ormai da anni la guerra tra gli Umani e Creature. Le divergenze tra i due mondi sono sempre rimaste provocando un enorme crepa negli animi. Una ragazza cresciuta nella povertà viene catturata e venduta c...