Sfida

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Eravamo davanti a quella casa. Un luogo in cui speravo tanto di non dover tornare mai più. Il luogo nel quale io e mia sorella Barbara siamo cresciute, la casa dei miei genitori.

Dovevo venire qui per chiudere i conti una volta per tutte con i miei genitori, perdere tempo non serviva a niente se non a prolungare ulteriormente il mio ciclo di Dolore. 
è stata Lisa a convincermi a venire qui. Le avevo raccontato di come, per la prima volta, avevo risposto con rabbia a mia madre e non me ne ero pentita affatto. Lei mi disse che questo era un segno per poter finalmente rompere le mie catene e urlare al mondo e ai miei genitori che io ero libera di decidere della mia vita. Le sue parole mi toccarono il cuore, tanto che quasi scoppiai a piangere, così presi coraggio, chiamai i miei genitori e dissi loro che dovevo parlare con loro faccia a faccia. 
La casa era davvero grande, era una villa, infatti abbiamo dovuto prima aprire il cancello. Aveva due piani. Uno a terra con sala d'ingresso enorme piena di vasi e quadri preziosi. Sala da pranzo, a destra, dove si trova il tavolo grandissimo adatto per venti persone e pieno di argenteria. Cucina, a sinistra, molto tecnologica di ultimo modello.
Al piano di sopra  si trovano la mia stanza, quella di Barbara, quella dei nostri genitori, il bagno e la mini palestra dove mia madre si allena, ma dove eravamo costrette ad allenarci anche io e mia sorella per soddisfare le sue aspettative. Dovevamo avere un fisico perfetto, a parole sue. Poi c'è anche la maledettissima sala dei trofei, come la chiamo io. Una stanza piena dei trofei delle gare sportive e degli esami scolastici con alti voti miei e di mia sorella. Quella stanza mi ha sempre provocato un sincero disgusto, mi bastava anche solo guardare l'interno per poter correre in bagno e vomitare. Ripensare a tutta la pressione accumulata solo per ottenere quei maledettissimi voti, trofei e medaglie mi si riversava ogni volta nello stomaco.  

Con me c'è lei,  la donna che ha cambiato totalmente la mia vita e che senza la quale adesso non avrei il coraggio di essere qui. Se lei non fosse qui con me a tenermi la mano penso che non avrei neanche lo spirito necessario per aprire la porta. - Allora? Sei pronta tesoro? Te la senti di avanzare? - mi chiese lei, gentilmente. - Certo che lo sono. Oramai non si torna più indietro -. Lei mi sorrise per poi darmi un bacio sulla guancia di incoraggiamento. Mi sentivo davvero bene adesso. Presi un attimo di respiro e suonai il campanello.
- Jean! Che bello vederti! -. La donna che in questo momento mi stava abbracciando è mia madre e, credetemi, la cosa non mi piace. Se conosco mia madre lei lo fa solo perché le ho risposto male al telefono e sta cercando in tutti i modi di apparire gentile e comprensiva solo per ricevere qualcosa in cambio. - Mamma, sono grande ormai per gli abbracci e poi non mi ricordo di averne mai ricevuto uno vero da te - dissi freddamente. - Jean, ma che ti prende? Non ti sei mai comportata così -. Ci credo, mi sono trattenuta per troppo tempo e adesso ne ho abbastanza. Questo vulcano è pronto ad esplodere. - Uh? E lei chi è? - chiese incuriosita mia madre. - Salve signora. Sono Lisa Roses, la compagna di sua figlia - rispose Lisa porgendole la mano in segno di saluto. Mia madre fece una faccia sbalordita e ci mise qualche secondo prima di poter stringere la mano a Lisa. - Barbara? è a scuola in questo momento? - chiesi, in pensiero per la mia sorellina che non vedevo ormai da tantissimo tempo. - No. è in viaggio-. - COSA?! COME IN VIAGGIO?! - - Ti spiego, ma prima calmati - - CALMARMI?! COME FACCIO A CALMARMI QUANDO- - - Jean, adesso calmati. Che razza di comportamento è questo? -. Mi girai piano piano solo per vedere in faccia colui che mi aveva zittita in questo momento. L'uomo che odiavo più in assoluto al mondo, mio padre.

Eravamo seduti a tavola l'uno difronte all'altro. - Papà, che significa che Barbara è andata in viaggio? - chiesi io con la voce piena di rabbia. - Un produttore discografico di una grande casa ha notato il suo talento nel canto e vorrebbe farla subito entrare in un gruppo come center. L'azienda si trova a Inazuma e io, visto la grande opportunità, non ho potuto rifiutare e tua madre si è trovata d'accordo - rispose lui in quel suo tono calmo e altezzoso. - Bene per Barbara o bene per te? Poi le hai chiesto la sua opinione? Eh? Non potevate almeno chiamarmi o lasciarmela almeno salutare? - - Vi sentite sempre al telefono. Che differenza fa? Tanto vi sentite sempre, no? - - CERTO CHE FA DIFFERENZA!! è mia sorella e voi non mi avete nemmeno coinvolta! L'avete gettata subito nelle braccia di uno sconosciuto!! Ha solo quindici anni!!  -. Lisa mi prese la mano e cercò di calmarmi per aiutarmi a non perdere il controllo e quindi buttare giù il tavolo. - Signori, Jean si è sempre preoccupata della sorella e penso che non averla avvisata o permesso di salutarla all'aeroporto sia stata davvero una mossa molto meschina da parte vostra - disse la mia Lisa. Vidi mio padre guardarla storta e fare una smorfia di disappunto con la bocca, mentre mia madre ,come al solito, stava zitta. Lei segue la figura di mio padre come quella del padre padrone. - Sei la compagna di mia figlia giusto? Le nostre faccende penso che non ti riguardino. Comunque che lavoro fai? - chiese mio padre. -Nessuno signore. Prima lavoravo come bibliotecaria all'università di sua figlia, ma per...questioni di forza maggiore mi sono dovuta licenziare -. Mio padre mi guardò e il suo sguardo divenne severo. Sentivo che stava per dire un'altra delle sue. Se anche solo prova a dire qualcosa di brutto alla mia Lisa io giuro che perdo il controllo. -Tesoro mi stringi troppo forte la mano - mi sussurrò Lisa e io allentai la presa. - Papà, adesso torniamo a noi. Voglio solo dirvi che da questo momento non mi servono i vostri soldi. Io e Lisa abbiamo una casa tutta nostra adesso e ho deciso di abbandonare gli studi universitari. Quello che avete scelto per me non è quello che ho scelto io e non voglio più continuare-. 

Mia madre mi guardò con occhi spalancati mentre mio padre si alzò dalla sedia e alzò la voce. - Jean, ma che diavolo dici?! Hai idea dei sacrifici che abbiamo fatto per te?! Al futuro che abbiamo cercato di farti ottenere?! Ci ripaghi così?!-. Io ne ero stufa e perciò mi alzai anche io - SI! SI!!  E LO FACCIO CON PIACERE PERCHE IO NON VI DEVO NIENTE! PER TROPPI ANNI SONO STATA LA VOSTRA BAMBOLA! NON ERO ALTRO CHE UN TROFEO DA ESPORRE AGLI ALTRI PER VANTARVI, MA LA VITA E' MIA, DECIDO IO E NON VOGLIO QUESTO FUTURO! - - NON OSARE PARLARMI COSI' SIGNORINA! IO SONO TUO PADRE - -NON SIGNIFICA NIENTE!! TU NON HAI IDEA DI COSA HO PASSATO!! HO SOFFERTO PER TUTTA LA MIA VITA  E NON HO MAI AVUTO IL CORAGGIO DI DIRVI NIENTE, MA ADESSO DEVO DIRVELO...IO NON SONO IL VOSTRO TROFEO!! INVECE DI TRATTARMI COME UNA FIGLIA NON AVETE FATO ALTRO CHE TRATTARMI COME UN OGGETTO!! IO VI ODIO!! -

Comincia a riprendere fiato. Avevo buttato fuori così tanto peso che ora mi sentivo senza fiato. Lisa mi guardò come per dire che era fiera di me. Mio padre la guardò e le puntò il dito addosso. -Tu! è colpa tua! Tu stai sicuramente allontanando mia figlia! Di certo è colpa tua se adesso si sta comportando in modo così infantile! Beh allora da questo momento ti sconsiglio di avvicinarti a lei-. Cosa?! Ma come osa?! Chi si crede di essere?! Ma ha almeno ascoltato cosa stavo dicendo?!- 
Lisa si alzò dalla sedia e, per la prima volta, vidi un'espressione irritata sul suo volto - ma come osa?! Ma allora non ha proprio capito niente di ciò che sua figlia le ha comunicato in almeno 23 anni! Jean per colpa della vostra educazione ha sofferto molto psicologicamente da non poterne più! Non è infantile ciò che ha detto. Io lo so perché me lo ha raccontato tante volte, arrivando persino alle lacrime e mentre voi non facevate che vantarvi dei suoi risultati io la consolavo e la aiutavo ad andare avanti! Perciò non si permetta, mai più, di calpestare i sentimenti di Jean! Mai! E per sua informazione io non la lascerò mai! è mia moglie e niente e nessuno ci separerà! -. Mio padre dopo quel discorso stette zitto mentre mia madre rimaneva come al solito in silenzio, ma stavolta stava piangendo, coprendosi la mano con la bocca.  

Io e Lisa uscimmo da quella casa maledetta e decidemmo di non tornarci mai più. - Perdonami, non dovevo introdurmi nelle vostre faccende - disse Lisa - ma no, sei stata meravigliosa. Ti amo tanto, nessuno mi ha difeso così bene - e le diedi un bacio. 
Vidi una figura correre verso di noi dal cancello e vidi che era Barbara! Corsi da lei e la abbracciai. - Perdonami sorellona, non avrei dovuto ascoltarli. Non voglio andare via senza averti almeno salutata!- disse lei abbracciandomi e piangendo. Io le accarezzai i capelli e la consolai. Le dissi che se voleva poteva fermarsi da me e Lisa e a lei non dispiacque, dato che voleva conoscerla. Le raccontai della chiacchierata con i nostri genitori e lei disse che era contenta per me.

- Jean però aspetta! Lisa ha proprio detto "moglie"?- chiese sorpresa Barbara. - Eheh certo piccola. Guarda - disse Lisa mostrando l'anello al dito che le avevo regalato.






Spazio autore

BELLA RAGA SONO ANCORA VIVO! Mi sono perso qualcosa?

L'assenza non è dettata stavolta dal lavoro, ma da Genshin che mi sta impegnando un casino con la storia di sumeru e anche con i personaggi. Voglio portare al massimo Dori e Collei.

Ho appreso una cosa sorprendente. Se mettete Xingqiu e Beidou in squadra diventate invincibili perché le loro build diminuiscono i danni!! Cribbio!!

Tornando alla storia, sono davvero felice che jean finalmente si sia aperta! Evviva! Non è un errore ortografico quello della "moglie", il prossimo capitolo sarà incentrato sul loro matrimonio. Spiegherò meglio nel dettaglio questa cosa nel prossimo capitolo, voi aspettate. Il capitolo oggi è così lungo perché non mi sono voluto risparmia, mi sono sorpreso di essere arrivato a 1000 parole soltanto a metà lavoro. Wow!!

Ah ieri mi è arrivato il lego della Perla Nera dei Pirati dei Caraibi, ho finito stamattina di montarla ed è stupenda! I ricordi mi stanno assalendo! Se non avete mai visto pirati dei caraibi, andate subito! Non sapete che capolavoro vi siete persi! 

La mia rosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora