𝓤𝓷𝓪 𝓨𝓪𝓷𝓭𝓮𝓻𝓮 𝓮 𝓾𝓷𝓸 𝓣𝓼𝓾𝓷𝓭𝓮𝓻𝓮 [ʙᴀᴋᴜɢᴏ x ʀᴇᴀᴅᴇʀ]

Capitolo 30. Stelle cadenti [Fine]

T/n's Pov

erano passati 2 mesi dallo scontro con mio padre, e di lui non avevo più avuto notizie.

un giorno però, durante una lezione del professor Aizawa, dei poliziotti mi chiesero di parlare in privato, perciò li seguii fuori dalla porta, sotto agli occhi diffidenti di Kacchan.

I poliziotti mi spiegarono che mio padre era stato rinchiuso al Tartaros e che, recentemente, aveva espresso insistentemente il desiderio di vedermi per parlare.

decisi di accettare, anche se non ero molto felice di vedere quell'uomo.

il giorno dopo quindi, venni accompagnata alla prigione da 2 poliziotti ed AllMight.

mi fecero entrare nella cella dove vi era Shigaraki, incatenato in tutti i modi possibili, che teneva gli occhi chiusi ascoltando il suono dei miei passi.

mi dissero di fare attenzione, ovviamente.

mi avvicinai e mi fermai davanti a lui a circa un metro di distanza.

l'aria era pesante, la tensione si poteva tagliare con un coltello, ma non mi feci scoraggiare.

io non provavo nulla per quell'uomo, mi era indifferente.

"Shigaraki Tomura" lo chiamai, fredda, dura, tagliente.

"T/n... allora sei venuta" alzò lievemente la testa e mi guardò dritta negli occhi.

rimasi impassibile, ma notai nel suo sguardo un velo di tristezza.

"cosa vuoi da me?" chiesi fermamente

gli occhi gli si riempirono di lacrime, che pian piano cominciarono a scivolare a terra, una alla volta.

"T/n... perché non mi chiami papà?" sussurrò

non risposi.

"tesoro... ti volevo chiedere scusa, per tutto." disse lentamente, in modo che ogni parola mi arrivasse dritta al cuore

"c-come?" non riuscivo a crederci, si stava scusando?

"T/n, tesoro, figlia mia adorata... mi dispiace...

per tutto quello che ho fatto.

sono stato un padre assente, non ti ho permesso di fare ciò che più desideravi, ti ho privato della libertà, ti ho usata per i miei piani malvagi e ho tentato di distruggere coloro a cui vuoi bene...

sono un padre terribile...

so che non riuscirai a perdonarmi, ma va bene così... è giusto, lo accetterò, però dovevo almeno chiederti scusa..."

pianse non riuscendo più a sostenere un contatto visivo con me.

"p... papà" sentii gli occhi inumidirsi sempre di più

"un'altra cosa T/n... tieniti stretto quel ragazzo... ti ama veramente" mi sorrise non smettendo di piangere " e ti prego scusati anche con lui per me".

senza pensarci due volte lo abbracciai

"i-io... io ti perdono... papà!" sorrisi tra le lacrime.

***
e lo perdonò veramente. inizialmente, rimase abbastanza stupita dalla tristezza che suo padre metteva in quelle parole, e soprattutto non si aspettava che lui volesse chiederle scusa, ma lo capì. notò la malinconia, il rimorso, il rimpianto e il pentimento nelle iridi rossastre di Tomura e non potè che abbracciarlo. d'altronde, anche lei inizialmente odiava gli Heroes, le era stato insegnato così ma aveva avuto modo di ricredersi, Shigaraki invece no. All For One l'aveva cresciuto in quel modo, l'aveva educato all'odio incondizionato e, le poche volte che aveva avuto a che fare con gli heroes, questi erano stati a lui ostili. aveva passato l'infanzia nascosto e la prima volta che era uscito allo scoperto aveva attaccato lo USJ su ordine del proprio maestro. era ovvio gli heroes fossero nemici per lui. li odiava ed il suo risentimento era cresciuto ancor di più quando T/n gli aveva voltato le spalle per restare alla UA. ma quando vide l'ira di sua figlia dopo la morte di Bakugo, quando vide come i suoi compagni si prendevano cura di lei, quando notò quanto male le aveva provocato e quanto lei, in realtà, fosse finalmente felice in quella scuola, allora capì che forse gli Heroes non erano così ostili come credeva, comprese come avesse sempre avuto una visione distorta del mondo e, soprattutto, si pentì amaramente di ciò che aveva fatto.
***