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Arrivano le pizze e mi siedo a un posto in cui non c'è nessuno né alla mia destra né alla mia sinistra.
Mi sento a mio agio solo così.
<<Allora, Lauren. Raccontaci un po' di te dai>> dice Thomas Black, uno dei detective che ho conosciuto prima.
<<Non c'è molto da dire, il perché sono qui lo sapete già>>
<<Beh sì, ma ti piace stare in polizia?>> continua.
<<Beh direi che se non mi piacesse non sarei qui>>
<<Uhm sì è vero... cos'altro ti piace fare però?>>
<<L'unica altra cosa che faccio è andare in palestra, oltre a cant->> dico interrompendomi, mi sto aprendo decisamente troppo.
Non devono sapere nulla di me.
Fortunatamente nessuno sembra aver notato il fatto che io mi sia interrotta.
<<Hai fratelli o sorelle?>> mi chiede Shawn di botto.
<<Cosa sono, le domande del primo giorno di elementari?>> dico io, oggi Shawn mi ha un po' infastidita, non so perché ma quel gesto non mi è piaciuto.
<<Sì comunque, ho un fratello e una sorella>> dico, mostrando il blocco schermo del mio telefono.

 <<Sì comunque, ho un fratello e una sorella>> dico, mostrando il blocco schermo del mio telefono

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<<Ammazza del fratell->>
<<Dinah!>> la interrompe Camila, rientrando nella stanza.
<<Scusate, scusate>> risponde lei imbarazzata, tra le risate di tutti.
Camila mi guarda e si fa strada verso di me, mentre seguo ogni suo singolo movimento.
<<Ho pensato che volessi qualcuno accanto>> mi dice sussurrando appena si siede alla mia destra.
È un pensiero carino, okay, ma in realtà stavo bene anche e, soprattutto, in quel modo.
Però le sorrido lo stesso, sussurrandole un <<grazie>>.
La serata continua e, tra domande interessanti e stupide, sto iniziando a prendere un minimo di confidenza con i colleghi.
A un certo punto, quando tutti sono impegnati con un dibattito su chi sia il peggiore tra gli ultimi criminali presi, dato che io non posso partecipare perché non saprei cosa dire essendo arrivata solo oggi, seguo Camila, che ancora esausta e troppo provata per parlare ancora di criminali si va a sedere sul divanetto.
<<Ehi, perché mi segui? Guarda che ti denuncio, eh>> mi dice ridendo, facendomi spazio.
<<Beh non posso fare resoconti su criminali che non conosco, ma con qualcuno dovrò pur parlare>> dico.
<<Mh, io non ho ancora la forza di parlare di criminali. Questo lavoro mi appaga, sì, perché aiuto le persone... ma ogni volta che ne prendo uno mi sento inspiegabilmente debole e non so perché>> mi dice guardando a terra, visibilmente imbarazzata.
<<Adesso starai pensando che sono stupida, chissà quanti ne avrai presi tu>> dice, non azzardandosi a guardarmi negli occhi.
<<Ma no, che dici... anch'io all'inizio ero così, so che vuol dire quando i criminali ti fanno pena, capita a tutti>>
<<Beh, all'inizio... io lavoro qui da quattro anni>>
<<I tempi sono diversi per tutti, non assolutamente assolutamente preoccuparti. E poi, da quello che ho visto oggi porti a casa incredibili risultati>>
<<Beh, credo di sì...>>
<<Ecco,l'importante è questo.
Sappi che quella cosa non ti rende un'agente meno brava, anzi forse ti rende un'umana più umana>> dico, cercando di capire se ciò che ho appena detto ha senso.
Ma capisco che probabilmente lo ha quando qualche secondo dopo vedo la testa di Camila finalmente rialzarsi e guardarmi, con gli occhi lucidi e un sorriso.
<<Grazie>> mi dice, visibilmente più tranquilla di prima.
Aspetto che si calmi del tutto, per poi esordire con un <<Beh so già molto di te, ma non mi hai detto ancora una cosa>>
<<Uhm, cioè?>>
<<Che ti piacciono le ragazze>>

Police love | Camren.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora