🌗 Capitolo 11 🌗

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«Via, fatela respirare. Non lo vedete che è sconvolta?». Il sindaco Sloan, facendosi goffamente largo tra la folla, sedette sul divano, alla mia destra.

Io, ancora scossa, tiravo rumorosamente su col naso, mentre osservavo il piccolo capannello di persone sostare in modo sparpagliato dentro casa mia; alcuni in piedi, altri seduti persino sul pavimento, altri ancora semplicemente appoggiati ai muri.

Nonostante la pioggia continuasse a imperversare, il sindaco Sloan si era premurato di allertare l'intero vicinato e i vecchini avevano risposto alla chiamata.

Non importavano l'ora, né le condizioni climatiche, né se il fantomatico fratello di Aaron fosse effettivamente una minaccia: la
comunità di Barr si sarebbe sempre mobilitata per proteggere un suo residente.

Il signor McCracken, la signora Agnew e la signora Hislop battibeccavano in modo colorito in un angolo, turbati, se possibile, anche più di me.

«Lo avevo detto io che non bisognava fidarsi di quel giovine. Non ci bastava lui, adesso pure un fratello è spuntato fuori», urlava la signora Agnew, paonazza in volto.

«No, io avevo detto che non c'era da fidarsi. Sono io quella che aveva intuito subito che il ragazzo era sospetto», puntualizzò la signora Hislop.

«Mi consenta. Sono io che dopo il primo incontro in negozio ho avuto le prime perplessità, non certo lei. Si sta inventando la storia di sana pianta».

«Ma che cosa dice? Guardi che io l'ho incontrato prima di lei. Non ho mai dimenticato la sua maleducazione quindi sono io ad averlo inquadrato per prima».

«Dio! Che cosa ho fatto di male per ritrovarmi in mezzo a due vecchiacce acide come voi?! »
Il signor McCracken tuonò esasperato guadagnandosi delle occhiate piene d'odio.

«Che cosa hai detto? Ma come ti permetti?» le due donne protestarono all'unisono scandalizzate e i tre cominciarono nuovamente a litigare.

Billy, che nel frattempo si era svegliato, dapprima perplesso nel ritrovarsi improvvisamente tutta quella gente a casa, miagolava ora infastidito da tutto quel baccano.

Mi massaggiai la testa, condividendo il fastidio che provava il mio gatto.
Che importanza aveva sapere chi per primo aveva avuto dei sospetti in merito ad Aaron? Non era quello il punto, anzi, Aaron non c'entrava nemmeno in quella discussione.

Che colpa aveva lui se suo fratello, nel cuore della notte, decideva di spaventare a morte le persone?

«Sei proprio sicura di non averlo visto in volto, cara?» mi chiese il sindaco Sloan, l'unico che sembrava aver capito che con urli e isterie di massa non si sarebbe andati da nessuna parte.

«Come ho già detto, no, non ci sono riuscita».
«Però sei assolutamente certa del fatto che abbia detto di essere il fratello di Aaron, giusto?»
«Sí, ha detto così, anche se Aaron mi aveva detto l'esatto contrario, ossia di essere figlio unico».

Chissà perché aveva mentito, mi chiesi.
Forse avevano un cattivo rapporto?

A giudicare da come suo "fratello" gli si era rivolto, ovvero chiamandolo traditore, non faticavo a immaginarlo.

«Beh fratello o non fratello io dico che sono le azioni che contano e Sindaco Sloan, non possiamo mica permettere che un buzzurro simile terrorizzi così le nostre ragazze, vero?» la voce acida della signora Hislop sopraggiunse.

Moon Night: NOVILUNIUMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora