Capitolo 5

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- Cibo cinese? - dico quando apre la porta la donna dai capelli rossi davanti a me.
Se in un primo momento la mia migliore amica pare confusa nel vedermi, successivamente sorride, capendo perfettamente le mie intenzioni.

- Tu sei pazza - scuote la testa, per poi lasciare spazio per farci entrare nell'enorme attico con vista su Manhattan - Entra -.
- Jack, guarda chi c'è - chiama il mio capo, nonché suo fidanzato che deve essere in camera da letto.

Timothée sembra estremamente fuori luogo e per questo gli dedico un cenno di gioia per rassicurarlo.
Di certo non si aspettava questo, quando gli ho riferito di avere un'idea sui programmi della serata.

- Jo - ecco un Jack in tenuta sportiva fare il suo ingresso nel salotto open space moderno e confuso tanto quanto Cindy all'inizio, mi chiede - Che ci fai..? -.
- Guarda chi ha portato - le fa capire la rossa ancora con l'abito attillato indosso, ma decisamente più bassa del solito, considerando che i tacchi ora sono scomparsi.
- Tu devi essere Timothée - afferra in modo deciso la mano mingherlina del ragazzo accanto a me.
In confronto loro due sembrano padre e figlio.

- Jo ha parlato molto.. - lo fulmino immediatamente con lo sguardo per evitare che dica qualcosa di cui si potrebbe pentire e infatti poco dopo cerca di rimediare - Volevo dire: è un piacere conoscerti. Io sono Jack -.
- Anche se Josephine avesse parlato di me, mi sentirei tutt'altro che offeso - sorride sinceramente Timothée lasciandomi senza parole.
Sa essere così diretto a volte, in senso positivo, da spiazzarmi.
Non sono abituata alla mancanza di sotterfugi e di finti interessamenti.
É la prima volta che qualcuno non ha paura di mostrare il suo interesse nei miei confronti.

- Lei é la mia fidanzata Cindy - Jack presenta la donna accanto a lui, stupito quanto me per la risposta di Timothée.
- Sì, l'ho conosciuta alla mia mostra - fa un cenno con la testa il ragazzo dai capelli ricci.
- Sei andata a una sua mostra? - scatta subito Jack incredulo di ciò che ha sentito - Da quando ti piace l'arte? -.
Da sempre io e l'uomo dai capelli biondo cenere proviamo a portarla sulla retta via, tentando di farle piacere almeno un po' qualche quadro di alcuni artisti emergenti, ma non c'è verso.

- Da sempre amore - io e Jack dopo esserci guardati con occhi di intesa, ci voltiamo verso Cindy che finge come ha fatto durante quella sera davanti a Timothée.
- Non dire cazzate - scuote la testa l'uomo poco più grande della mia migliore amica e inizia a ridere - La odi -.
É un classico per loro tirarsi in giro fino allo sfinimento.

- Non mi offendo - alza le braccia l'artista, cercando di dare corda al mio capo, che sembra già adorarlo, considerando anche che é uno dei suoi pittori preferiti.
- Beh avevo accompagnato Jo - dice Cindy, prendendo finalmente la borsina che ho tra le mani per appoggiarla sul tavolo ancora spoglio.
Probabilmente anche loro, se non fosse stata per la nostra irruzione, avrebbero ordinato qualcosa.
- Quanto ti sei annoiata? - la sfotte nuovamente l'uomo ormai già seduto, mentre io e Cindy apparecchiamo la tavolata.
- Non siamo qui per parlare di me - lo ammonisce immediatamente, mentre anche lei si accomoda al suo fianco.

Una volta tutti accomodati iniziamo a rimpinzarci di quelle prelibatezze che adoro.
Ringrazio il fatto che l'artista vicino a me, abbia deciso di prendere più cibo di quanto due persone potrebbero mangiare.

- Allora Timothée stai lavorando su nuove opere? - é la mia migliore amica a iniziare la conversazione e so che sarà l'inizio di una lunga serie di domande.

Sapevo che portarlo qui avrebbe significato solo una cosa: terzo grado e forse io stessa volevo che accadesse, in modo da capire meglio le sue intenzioni.

- In realtà sì - risponde pacatamente il ragazzo che si passa nervosamente le mani sulle cosce, per poi voltarsi con un sorriso sincero verso di me - Ma ho bisogno che la modella sia disponibile per ultimare il mio nuovo quadro, che sarà il più importante della mostra -.
Inizialmente credevo fosse solo una proposta di circostanza, ma a quanto pare mi sbagliavo.

- Di che si tratta? - Jack non fa caso al suo gesto, ma ci pensa Cindy a farglielo presente per spiegargli la situazione - Timothée vuole rappresentare Jo -.
- Jo? - per un momento ho seriamente pensato che l'uomo di fronte a Timothée si potesse strozzare con un gnocco di riso - La Jo che si vergogna a cantare in una serata karaoke, dovrebbe posare per te? -.
Sono sempre stata piuttosto timida, lo ammetto. Ho cercato di lavorare su questo mio difetto quando sono diventata avvocato, ma di certo ci sono ancora tanti aspetti da migliorare: detesto stare al centro dell'attenzione; odio pensare di fare certe cose per il timore di risultare ridicola e da sempre Cindy e Jack cercano di sradicare queste mie paure, facendomi fare esperienze, come cantare davanti a un locale colmo di gente.

- Sono due cose diverse - Cindy lo ammonisce.
Adoro come andrebbe contro anche di lui, pur di difendermi.
- Io credo che abbia talento - di nuovo Timothée si rivolge a me con quello sguardo sognante che mi fa imbarazzare ogni volta - Poi in fondo mi servono solo i suoi occhi -.

Ogni volta che mi rivolge la sue attenzioni, il mio cuore perde un battito.
Timothée ha la capacità di farmi sentire bene solo guardandomi e pronunciando delle parole così semplici, ma che mai nessuno mi ha detto.

- Lo fai con tutte di chiedere di farti da muse? - ecco che inizia la parte che non avrei mai voluto affrontare, ma che sapevo che sarebbe arrivata.
- Cindy! - la ammonisco, sentendo quella domanda che la mia amica riserva al ragazzo accanto a me.
- Non è un problema - scuote il capo divertito, afferrandomi la mano sotto il tavolo come se volesse rassicurarmi.
Quel gesto mi fa rabbrividire.

- In realtà sì - prosegue, spiegando tranquillamente di cosa si occupa - É il mio lavoro, ma non è mai sconfinato in altro se è questo che mi stai chiedendo - e rivolgendosi a me, puntualizza - Vorrei che Jo fosse l'ultima di questo genere di quadri, vorrei concentrarmi su altro -.

Ancora una volta la sua sincerità mi disarma.

- Altri parti del corpo intendi? Il seno ad esempio? - la rossa pare non essere convinta dalle sue parole. Non quanto me.
- Cindy! - di nuovo la rimprovero.
- Io direi più i capelli - finge di pensarci su, per poi indicare la sua chioma fluente che le invidio ogni volta - I tuoi sarebbero perfetti. Sei interessata? - ora la situazione sembra essersi rovesciata, considerando il ghigno che ha assunto anche il mio capo nell'assistere a quel battibecco. - Sicuramente Jack lo comprerebbe -.
- Decisamente - gli da corda proprio quest'ultimo per poi invitare Timothée ad alzarsi con lui per raggiungere il corridoio, dopo la mia occhiataccia per fargli capire di allontanarsi.
- A proposito di quadri, hai visto quello che ho comprato... -.

Una volta che mi assicuro che i due se ne siano andati, rivolgo uno sguardo truce a Cindy, avvicinandomi con il busto - La smetti? -.
- Che c'è? - domanda innocentemente e alzando le spalle con indifferenza.
- Sembri una pazza - ribatto alterata.
- Cosa ti aspettavi portandolo qui? - anche lei ha assunto il mio stesso tono di voce.
- Che capissi che è una brava persona - alzo le mani al cielo esasperata - E volevo che lo conoscessi per avere la tua approvazione -.

Sapevo che Cindy lo avrebbe messo alla prova, ma non avrei mai pensato a questo livello.
Sono consapevole del fatto che tutto ciò che fa Cindy è per proteggermi, ma forse questa è l'unica volta in cui non ce n'è bisogno.

- Beh lo sto conoscendo - di nuovo insiste, ma quando si accorge del mio sguardo comprende che è giunto il momento di cambiare atteggiamento - Okay la smetto -.
- Però il fatto che sia stato al gioco alle mie continue domande è un bene, sappilo - puntualizza, alzando il dito, per poi zittirsi quando vediamo i due uomini arrivare.

- Ehi tutto bene? - assumo un sorriso finto, come se non avessi appena discusso con la mia amica e mi rivolgo a Timothée che si siede nuovamente accanto a me.
- Sì - annuisce - Jack mi ha fatto vedere il quadro che ho fatto qualche anno fa. Non lo ricordavo nemmeno - spiega il suo lavoro con così tanta passione da lasciarmi incantata - L'ho fatto quando ero in Francia -.
- Tu sei francese, vero? - a quelle parole Cindy sembra interessata e ancora di più nel sentire il nome della sua città del cuore - Sì, sono di Parigi -.
Vedo gli occhi della donna illuminarsi e capisco che per il corso della serata il suo modo di indagare su di lui sarà differente.

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