Cap. I: Murder House

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Il trasferimento 02/08/2011

Caro diario,
Era una giornata come le altre quando partii con la mia famiglia lasciando la casa in cui ero cresciuta alle mie spalle, per trasferirmi in un'altra città: Los Angeles. Mio padre, aveva ricevuto una promozione di lavoro dal suo superiore, mentre mia madre era stata rilasciata da poco dall'ospedale psichiatrico di Briarcliff. Era per tutti una novità e l'emozione non poteva mancare.
Appena arrivata mi trovai davanti una bellissima, ma allo stesso tempo un'inquietante villetta; in quel momento percepii una strana sensazione, ero eccitata all'idea di scoprire un nuovo mondo: una nuova casa, una nuova scuola, dei nuovi amici [...]

"Esattamente da oggi è passato un mese in questa assurda casa." Esclamai preparandomi la colazione. Mio padre alzo gli occhi al cielo: " Suvvia (t/n), oggi è il tuo primo giorno di scuola, come ti senti?". "Emozionata" risposi con un sorriso sforzato e palesemente finto. In realtà sono a dir poco spaventa, ero abituata alla mia vecchia scuola, semplice e accogliente mentre adesso è il momento di mettermi in gioco, cosa che non mi gasa parecchio poiché sono una ragazza abbastanza timida e silenziosa, ma ovviamente non mi tiro indietro.
Per non arrivare tardi mi misi addosso dei jeans a vita bassa e una normalissima maglietta. Aggiunsi, per completare l'outfit, un medaglione molto significativo che al suo interno conteneva un'immagine di mia sorella minore, purtroppo morta appena uscita dalla pancia di mia madre a causa di una strana malattia, questo portò mia madre alla pazzia.

Uscii di casa un'ora in anticipo e dopo un lungo tragitto finalmente arrivai a scuola, c'erano molte persone per essere le 7:30, per lo più ragazze con vestiti esageratamente provocanti. All'improvviso tra la folla mi sentii pesantemente osservata, mi voltai e vidi un ragazzo solo, seduto sul marciapiede. Ha un viso perfetto, capelli biondi sporchi, una mascella quadrata e intensi occhi castani scuri.
Sono ferma , immobile, non so che fare, la voglia di conoscere qualcuno si faceva più grande e impulsivamente feci per andare da lui. Non appena mi incamminai, vidi il ragazzo che si alzò e andò dalla parte opposta senza smettere di guardarmi e infine sorrise. Perplessa mi fermai e con passo decisivo entrai a scuola.

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