Cap. III: La telefonata

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I miei genitori erano usciti a cena e io, dunque, ero rimasta sola in casa. Dopo un mese non mi ero ambientata ancora bene, trovavo la casa arcana, oscura; dicerto c'era qualcosa che nascondeva.
Dopo aver mangiato e aver messo i piatti nella stoviglie, decisi di uscire in giardino a fumare una sigaretta. Sopra la mia testa la luna ,perfettamente piena illuminava la casa. Guardai le miriadi di stelle e ogni volta rimango sopraffatta dall'immensità infinita dello spazio. Una volta finito tornai in casa e decisi di scrivere un po'.
Drinnn drinnn
Improvvisamente suonò il telefono, mi affrettai a rispondere: "Pronto"...silenzio.
Senza pormi troppe domande appesi e feci per tornare in camera. Mi voltai e vidi d'innanzi a me il ragazzo dallo splendido sorriso.
"Buonasera (T/n)" disse facendo un sorriso a 32 denti.
Meravigliata dal fatto che sappia il mio nome risposi domandandogli qualcosa di più importate: "Scusa ma come sei entrato in casa?"
"Sto aspettando tuo padre per la seduta giornaliera"
"Mio padre e mia madre sono fuori, non è troppo tardi per una seduta? E come fai a sapere il mio nome?"
"Ah giusto scusa se ti ho spaventato, tuo padre mi ha raccontato molto di te, comunque piacere Tate" disse dandomi la mano. Appena si ricompose aggiunse: "A questo punto aspetterò qui il ritorno di tuo padre" e detto ciò si sedette sul divano.
Era inspiegabile tutto ciò, era apparso all'improvviso e quando avevo chiesto spiegazioni aveva deviato il discorso. Bah sarà anche misterioso, ma è davvero intrigante pensai.
Mi sedetti di fronte a lui e iniziammo a chiacchierare.

Dopo circa un'oretta la porta d'ingresso si aprì: i miei erano tornati.
"Tesoro siamo a casa" dissero in coro mentre si facevano strada nel soggiorno.
Non appena ci videro mio padre esclamò: "Tate cosa ci fai qui?"
"Buonasera (T/c), mi scuso dell'intrusione in casa sua, ma ho un'urgente bisogno di parlargli"
Mio padre annuì e fece un accenno con la testa per indicarmi di andare in camera mia.

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