𝐀𝐦𝐨𝐫𝐞

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Kariya era partito la stessa notte, proprio dopo che Midorikawa andò a prenderlo dalla festa di Natale. Dopo aver rivelato i suoi sentimenti, aveva deciso di bloccare il suo Senpai su tutti i social, voleva evitare di parlare con lui, nonostante lo pensasse ogni giorno e sentiva terribilmente la sua mancanza.

Durante il viaggio sull’aereo e anche mentre visitava la città, non faceva altro che sospirare mentre osservava le nuvole, il cielo. Era rimasto incantato dalle sfumature di quel cielo, che quasi ricordavano le iridi del suo caro Kirino.

Si chiedeva sempre come sarebbe stato, se con lui fosse venuto anche il rosato.

Ormai erano un paio mesi che quel suo compagno di squadra aveva iniziato ad interessargli, a piacergli. Gliene aveva fatte passare veramente così tante a quel povero ragazzo: lo aveva rifiutato praticamente nello stesso identico modo in cui lo aveva rifiutato il suo migliore amico qualche mese prima per poi decidere di ignorarlo totalmente; a detta di Ranmaru, quando ebbe l’influenza lo aveva messo letteralmente le spalle al letto mentre stava per baciarlo, per di più, poco prima si era sfogato delle cattiverie di Aoi che gli aveva detto pochi giorni prima. E ovviamente il suo cervello aveva totalmente eliminato ogni ricordo di quel pomeriggio, facendo diventare quel ricordo sfumato, come se fosse stato tutto uno stupido sogno.

Aveva maledetto totalmente la sua memoria penosa in quel periodo. Fortuna però che con la presenza di quel nuovo allenatore fastidioso, che in qualche modo conosceva anche i suoi tutori, Masaki aveva preso il coraggio di chiedere al più grande cosa fosse accaduto quel pomeriggio e lì, ebbe la conferma di essere un emerito idiota.

Non era stato per niente un sogno, quella era tutta realtà. In un certo senso era felice, ovviamente non di aver ferito per l’ennesima volta i sentimenti di quel fragile Senpai, ma che tutto ciò era effettivamente realtà.

Non voleva ammetterlo a sé stesso però. Era estremamente confuso, ma oggettivamente contento. I suoi tutori furono proprio i primi a rendersi conto dell’atteggiamento del loro caro protetto.

-Masaki! – disse Hiroto, un giorno, poco prima della partenza, mentre erano seduti a tavola per pranzare. -Io e Mido abbiamo notato in te qualcosa!

-Che intendi dire? – sussultò il ragazzo, preso alla sprovvista. -Io sto completamente bene!

-Centrano forse questioni di cuore? – si avvicinò Midorikawa, accarezzando la testa del ragazzino. -Che bello, Masaki finalmente conoscerà l’amore!

-Non è questo… - si grattò un braccio in preda all’imbarazzo. -Voi come vi siete resi conto di amarvi?

Il verde sorrise dolcemente e si abbassò quasi alla guancia del ragazzino.

-Vedi quel tipo dai capelli rossi pomodoro? – sussurrò Midorikawa, indicando il marito intento a mangiare il ramen istantaneo. -Lui è bisessuale, anche se inizialmente pensava di essere etero. Ha avuto relazioni con praticamente tutte le ragazze dell’orfanotrofio, quello sporcaccione. – Lo incolpò ironicamente.

-Parlate di me? – disse il rosso, alzando la testa, mentre masticava il suo cibo.

Ma il verde lo ignorò. -Io dovevo sorbirmi tutte le sue lamentele, ma a poco a poco mi sono reso conto di amarlo, sentirmi in qualche modo geloso delle sue relazioni e iniziai a non prestare più ascolto ai suoi discorsi. Un giorno ho deciso di dichiararmi e mi ha detto letteralmente con uno sguardo da cretino “a me piacciono le ragazze”

Disse imitando l’altro, facendo ridere Kariya che poi si rese conto di non dover ridere così tanto, dato che quella era praticamente la stessa identica cosa che aveva fatto al suo “amico”.

-Ma io non ho detto così. – si lamentò Hiroto, cercando di giustificarsi.

-Non interrompere il mio discorso. – disse fulminandolo con lo sguardo, per poi tornare al suo drammatico racconto.

𝐥'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐟𝐚 𝐦𝐚𝐥𝐞 - 𝐑𝐀𝐍𝐌𝐀𝐒𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora