"Oh what a way to die"
Acqua.
C'era acqua dappertutto.
"Porca troia, sono andata in cucina dieci minuti!
Dieci minuti! Come cazzo è possibile che sia tutto allagato?""Io non lo so!" Alzò la voce mia sorella in risposta, allargando le braccia. "Sono passata davanti alla porta e ho visto che usciva tutto!"
"Perché cazzo papà ha attaccato questa lavatrice prima di uscire? Non è capace, non lo fa mai. Cristo, se l'ha rotta non abbiamo neanche lontanamente i soldi per permettercene una nuova." Mi passai le mani nei capelli, mentre sentivo i miei calzini inzupparsi sempre di più, era come se stessi avanzando nell'oceano, anziché camminando nel bagno di casa mia. "Maze, non ce l'ho con te, strillo solo perché sono nervosa. Puoi prendermi delle pezze, dei teli, qualcosa, mentre io cerco di fermare questo disastro?"
Annuì, evidentemente arresa al mio caratteraccio, sparendo per fare ciò che le avevo chiesto.Non mi ero mossa da casa tutta la settimana, se non per andare a scuola o accompagnare Maze dalle amichette, ero sempre stata lì, presente e vigile, eppure scoppiava la lavatrice.
Doveva essere uno scherzo bastardo e malato del destino, uno dei suoi merdosi giochetti che mi facevano andare sempre tutto a puttane."Perché? Perché non si vuole spegnere?"
Urlai, e mi sentii una pazza, dovevo sembrare, effettivamente, una pazza, in tutto e per tutto, mentre tiravo cazzotti a un elettrodomestico che non voleva saperne di ascoltarmi, e che era l'ennesima prova di quanto stessi fallendo nel cercare di non mandare alla deriva quel poco che ci era rimasto. Molto spesso non c'ero, e quando c'ero, fallivo. E quel pensiero mi consumava, mi logorava l'anima dall'interno, perché non avevo la minima idea di come far migliorare le cose.
E così piansi, accucciata sul pavimento bagnato, mentre le mie mani si arrossavano per via dei colpi che davo a quella stupida lavatrice che era diventata il capro espiatorio di tutto quanto il resto."Ei, ho trovato questi nel mobile." Disse Maze, facendo ritorno nel bagno con le braccia stracolme di asciugamani.
"Okay," Tirai sù col naso, sfregandomi in fretta le guance per non farle vedere le lacrime, non volevo si spaventasse. "Vanno benissimo, grazie piccolina."
E, in quell'esatto istante, come se io e la mia maglietta logora, i miei capelli ammassati in una coda disordinata e il mio pavimento allagato fossimo in condizioni di ricevere visite, bussarono alla porta.
"Ma chi cazzo è adesso?" Imprecai, sull'orlo di un esaurimento nervoso. "Tesoro, puoi aprire?"
Mia sorella si avviò verso l'ingresso, mentre io iniziavo a stendere quegli asciugamani a terra, sperando veramente che servissero a qualcosa, altrimenti si sarebbe presentato il rischio reale che avrei raso al suolo quella casa con una mazza, tanta era la rabbia che sentivo ribollire nel mio corpo.
"Gesù, ma che è successo?"
Sollevai la testa, ritrovandomi di fronte Carl, con la sua solita faccia da schiaffi, nascosta per metà dal grosso sciarpone che gli girava attorno al collo.
Lo guardai in silenzio per qualche secondo, stentando a credere di averlo veramente in piedi dentro casa mia."Che cazzo ci fai tu qui?"
"Perciò lo conosci?" Domandò mia sorella, con un tono decisamente sorpreso. "Non devo buttarlo fuori?"
"È il fidanzato di Dominique." Risposi, senza mai smettere di fissarlo. "Qualsiasi cosa tu voglia da me, adesso, Gallagher, non è il momento. Sono letteralmente nella merda fino al collo, perciò non so cosa sia successo, ma tu e Dom dovrete arrangiarvi. E vaffanculo."
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guilty as sin?
Fiksi PenggemarMi specchiai nelle sue iridi, probabilmente troppo a fondo, per la conoscenza ancora acerba che ci univa, ma non potevo farci niente. Mi ritrovai nel suo sguardo, fermo e tremolante allo stesso tempo. Lo sguardo di qualcuno che aveva semplicemente d...