my tea's gone cold and i wonder why i got out off bed at all...
lettera alla mia rosa bianca.
sei illegale. le scriveva Marco, sulla trentina su uno di quei siti imbarazzanti per incontri, quelli perché preghi che non venga fuori della loro esistenza.
lui le diceva che era sexy, bellissima e aveva un fisico da urlo.
lei continuava a mandargli foto su foto.
non le importava che i suoi seni fossero esposti. non le importava che le si vedesse la biancheria intima.
niente di tutto quello che avrebbe trovato pudico la vergognava.
anzi, lei voleva sentirsi sporca. voleva che gli occhi degli altri la tinteggiassero. lei era acquerello e le loro dita pennelli. tracciavano le linee che volevano con i colori che volevano, e intanto l'acqua si sporcava e si insozzava.
dal risultato di quell'acqua veniva fuori il suo corpo. coperto di sudiciume e voglie non placate di assetati senza fondo.
lei voleva quelle attenzioni. le riscaldavano il petto ma le gelavano il cuore.
il suo logos era del tutto accecato dalla libidine.
e lei prima sì transtullava sulle fantasie altrui,poi macchiava il suo dipinto con goccioline trasparenti.
sentiva il disgusto verso se stessa che, come sudore, trapelava da ogni suo poro del tessuto epiteliale.
lo sentiva che la inumidiva le labbra e scorreva lungo le tempie.
lo sentiva annidarsi sotto ai suoi seni e colare lungo il busto.
sentiva l'interno coscia bagnarsi e sgocciolare fino ai piedi.
sentiva di sporcarsi e le faceva schifo.
si faceva schifo.
eppure quelle attenzioni le piacevano così tanto.
eppure in un certo senso le facevano schifo.ha senso macchiare la propria immagine di sperma altrui?
ha senso buttare via il proprio corpo e metterlo in mostra davanti al mondo?
che male ha mai fatto un corpo nudo?
nessun male, nulla di nulla.
eppure a lei la nudità dava fastidio. eppure a lei faceva ribrezzo sapere che una quarantina di persone erano in possesso delle sue forme. eppure non le importava più di tanto.tanto lei non aveva valore se non era corpo. se lo ripeteva ogni giorno.
lei era plastilina. chiunque poteva mallearla a suo piacimento.
lei era acqua, si adattava in qualsiasi contenitore veniva travasata.
lei era pongo, potevi costruirci quello che volevi, a lei non sarebbe importato.
assumeva valore solo in forma corporea, doveva pure attingere soddisfazione da qualcuno.
doveva pur sopravvivere, in fondo.
doveva essere consapevole del suo valore.
non sapeva se fosse o meno il modo giusto, sapeva solo che fino ad allora aveva funzionato.
le lacrime erano solo un effetto indesiderato.
lei otteneva sempre quello che voleva.dimmi, non era così che mi avevi detto Rosie?
la tua lisa