iv. chissà come va a finire

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L'ISOLA6:30, FORTEZZA

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L'ISOLA
6:30, FORTEZZA

Non appena Rin aveva messo piede in quella stanza, sapeva di non essere lì per lo stesso motivo degli altri

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Non appena Rin aveva messo piede in quella stanza, sapeva di non essere lì per lo stesso motivo degli altri.

Insomma, era piuttosto ovvio.

Chen era un tipo alquanto controverso, energico, con gli occhi che brillavano di una luce giocosa e decisamente pazza. Era un uomo di almeno sessant'anni, ma la sua presenza sembrava mettere tutti i presenti in ansia, compresi i suoi stessi uomini.

E Rin non era da meno.

«Benvenuti, benvenuti!» La sua voce era aspra e roca. Ricordava il suono che fa un acino di uva andato a male quando veniva schiacciato.

Guardandosi intorno, la ragazza poté rendersi conto di quanto enorme, anzi no, mastodontico, era il salone in cui erano entrati.

Alto quanto una cattedrale, con intarsi d'oro ed ebano che correvano lungo le pareti, sembrava di essere in un palazzo imperiale. Ai loro piedi, sopra il pavimento in pura madreperla, si espandeva un tappeto di quelli costosissimi, ricamato a mano con fili d'oro e d'argento.

«Impressionante, non trovi?» la ragazza dai capelli rossi si era rivolta a lei.
Rin non rispose, ma non poté fare a meno di essere d'accordo. Era convinta che posti del genere esistessero solo nelle favole.

𝐀 𝐆𝐀𝐌𝐄 𝐎𝐅 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐃𝐀𝐆𝐆𝐄𝐑𝐒, lloyd garmadon¹Where stories live. Discover now