iii. dà retta a me, ascolto te

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NINJAGO CITY23:30 PORTO

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NINJAGO CITY
23:30 PORTO

Rin si sentiva in colpa

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Rin si sentiva in colpa.

Aveva promesso alla sua famiglia che non sarebbe più tornata tardi, che avrebbe provato a stare più tempo con loro . . . eppure erano le undici e mezza di sera e tutto ciò che si stagliava di fronte a lei era l'immenso porto della città.

Non sapeva dove andare, e il biglietto che aveva in mano diceva soltano di recarsi a mezzanotte davanti al molo 66, disarmati e da soli. Tutto fatto, tranne l'essere disarmati: i suoi fedeli Sai erano abilmente nascosti tra le pieghe dei pantaloni.

Circa un quarto d'ora dopo iniziarono ad arrivare altre persone, tutte in maniera diversa e tutte alquanto peculiari: un ragazzo di circa vent'anni comparve trasportato da una nuvola di fumo; un uomo barbuto e sulla cinquantina spuntò dall'acqua, facendo quasi venire un infarto a Rin, sorretto dalle alghe; una ragazza dai capelli blu saltò giù da una motocicletta laccata di viola; un'altra ancora, dai corti capelli verdi, arrivò camminando come se nulla fosse, ma Rin fu certa di aver visto l'asfalto sfrigolare ad ogni suo passo, come se il suo corpo fosse fatto d'acido.

Individui particolari, come minimo.

Non aprì bocca, e stessa cosa fecero gli altri, rimanendo ognuno per conto proprio. Almeno non sono costretta a parlare si disse.

𝐀 𝐆𝐀𝐌𝐄 𝐎𝐅 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐃𝐀𝐆𝐆𝐄𝐑𝐒, lloyd garmadon¹Where stories live. Discover now