Capitolo 5

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"Io sono asciutto... Ora come pensiamo di asciugarti?" Chiese Harry al piccolo Louis, seduto sul bordo del lavandino. Dondolava i piedini avanti e indietro, guardando Harry sorridendo.

"Io non lo so." Gli rispose alzando le spalline. "Ma ho freddo. Tanto!" Si cinse il busto con le braccia, fingendo di tremare.

"Oh, Lou, Lou..." ridacchiò Harry.

***

Quando furono entrambi asciutti, Harry si sdraiò sul suo lettone, rilassando i muscoli tesi. Aveva parlato con Louis, mentre lo asciugava. Lui gli aveva raccontato com'era iniziato il Solstizio.
"Ero seduto a terra, aspettandoti, quando ho sentito un tittinnio leggero leggero e poi un'esplosione di colori e tutto... È tutto cambiato, sai! E io mi guardavo intorno stupito e poi... Poi ha iniziato a piovere. Grosse gocciolone di pioggia. Mi sono bagnato tutto e sono scappato qui... La finestra era aperta. E l'ho chiusa, come una persona grande." Gli aveva raccontato il piccolino, gesticolando eccitato. "Vorrei essere una persona grande..." aggiunse.
Harry gli aveva sorriso, si era scusato per non essere venuto e gli aveva assicurato che forse, un giorno, sarebbe cresciuto, fino ad essere alto più della sua mano.
"No, non così... Vorrei essere... Umano." Spiegò Louis.
Louis si era seduto sul petto di Harry e gli sorrideva assonnato.
"Sonno, piccolino?" Sussurrò il riccio quando Louis sbadigliò dolcemente. Harry non aveva mai visto una cosa più tenera in tutta la sua vita: un minusvolo ragazzino, seduto sul suo petto, che gli sorrideva, le palpebre pesanti.
Annuì.
Harry gli toccò le guance con gli indici, facendogli la bocca da pesciolino, come ai bambini. Ridacchiò, facendo saltellare Louis.
"Nom pensho shia divettente." Disse Louis, facendo ridere ancora di più Harry. Quando finalmente riuscì a calmarsi e togliere le dita dalla guanciotte dell'elfo, sbadigliò.
"Ora della nanna, per Harry... Hai intenzione di tornare a casa?" Mormorò.
Louis lo guardò negli occhi. "Io non lo so... Non penso riesca. La terra sarà tutta bagnata, e io potrei restare bloccato."
"Voglio che stia qui..."
Il piccolino sorrise. "Posso farlo, se vuoi."
Harry annuì sbadigliando e passandosi le mani sul volto. Louis scivolò sul materasso, lasciando che Harry andasse in bagno a lavarsi i denti. Si tolse i pantaloncini e le scarpette, lanciandoli poi sul comodino accanto a lui.
Quando Harry tornò, i capelli arruffati e un sorriso assonnato a contornargli le labbra, Louis pensò di poter morire.
"Dove dormi?" Gli chiese.
Louis alzò le spalle.
"C'è un cuscino libero, se vuoi. Puoi dormire accanto a me." Lo informò posando una mano sul morbido cuscino accanto al suo.
Louis si sedette sul cuscino e quasi sprofondò. "Ho paura che mi schiacci, Harry. E poi c'è quel gattaccio sulla sedia, potrebbe mangiarmi." Piagnucolò Louis, indicando il gatto arancione seduto sulla sedia, sopra ad una pila di vestiti di Harry.
"Olly? È buonissimo, il mio Olly." Rispose Harry infilandosi sotto alle coperte.
"Una volta ha cercato di mangiarmi. Mi sono dovuto nascondere in un vaso di terra."
Harry ridacchiò e guardò Louis rannicchiarsi sul cuscino. "Ti salverò io."
Il piccolino annuì e chiuse gli occhietti.
"Ti voglio bene" mormorò Harry.
Louis aprì un occhietto. "Cos'è?"
Harry sussurrò una risatina. "È una cosa che si dice quando... Quando ti piace stare con una persona." Gli spiegò accarezzandogli i capelli con un dito.
"Oh." Louis annuì e si rilassò sul cuscino, addormentandosi succhiandosi il pollicino.
Harry sorrise e guardò Olly, illuminato fiocamente dalla luce dell'abat-jure. "Non azzardarti, gattaccio" lo minacciò prima di spegnere la luce.

***

La luce del sole mattutino era filtrata dalla finestre gialline, illuminando fiocamente la stanza.
Harry, durante la notte, si era liberato delle coperte scalciandole coi piedi fino alla fine del lettone.
Un raggio di luce gli accarezzò dolcemente il viso, costringendolo a strizzare gli occhi. Li riaprì quando la stupida sveglia sul suo comodino iniziò a suonare fastidiosa. Allungò un braccio verso la sveglia, gettandola sbadatamente a terra.
Si stiracchiò pigramente e la sua mano andò a toccare qualcosa alla sua sinistra.
Spaventato e curioso, diresse lo sguardo verso ciò che aveva toccato e non poteva credere ai suoi occhi.
Un ragazzo castano giaceva accanto a lui, il pollice tra le labbra socchiuse, il petto nudo, le coperte che gli cingevano i fianchi esili.
Harry non poteva crederci.
Si pizzicò un braccio. No, niente sogni. Avvicinò lentamemte il volto a quello del ragazzo accanto a lui e "Louis?" Mormorò.
Il ragazzo aprì gli occhi di scatto e strillò, allontanandosi da Harry. Poi si fermò. Così, di punto in bianco.
"Harry?" Chiese. Lo stupore nella sua voce era palpabile.
Harry annuì. "Louis?"
Questa volta fu il castano ad annuire, guardandosi le mani.
"Sono enormi!" Esclamò, portandone una davanti al volto di Harry, colpendolo sul naso.
Harry imprecò e si coprì il naso con entrambe le mani.
I seguenti secondi furono un delirio.
"Mioddio, Harry, scusami! Non... Non volevo farti male. Che faccio ora, che faccio?" Disse Louis agitandosi preoccupato, facendo quasi cadere la lampada sul suo comodino e le cornici delle foto su di esso.
Harry allora lo afferrò per le spalle, costringendolo a guardarlo negli occhi. "Fermo, Lou!" Gli disse fermamente.
Louis annuì, respirando profondamente. "Ti ho fatto male?" Chiese con una vocina fine.
Harry sorrise, addolcito dal fatto che la vocina di Louis fosse l'unica cosa di lui rimasta minuscola e scosse la testa. "No, tranquillo... Com'è successo?" Gli chiese.
Louis alzò le spalle. "Penso... Penso si stato il-il gatto, ommioddio!" Strillò impaurito e si rannicchiò contro il petto di Harry, che si era messo a sedere a gambe incrociate.
"Il gatto non può farti nulla ora, Louis. Sei più grande tu." Gli spiegò Harry accarezzandogli i capelli per rassicurarlo.
Louis emise un "Oh..." e si sporse verso il gatto, accovacciato ai piedi del letto.
Era ancora minuto minuto, il piccolo Louis.
"Louis, penso ti servano dei vestiti..." notò Harry quando Louis si liberò dalle coperte. Era completamente nudo (e Harry aveva una bella visuale del suo culetto hehe).
Louis si voltò a guardarlo. "Si?"
Harry annuì ridacchiando e si alzò dal letto, andando ad aprire l'armadio. Ne strasse un paio di boxer, dei pantaloncini corti che non usava più e una canottiera, e lanciò tutto sul letto, accanto a Louis.
"Metti questi, Lou." Gli disse sorridendo sedendosi accanto a lui.
Lo osservò e lo aiutò ad infilarsi i vestiti, gli scopigliò un po' i capelli e lo fece alzare. Era così piccolo! Arrivava a malapena alle sue spalle e i vestiti gli stavano larghi e questo lo rendeva ancora più tenero, con la goffataggine dei suoi movimenti. Camminava cappestandosi i piedi l'uno con l'altro e inciampando spesso e faceva cadere qualsiasi cosa cercasse di toccare.
Harry lo guardava sorridendo e sentiva qualcosa, nello stomaco, ogni volta che il ragazzo incrociava il suo guardo. O faceva qualcosa. Forse ansia, fose preoccupazione, forse affetto.
E quando il piccolo ragazzo dagli occhi azzurri lo abbracciò stando sulle punte dei piedini, capì.
Era amore.

Tiny||LarryStylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora