Aveva undici anni e mi faceva una tenerezza infinita. Quegli occhi determinati e malinconici al tempo stesso, non avrebbero dovuto varcare quella porta. Sembrava essere nato sia con l'intelligenza che con il dolore scritti direttamente nei geni. La predisposizione ad annichilire sé stesso per il bene di chiunque faceva parte di lui in maniera inseparabile. Sembrava fosse costituito anche di questo.
La sua famiglia giustamente orgogliosa di lui, per quello era lì. Diventato adulto prima del tempo, già partecipava alle importanti riunioni del Clan. Tuttavia qualcosa sembrava stridere in fondo agli occhi di suo padre; la persona che, più di tutte, avrebbe dovuto essere fiera di lui concedendogli abbracci, carezze e complimenti, non sapeva fare altro che rivolgergli durezza e sguardi severi. Ma a lui questo non sembrava importare, non era toccato da niente che non riguardasse il raggiungimento dei suoi traguardi.
Come ci riesci?
Non ti fa male?
Come fai a nasconderlo?
Immediatamente nella mia mente si formò la sagoma di gente pronta ad approfittarsi del suo carattere dolce, remissivo e determinato nei suoi nobili obiettivi. Sarebbe diventato il capro espiatorio di persone senza scrupoli pronte a bersi fino in fondo il suo infinito e innato talento per poi buttarlo via come un guscio rinsecchito. Purtroppo, era lì anche per quello ma avrebbe accettato di tutto pur di evitare i conflitti agendo solo per il bene altrui. Purtroppo era già determinato a passare sopra il suo stesso cadavere e a mietersi con le sue stesse mani.
Purtroppo.
Speravo ancora di sbagliarmi, all'epoca, che a farmi vedere le immagini distorte fosse il vuoto lasciato dai miei affetti prematuramente perduti. Forse, non sapendo bene io per primo cosa significasse un padre, non potevo capire fino in fondo chi aveva la fortuna di averlo.
Ma il padre non dovrebbe essere colui che mette sempre al primo posto il benessere e la felicità del proprio figlio?
Non dovrebbe essere la persona pronta a sacrificarsi per la creatura che aveva messo al mondo impedendo che accadesse esattamente il contrario?
Probabilmente mi sbagliavo, cosa potevo saperne io non avendo idea di cosa fosse un padre?
Così misi a tacere il mio ardente desiderio di sostituirmi a quella figura. Non dissi mai niente dei miei dubbi prima e del mio senso di colpa poi. Avrei potuto e dovuto dirgli tante cose ma non lo feci mai.
Avanzava sicuro e risoluto indossando la divisa della Squadra Speciale che non era stata mai così bene a nessuno, intanto i suoi occhi gridavano una ricerca d'affetto che, forse, riuscivo a cogliere soltanto io.
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Non lo dirò
FanfictionKakaIta Kakashi x Itachi. Gli incontri tra Kakashi e Itachi sono stati pochi ma le emozioni che si sono lasciati dietro sono state sempre molto intense. Un legame che non è riuscito a concretizzarsi preso tra il contrasto delle ragioni del cuore e d...