Tutte le tue parole

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Nonostante la passione con cui le sue calde labbra di velluto stavano divorando le mie da ormai diversi minuti, quel bacio rispecchiava il suo modo di essere, straordinario senza bisogno di chiasso, solo dei lievi ma irresistibili suoni arrivavano dalle bocche e dai nostri respiri accelerati e roventi.

Le mie mani ancora colme delle sue natiche perfette rese aderenti dalla forte pressione, era abbastanza pesante per essere così magro. La pelle del nostro petto così attaccata che potevo apprezzare il battito di entrambi come se fosse fuso insieme. Questi pochi aspetti, tutt'altro che banali, mi gridavano che il mio sogno finalmente era reale senza bisogno di urlare e strepitare.

Le punte delle mie dita si allungarono incontrando la sua entrata resa sporgente e calda dal desiderio, iniziai a massaggiarla piano esercitando una tenue sollecitazione. Senza aprire gli occhi e separare le labbra dalle mie, tremò mentre l'interno del suo corpo fu attraversato da delle lievi pulsazioni. Gemette nella mia bocca per poi staccarsi e reclinare la testa all'indietro per godersi pienamente il momento, aprii gli occhi per gioire dell'immagine nel suo suo viso perfetto rilassato nell'abbassamento dell'autocontrollo così come non lo avevo mai visto. Inarcò la schiena intensificando lo sfregamento del suo sesso teso sul mio ventre, lo sentivo spingere turgido sulla pelle.

"Kakashi..."

Il mio nome fu un singhiozzo strozzato.

"Sì?"

Nonostante le sue parole si fossero ancora interrotte nel respiro ansimante, tutti i miei dubbi scomparvero all'istante come una piccola goccia d'acqua che cade su una stufa incandescente. Non era un mero contatto fisico dettato unicamente dai bisogni della carne, in quell'abbraccio si stava finalmente affidando a me come probabilmente avrebbe voluto fare sin dall'inizio, mi stava donando il suo cuore certo che io fossi uno dei pochi capaci di non farlo a pezzi dopo pochi secondi. Non era venuto lì per fermarci impedendoci di salvare Gaara, ma lo aveva fatto per dirmi tutto questo. Ero sicuro che dopo ci avrebbe lasciati proseguire, non aveva mai voluto che qualcuno morisse.

Me lo stai dicendo.

"Itachi..."

Quel sussurro fu intriso di tutto l'amore che avevo dovuto nascondere per anni, a me stesso compreso. Ormai non potevo più proteggerlo dallo squarcio che si era aperto nel cuore da solo distruggendo la vita del fratello minore e la sua, ma almeno avrei potuto fargli comprendere che io lo avevo sempre amato e capito, adesso a maggior ragione. C'era stato un motivo e io lo intuivo.

Lo appoggiai con la schiena al tronco premendo con forza con il mio bacino per sostenerlo meglio, mi guardava negli occhi con le ciocche corvine a incorniciargli lo sguardo leggermente bagnate di sudore. Cercai comunque di contenere la mia forza per evitare che la sua pelle bianca e ben curata potesse graffiarsi a contatto con la corteccia. Con le mani gli allargai leggermente i glutei, spostai in avanti il suo bacino flettendo le ginocchia per arrivare ad appoggiare la punta del mio sesso sul suo ingresso ardente, se la sua pelle era bollente ovunque lì sembrava letteralmente lava incandescente.

La sua carne era elastica e non opponeva la minima resistenza al mio lento scivolargli dentro, i nostri sguardi restarono fusi l'uno dell'altro, lui mosse solo leggermente le labbra piene restando immobile finché le sue natiche arrivarono a toccare il mio inguine.

Quando fummo, per la prima volta, completamente insieme emisi un gemito senza premurarmi di celare il violento tremito che mi attraversò il corpo. Avevo nascosto i miei sentimenti anche troppo.

Non lo dirai. 

Non lo diròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora