Luci spente in corridoio

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Ero rimasta di sbieco. Come è possibile che in un istituto così prestigioso accadano fatti così orribili? Ebbi il coraggio di chiederle con voce sottile: "ma stai scherzando vero...?"Meghan scosse la testa e mi indicò un punto lontano del corridoio dove potei intravedere una sagoma nera allontanarsi tranquillamente dal laboratorio di chimica. Per poco non vomitai e mi chiesi se in questa storia c'entrasse anche il lupo che avevo visto prima- "Ovvio che c'entra, che domande che ti fai" pensai rivolgendomi a me stessa. Entrambe non sapevamo che cosa dire, quando ad un tratto Meghan ruppe il silenzio: "Io vado a perlustrare l'ala destra della scuola, tu stai qui e nasconditi nel caso dovessi sentire dei rumori strani o qualcos'altro". "IO DA SOLA?! Ma se ho paura di una cimice! Come faccio a non spaventarmi di restare da sola quando a scuola c'è un potenziale assassino che potrebbe farci fuori?! E poi perché andare a controllare cosa c'è dall'altra parte della scuola quando l'unica cosa intelligente da fare qui è scappare?!" le dissi ormai in preda al panico: restare da sola in questa situazione era l'ultima cosa che avrei voluto fare. "Devo andare a controllare se nell'ufficio della preside le comunicazioni sono state interrotte: nel caso dovessero essere fuori uso, saremmo costrette ad aspettare fino a domani mattina prima di riuscire a contattare qualcuno" sembrava molto sicura di se. "Perché fino a domani? non potremmo uscire direttamente da qui?" le chiesi. "No. Ti devo ricordare che il cancello della scuola si apre solo tramite il riconoscimento Bluetooth del cellulare della preside? Ecco, nel caso avessero tagliato ogni connessione, il cancello si aprirà automaticamente domani mattina alle 8:30, nonché il classico orario di ingresso pe tutti gli altri studenti" disse Meghan: in un certo senso la ammiravo, perché sapeva più cose di quante ne sapesse spesso la preside. "Ok va bene, ma non ho ancora capito perché tu debba andare da sola fin laggiù; cioè perché non posso venire con te? Ti prometto che non ti sarò di intralcio". Dai, la stavo letteralmente implorando, come faceva ad ignorarmi? "Quando dici che non mi sarai di intralcio, intendi dire che ti metterai a gridare aiuto per ogni minimo rumore?" mi chiese con tono divertito. "Diciamo che è possibile, ma non ne sarei troppo convinta" le risposi io sulla difensiva. "Secondo me è meglio se rimani qui, anche perché devi tenere d'occhio un po' la situazione". Mi ero rassegnata e pensai che in fondo- molto infondo -potesse avere ragione lei, quindi decisi di nascondermi dentro l'armadio facendo attenzione di chiudere bene l'anta; mi accorsi poco dopo che tramite una fessura riuscivo a vedere tutta l'aula. "Potrei usare questo nascondiglio per far paura ai miei compagni di classe in futuro" dissi ridacchiando, ma non mi ero accorta che Meghan era ancora lì, così mi rimproverò dicendomi che dovevo fare silenzio. Prima di uscire però mi disse in tono severo: "Se senti che qualcuno apre la porta e non è passata almeno mezz'ora da quando sono uscita, vuol dire che sei in pericolo: non fare alcun  rumore, e non provare ad uscire, capirai che sono rientrata solo se sentirai un fischio". Dopo aver detto ciò, raccolse tutto il suo coraggio ed uscì, ed io rimasi sola dentro l'armadio a fissare dalla fessura l'aula di arte: "È strano vedere la classe vuota" pensai. Ma qualcosa mi riscosse dai miei pensieri: sentii la porta che si apriva, e d'istinto pensai che potesse essere Meghan, ma prima di aprire l'armadio mi soffermai a pensare: "No, aspetta non è possibile che sia tornata così presto è appena uscita, è impossibile che sia lei". Un brivido mi percorse la schiena e mi domandai chi potesse essere entrato, così sbirciai dalla fessura

Dove gli occhi del lupo trovano le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora