RITORNO A CASA

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Quello che vi trovai dentro non sembrava all'apparenza diverso dal normale.

Mio padre leggeva il giornale nella sua grande poltrona in pelle,

dalla cucina si sentiva la voce un pò stonata di mia madre
(segno distintivo che stava preparando qualcosa di buono)

e nell'angolo, vicino alla libreria, la fanciulla dai capelli rossi che giocava con le bambole.

Solo un dettaglio mi insospettiva:
la strana meccanicità di tutto ciò.

Io ero rimasta lì immobile ad osservarli, mi erano terribilmente mancati.

Quando si accorsero della mia presenza alzarono lo sguardo.

Mio padre mise da parte il giornale per venirmi ad abbracciare,
mia sorella, con ancora i giochi in mano, mi sorrise
e mia mamma mi accolse con un
"Ben tornata Petunia, è pronta la colazione".

Presi così posto a tavola ma era strano... molto strano.

Per quanto sorridessero c'era qualcosa che non mi convinceva.

Ero, si, contenta di rivederli
ma non sapevo cosa fosse successo nelle ultime settimane in quella casa
ed ero certa che niente era tornato come prima.

Lo vedevo nei loro occhi, sguardi, modi di fare...

erano troppo impostati... troppo finti.

 Stavano mascherando i loro sentimenti e la evidente tensione accumulata.

Parlarono del più e del meno, come se fossi sempre rimasta lì con loro.

Finito di mangiare Lily andò in camera,
mia mamma a completare il suo lavoro a maglia
e mio padre nel suo ufficio.

Nessuno si rivolse la parola se non per un

"ciao, buongiorno, buonasera, a tavola! Mi passi questo, grazie"

fino a sera...
....e così il giorno seguente...
.....e quello dopo ancora...

      ******************

Pur cercando di nasconderla, la tensione a casa era più che evidente.

Così un giorno, finita scuola, invece di svoltare per la solita strada mi avviai verso il parco.

Non avevo alcuna voglia di tornare in quel teatrino.

Camminai lungo il solito fiumiciattolo, che tanto adoravo, finchè non trovai un posticino dove sedermi.

Sdraiata lì, all'aria aperta, mi sentivo bene.

Il cielo era di un azzurro intenso e il vento soffiava cosi dolcemente...
non c'era paradiso più bello.

Cominciai pian piano a rilassarmi...

immergendomi inevitabilmente nei miei pensieri...

In quei giorni avevo cercato di non farmi troppe domande, se i miei genitori avevano preso delle decisioni era giusto seguirle.

Ma in quel momento un'ondata di rabbia mi pervase...

Ero stata scaricata come un oggetto a casa della mia migliore amica,
senza avere più alcuna notizia e una volta tornata non mi era stata fornita nessuna spiegazione....

Nella mia vita avevo sempre così tanto focalizzato tutte le mie energie per piacere agli altri
che un re o un nobile di un tempo mi avrebbe fatto un baffo.

Ero la studentessa modello,
una figlia per bene
e una bambina più che ordinata...

ma con tutto ciò continuavo a essere la seconda.

Petunia Evans 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora