Incontro

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Un giorno però la nostra mamma ci lasciò uscire al parco da sole.

Avevo io la responsabilità su tutto é questo, credetemi, mi rendeva davvero agitata.

Camminammo verso il parco a passo svelto, non volevo che la gente ci vedesse.

Quando fummo arrivate mi girai verso di lei con uno sguardo che diceva tutto.

Cerca di non farci mettere di nuovo nei guai, ti prego.

Un misto fra una supplica e un ordine.

Forse era solo una mia paranoia, ma il sospetto di essere osservata non mi abbandonava.

Continuavo a guardarmi intorno ma non c'era nessuno e non avrei dovuto stupirmi.

Quel giorno il sole era rovente,
la poca gente che usciva lo faceva solo per disperazione per comprare il pane o qualsiasi altro alimento fondamentale che gli mancasse a casa.

Cominciammo a dondolare sulle altalene e questo mi fece rilassare.

Mi ricordava i vecchi tempi.

A tratti, il vento caldo dell'estate, si fece sentire, scompigliandoci i capelli.

Continuammo a ridere.

"Oh, guarda che bello!!"
Gridò mia sorella.

Si, era uno spettacolo meraviglioso.

Adesso che tutte e due avevamo i capelli lunghi, quando il vento ce li innalzava, essi volteggiavano creando delle onde

(che poi subito dopo ci sarebbero finiti tutti in faccia facendoci assomigliare allo zio it della famiglia Addams).

Fra risate e chiacchere però avevo perso la situazione di mano.

Non mi ero resa conto che Lily cominciava a dondolare troppo in alto e quando me ne accorsi era troppo tardi.

Sapevo cosa avrebbe fatto.

"Lily non farlo!"

Ma lei testarda com'era, una volta raggiunto il punto più alto dell'arco, si lanciò quasi letteralmente in volo  verso il cielo limpido con uno scoppio di risate.

Invece di precipitare sull'asfalto, si librò in aria come una trapezista e vi indugiò troppo a lungo atterrando con troppa delicatezza.

Nella mia testa il panico più totale.

Non capiva che quel giorno era sotto la mia responsabilità?

Non capiva che io avevo paura di affrontare un altro disastro da sola?

Non capiva che provando a reprimere la sua natura stavo solo cercando di protegggerla?

In fondo le volevo bene.

"La mamma ti ha detto di non farlo!!"

Fermai l'altalena piantando i talloni a terra con uno scricchiolio,
balzai in piedi e mi misi le mani sui fianchi.

"La mamma ha detto che non puoi, Lily!!"

"Ma non mi sono fatta niente"
ribattè lei che ancora rideva.
"Tunia, guarda. Guarda cosa sò fare".

Oddio un'altra delle sue stramberie!! Che non si può stare un momento in pace?
Pensai.

Avrei voluto dirle di no ma la parte curiosa di me contrastava quella che disapprovava, lasciandola fare.

Mi guardai per la millesima volta intorno per poi concentrarmi su di lei.

Raccolse un fiore da un cespuglio e poi mi tese la mano aperta.

Il fiore da uno stato immobile cominciò ad aprire e chiudere i petali come una bizzarra ostrica con molte valve.

"Smettila!"
Dissi con voce autoritaria.

"Mica ti fa male"
obiettò Lily, ma poi chiuse la mano sul bocciolo e lo gettò di nuovo a terra.

Ero stupita, strabiliata e allo stesso tempo orripilata.

Che confusione!

Il mio sguardo aveva seguito la caduta del fiore ora indugiava mentre era a terra.

Ad un certo punto mi lasciai scappare un...

"Non è giusto, ma come fai?"

Cioè... aspetta.... no!! Non avrei mai voluto dire una cosa del genere!!

Nessuno avrebbe mai dovuto pensare che a me potessero piacere quei simili trucchetti.

Prima che io potessi rimangiarmi quelle parole, una terza voce mi interruppe.

"È ovvio no?"

Un bambino di dieci anni, magrolino, giallastro in volto, con dei lunghi capelli neri e abiti mal assortiti,
balzò fuori dai cespugli....

Petunia Evans 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora