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Hyunjin riuscì ad affrontare il resto della giornata scolastica, per sua fortuna.

Ovviamente non aveva ascoltato le raccomandazioni, o meglio, le minacce, di sua madre, anzi.

Aveva continuato a fare quello che voleva quando voleva, non curandosi minimamente nè degli sguardi pieni di disprezzo dei suoi insegnanti, nè di quelli giudicanti dei suoi compagni di classe, quelli più diligenti.

Soltanto le risatine degli altri, che poteva definire quasi suoi amici, non gli davano alcun fastidio, ma al contrario gli procuravano un certo piacere, lo incitavano a continuare a comportarsi in quel modo.

Non gli importava niente dei rimproveri e delle possibili punizioni, non si sforzava nemmeno di fingere di aver capito la lezione avuta in precedenza dal preside, in presenza di sua madre.

Sapeva che tutta la classe ne era al corrente, le notizie viaggiavano alla velocità della luce nella sua scuola, ma non dava alcun peso ai mormorii degli altri.

Quando suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni, Hyunjin prese lo zaino e uscì velocemente dall'aula, non aveva intenzione di rimanerci un minuto in più, si sentiva soffocare.

Durante il tragitto che portava a casa sua incontrò il suo migliore amico, Jisung, che lo invitò a passare il pomeriggio insieme, ovviamente a giocare ai videogiochi e a mangiare qualche cibo spazzatura.

Hyunjin accettò senza pensarci due volte, non voleva sprecare il suo tempo a fare i compiti per il giorno successivo, avrebbe inventato qualche scusa con i professori, come sempre.

Anche se ormai non servivano più le scuse, tutti sapevano che lui non sarebbe cambiato da un giorno all'altro, come se niente fosse, nè sarebbe mai diventato uno studente modello.

Lo consideravano un caso perso, e forse lo era davvero.

Salutò il ragazzo con un mezzo abbraccio, promettendogli di essere puntuale e di portare qualche bevanda alcolica, correndo anche il rischio di essere beccato da sua madre.

Avrebbero passato un bel pomeriggio insieme, ne era sicuro, e aveva già intenzione di autoinvitarsi a casa dell'amico per la notte.

Arrivò davanti alla porta della propria casa, prendendo un grosso respiro prima di inserire la chiave nella serratura e girarla.

Non aveva nessuna voglia di entrarci e di sorbirsi una ramanzina da parte di sua madre, ma non aveva alcuna scelta.

Non poteva di certo rimandare l'incontro all'infinito, prima o poi avrebbero dovuto parlare di quello che era successo quella stessa mattina ed affrontare insieme la questione.

Inserì la chiave nella serratura, girandola piano, guardandosi furtivamente intorno, come se stesse per entrare in un'abitazione che aveva intenzione di derubare mentre gli inquilini erano via.

Non appena posò lo zaino a terra, togliendosi quel peso inutile dalle spalle, sentì la voce di sua madre rimbombare per la casa, chiamando il suo nome a voce alta, chiaramente alterata.

Hyunjin sussultò per lo spavento, portandosi una mano sul cuore per calmarsi e regolarizzare il respiro, che sentiva affannoso.

Sapeva di star solo perdendo tempo, rimandando l'inevitabile, ma in fondo avrebbe potuto inventare qualche scusa per giustificare la sua condotta non proprio impeccabile e "pulita" e i suoi voti che ogni giorno di più raggiungevano livelli bassissimi.

Aveva sempre fatto così, promettendo a sua madre che sarebbe cambiato, migliorando il suo comportamento e iniziando a studiare sul serio, dichiarando addirittura di voler prendere in considerazione l'idea di trovarsi un tutor che lo aiutasse con i compiti, spiegandogli gli argomenti più difficili di tutte le materie, ma quel giorno non era mai arrivato.

romanticizing school // hyunlix Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora