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Era per la quarta volta ormai che la signora Hwang veniva chiamata nella presidenza della scuola che frequentava o che teoricamente suo figlio avrebbe dovuto frequentare con assiduità, essendo ancora minorenne e sotto la podestà dei suoi genitori.

La donna salutò cordialmente il preside, un uomo sulla cinquantina, calvo e di statura imponente, ricambiando la sua stretta di mano forse un po' troppo salda per i suoi gusti, ma non ci fece caso più di tanto, pensando che si trattasse di una cosa più che normale, visto che suo figlio ne aveva combinata un'altra delle sue, per l'ennesima volta.

Sorrise nervosamente, torturandosi le mani, ed abbassò lo sguardo sulle proprie scarpe, trovandole d'un tratto interessanti, ma in realtà si sentiva estremamente in imbarazzo per il ragazzo che ora stava comodamente seduto nell'ufficio del preside, come se non fosse successo niente di grave e di cui bisognava parlare urgentemente, per poi trovare insieme una soluzione efficace e immediata.

Non si era mai sentita così mortificata in vita sua, doveva essere sincera con se stessa, ma soprattutto doveva ammettere che suo figlio era un ragazzo un po' troppo problematico e insofferente alle regole che la società e la scuola gli imponevano.

Faceva semplicemente tutto quello che gli passava per la mente, senza porsi dei limiti, nè curarsi minimamente delle conseguenze.

Sua madre aveva invece il compito di risolvere i casini che combinava.

La donna si ricordò di quando suo figlio frequentava ancora le scuole elementari.

Già allora era un bambino esuberante, vivace, che non stava mai fermo, ma la cosa peggiore era che non voleva assolutamente passare i suoi pomeriggi a fare i compiti.

Preferiva giocare con i suoi amici nel parco sotto casa, piuttosto che adempiere ai suoi obblighi scolastici.

La situazione non cambiò molto negli anni a venire, anzi.

Hyunjin era una ragazzo svogliato, pigro, non aveva voglia di fare niente, tantomeno di studiare.

Non aveva nessuna intenzione di stare chinato per ore ed ore sui libri e sprecare il suo tempo prezioso per quello che lui stesso definiva una cosa inutile.

Era sempre impreparato nei compiti in classe, saltava le ore scolastiche, non si faceva mai interrogare di sua volontà, nè rispondeva alle domande che gli rivolgevano i professori.

La signora Hwang aveva tollerato questa situazione da diversi anni ormai, non volendo rimproverare eccessivamente suo figlio, dandogli punizioni, facendolo sentire mortificato e pieno di rancore nei suoi confronti, aveva lasciato correre tutto nella speranza che suo figlio cambiasse e cominciasse ad assumersi le proprie responsabilità, che decidesse di crescere una volta per tutte e di maturare, diventando un adulto a tutti gli effetti.

Così non era stato, quindi la donna decise di passare alle maniere forti, se questo voleva dire preservare l'educazione e il futuro del suo stesso figlio.

Non voleva farlo, ma era stata costretta dal comportamento immaturo del ragazzo seduto vicino a lei.

-Signora Hwang, mi perdoni per il disturbo, ma avevo l'urgenza di convocarla oggi stesso. Spero che capisca. -iniziò il preside con tono grave, rivolgendo uno sguardo attento alla donna da sotto gli occhiali dalla montatura spessa.

-Certo, non si preoccupi. -la donna si affrettò a tranquillizzarlo, sforzandosi di fare un sorriso che non sembrasse falso.

Aveva preso un permesso dal lavoro per venire a scuola di suo figlio, anzi, aveva dovuto correre, dato che il preside le aveva accennato qualcosa al telefono, una situazione degna di assoluta attenzione e un problema urgente che non poteva essere assolutamente trascurato, le aveva detto.

Sospirò, sentendosi stringere il petto dalla paura per quello che l'uomo avrebbe detto di lì a poco, sicuramente nulla di rassicurante, a giudicare dalla sua espressione burbera.

-Deve sapere che suo figlio sta rischiando davvero l'anno. Non frequenta con assiduità le lezioni, spesso e volentieri esce fuori dall'aula con la scusa di dover usare il bagno, risponde male a tutti i professori, non studia. Non so proprio cosa fare con lui, è un caso perso. Sto ricevendo molte lamentele anche da parte dei genitori dei suoi compagni, visto che non solo non segue le spiegazioni, ma addirittura non permette di farlo a chi ne è interessato. La prego di fare qualcosa a proposito, signora Hwang. Ne avevo già parlato con vostro figlio in più di una occasione, ma sembra di non volermi ascoltare, eppure la probabilità che venga espulso da questa scuola è molto alta, visto che l'intero corpo dei docenti è più che favorevole alla sua bocciatura immediata. Questo succederà solo se non saranno presi dei provvedimenti seri da parte vostra riguardo al comportamento dell'alunno qui presente.

Il preside si girò verso Hyunjin, rivolgendogli un'occhiata di disprezzo mal celato.

L'uomo era ormai stanco di quel ragazzo che non combinava mai niente di buono e voleva che se ne andasse, ma aveva l'obbligo di coinvolgere sua madre nella questione e di risolverla il prima possibile, altrimenti il destino del ragazzo era già più che ovvio.

La donna rimase di stucco al sentire le parole pronunciate dall'uomo.

Non credeva che suo figlio fosse così indisciplinato e irrispettoso nei confronti dei professori e dei suoi compagni, non si sarebbe mai aspettata un comportamento del genere da parte di suo figlio.

Era svogliato, non amava studiare, ma non era maleducato.

La signora Hwang dovette prendersi un po' di tempo per riprendersi dallo shock, ancora non riusciva a credere alle sue orecchie.

Aveva sentito bene?

Hyunjin, d'altro canto, se ne stava seduto tranquillamente, senza fiatare, guardando un punto fisso e indefinito della parete dietro alla cattedra del preside, come se la situazione non lo toccasse minimamente, nè lo riguardasse in qualche modo, quando invece sua madre era sull'orlo dell'esasperazione per colpa sua.

-Signor preside, la ringrazio per avermi illustrato l'intera vicenda. Le prometto che prenderò subito dei provvedimenti e che Hyunjin non si comporterà mai più in quel modo, anzi, diventerà uno studente modello in men che non si dica. -affermò risoluta, decisa a mantenere la sua promessa.

Si alzò, stringendo un'altra volta la mano del preside, che sorrise vittorioso, sicuro che le cose sarebbero finalmente cambiate, per il bene di tutti.

Prese Hyunjin per un braccio e lo trascinò fuori, guardandolo furiosa.

Se prima sembrava calma e serena, ora la donna era diventata una belva.

-A casa faremo i conti. Ora vai in classe e vedi di seguire tutte le lezioni. Spero di essermi spiegata perché non lo ripeterò per la seconda volta.

romanticizing school // hyunlix Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora