«Papo ma quando arriviamo?»
Simone sospira mentre scala la marcia per poi immettersi nella strada principale «Leo, manca poco non preoccuparti. Piuttosto dimmi cosa avete fatto all'asilo oggi» il piccolino inizia a raccontare tutti i giochi che ha fatto con i suoi amichetti, spiega come ha imparato a disegnare un fiore e come si sia divertito a ballare la canzone degli indiani.
Sono passati ormai anni da quando Simone e Manuel sono diventati una coppia, ed in questi anni hanno maturato il desiderio di diventare genitori. Dopo anni e mesi di burocrazia e viaggi tra uffici e ambulatori, finalmente, tre anni fa, è arrivato Leo, un piccolo fagottino di un mese. Quando l'hanno messo in braccio per la prima volta a Simone, entrambi sono scoppiati in lacrime, era tutto vero.
Da tre anni le loro vite sono più colorate, si sono dovuti destreggiare tra pannolini e pappe, passando per le prime parole incomprensibili ed ora ai discorsi interminabili del figlio che è diventato un grande chiacchierone.
«Siamo arrivati» appena Simone pronuncia quelle due parole, Leo inizia ad agitarsi provando a slacciarsi e scendere dal seggiolino, a cui seguono un paio di rimproveri di Simone.
Simone è il più apprensivo tra i due, Manuel spesso gli dice di non preoccuparsi troppo e che è tutto sotto controllo, ma il corvino proprio non ci riesce. E anche in questo si completano. Manuel è giocherellone, fa fare un sacco di cose a Leo, forse anche quelle che non dovrebbe ancora fare data la sua età. Mentre Simone è il più severo, colui che li tiene a bada, ma alla fine davanti agli occhioni "come quelli de tu padre" – a detta di Manuel – si scioglie come un cioccolatino al sole.
Simone dopo aver parcheggiato, scende dall'auto e fa il giro andando a slacciare il figlio e aiutandolo a scendere; lo prende per mano e insieme si avviano verso il palazzetto del ghiaccio dove papà Manuel si sta allenando.
Leo adora guardare suo papà allenarsi, si diverte a vederlo pattinare da una parte all'altra della pista, ma in assoluto quello che gli piace di più, è quando frena e solleva quella neve che si crea quando la lama sfrega velocemente sul ghiaccio.
Leo e Simone si siedono sugli spalti vuoti, il papà aggiusta il cappellino e la sciarpa del figlio in modo che non prenda freddo, date le temperature gelide all'interno del palaghiaccio, e iniziano a guardare l'allenamento.
Al termine dell'allenamento i giocatori devono raccogliere i dischi in giro per la pista, così Simone e Leo ne approfittano per scendere accanto alla pista e vedere i giocatori - ma soprattutto Manuel - da vicino.
Leo ha imparato a dare il pugnetto ad ogni giocatore e così fa quando iniziano ad uscire dalla porta per raggiungere lo spogliatoio, ormai la squadra è una grande famiglia e il piccolino è come se fosse il nipote di tutti loro.
«Papà, papà» urla il piccolino e Manuel appena esce dalla porta lo prende in braccio e si slaccia il casco per poi appoggiarlo a terra «Ciao amore mio» e Simone dovrebbe essere abituato a questo, ma l'amore che prova per quelle due persone è così intenso che davanti a questa scena, inevitabilmente si commuove.
Leo, notandolo, mette le mani a coppa vicino all'orecchio di Manuel e sussurra «Papo sta di nuovo piangendo» ed allora si avvicinano e il riccio si sporge per lasciargli un bacio sulle labbra
«Puzzi Manu»
«Ho appena finito l'allenamento Simò, mica posso profumà de lavanda» entrambi scoppiano a ridere e il piccolo Leo ridacchia portando le manine davanti alla bocca
«Leo, papà tuo ha una sorpresa, vuoi pattinare con me?» il piccolino emette un urletto eccitato e Simone sorride, lui e Manuel gli hanno regalato un paio di pattini come quelli di papà e vogliono fargli provare per la prima volta l'ebbrezza di questa esperienza che è pattinare sul ghiaccio.
Manuel siede Leo sulla panchina, gli toglie le scarpe e gli infila i pattini per poi stringerli perfettamente. Simone gli sistema ancora una volta il cappellino nero a strisce arancioni e blu e raccomanda a Manuel di stare attento. Il riccio sorride infondendogli sicurezza e gli lascia un altro bacio, perché loro in fondo sono sempre i soliti Simone e Manuel, coloro che l'amore l'hanno conosciuto insieme, piano piano, guardando l'alba e bevendo birra. Le cose più semplici sono state sempre le loro cose preferite, anche dopo tutti questi anni.
Manuel, tenendo Leo dalle ascelle, lo mette sul ghiaccio. Il piccolino inizia a muovere le gambette e strisciare i pattini sul ghiaccio, nel palazzetto rimbomba la sua risata e i cuori di Simone e Manuel si sentono pieni e ricchi d'amore. Il corvino ne approfitta per scattare qualche fotografia con il cellulare e immortala gli amori della sua vita felici e con i sorrisi che illuminano il palaghiaccio.
«Papi, come te! Come te!»
E Manuel sente il cuore sciogliersi in quel momento, vedere suo figlio nel posto che da sempre per lui è stato casa, un rifugio in cui stare anche quando tutto al di fuori va male, lo fa sentire come se stesse toccando il cielo con un dito. Simone in panchina che li osserva con un sorriso che rivela quelle fossette che tanto ama, suo figlio tra le braccia che sgambetta sul ghiaccio e il palaghiaccio che li guarda come un attento spettatore.
«Ti è piaciuta la sorpresa di oggi, Leo?» domanda Simone mentre è intento a sistemare il piccolo nel suo lettino con le lenzuola di Cars, il suo cartone animato preferito.
«Sì papo, ma la prossima volta vieni anche tu» sussurra sbadigliando e il corvino annuisce iniziando ad accarezzargli la fronte, un gesto che da sempre culla il piccolo Leo fino ad addormentarsi.
«Siete il regalo più bello che la vita potesse farmi» Simone sobbalza sentendo due possenti braccia cingergli le spalle, Manuel lo accarezza mentre entrambi non tolgono gli occhi da loro figlio, l'amore della loro vita, il coronamento del loro grande amore.
«Tu il nostro, Manu»
E come tutte le sere, dopo aver ammirato quella dolce creatura dormire, si trasferiscono sul divano: Manuel sdraiato con le gambe leggermente allargate e Simone addosso a lui con la testa appoggiata sul petto. È uno dei momenti della giornata che preferiscono, con una puntata di una serie televisiva alla tv e i loro cuori vicini che battono all'unisono. Molto spesso si addormentano in questa posizione ma si risvegliano poco dopo perché, puntualmente, Leo vuole dormire insieme a loro, così tutti e tre si dirigono nel lettone e si addormentano stretti in abbraccio.
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rover | simuel
Cerita Pendekmissing moments/mini os - quarto tempo. Alla fine del diciannovesimo e all'inizio del ventesimo secolo, nell'hockey, c'era questo ruolo chiamato "rover" che era il settimo uomo in campo (ora si gioca con un portiere, due difensori e tre attaccanti)...