Era la terza volta.
La terza volta che cercava di sistemare quella dannata ciocca davanti allo specchio del bagno tutto blu del Cloud 8.
Senza riuscirci, ovviamente.
I suoi capelli non erano mai stati indomabili, era sempre riuscito a gestirli decentemente, ma proprio nel momento del bisogno quella dannata ciocca non voleva proprio saperne di stare al suo posto.
Il riccio gli cadeva, afflosciato, su un lato della fronte e al quarto tentativo, Simone sbuffò esasperato.
Mancavano venti minuti alle otto, il locale era già praticamente vuoto e lui stava tentando vagamente di rendersi presentabile.
Guardò il suo riflesso allo specchio, gli occhi un po' stanchi, il colorito spento, e quell'unica dannata ciocca praticamente liscia sulla sua fronte.
E se non poteva fare nulla per la sua evidente stanchezza, pensò che poteva almeno servirsi dei doni che la natura gli aveva fatto per risolvere la questione capelli.Guardò la ciocca nel riflesso e, chiudendo poi gli occhi, si concentrò prima di schioccare le dita.
Una magia semplice.
Da primo livello.
Di quelle che facevano a cinque anni per divertirsi a cambiare acconciature e fare scherzi innocenti.Fu per questo che, quando aprì gli occhi, fissò il suo riflesso con la bocca spalancata e un'espressione atterrita.
Non solo la ciocca era ancora lì, liscia, ma stava assumendo anche un evidentissimo color blu elettrico che difficilmente sarebbe passato inosservato agli occhi dei più.
"No, no, no", la cantilena si susseguì esausta, mentre il corvino -non più tanto- cercava invano di riportare la situazione a quella precedente, ma la ciocca rimaneva lì, beffarda, blu e liscia.
Sospirò affranto e, passandosi la mano sul volto, uscì dal bagno alla disperata ricerca di una soluzione immediata.
Ovviamente, si trovò davanti Matteo, che lo guardò come si guarda una specie a rischio nella savana."Simò? Ma che hai fatto in quel bagno?"
Fissava palesemente la ciocca di capelli che ben si intonata al maglione indossato dal corvino e tratteneva a stento le risate.
"Mattè, non ti ci mettere pure te, ti prego"
Simone alternava lo sguardo tra l'amico e la porta del locale, in ansia.
"Ma è tipo un nuovo look?", il biondo alzò una mano per portare le dita a sfiorare la ciocca turchina, ma Simone gli schiaffeggiò la mano con un gesto secco e gli riservò un'occhiata di fuoco.
"Devo trovare una soluzione"
Matteo non fece nemmeno lo sforzo di nascondere il risolino che affiorò alle sue labbra, mentre nascondeva le mani nelle tasche del grembiule.
"E non puoi fa' quell'abracadabra che fate voi?"
Simone allargò le braccia, stizzito.
"È per colpa dell'abracadabra che ora ho i capelli blu!!"
"Ah"
"Eh!"
"Allora chiamo Chicca, 'spetta."
Il corvino gli afferrò il braccio con il quale stava già estraendo il cellulare dalla tasca del grembiule e lo fermò.
"No, al momento io non parlo con Chicca."
"Perché?"
Simone sgranò gli occhi e: "Ma i fatti tuoi, Mattè?"
L'altro alzò le mani in segno di resa.
"E me sa che allora dovrai continua' a fa' la fata turchina, amico mio."
Rise al sospiro affranto dell'amico e poi si guardò intorno.
Gli occhi gli si illuminarono quando, all'appendiabiti dei dipendenti notò un cappellino con la visiera.
Era grigio, un po' consunto, ma avrebbe fatto il suo dovere.
E soprattutto, lo aveva comprato alla sagra della castagna, ma sperò vivamente che Simone non notasse quel dettaglio, quando glielo porse vittorioso.
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Bewitched
FanfictionSimone è nato baciato da poteri che affondano radici nei rami più antichi della sua famiglia. Peccato che sia anche terribilmente imbranato. •in copertina una delle opere meravigliose della talentuosissima @ariespuntosia che mi ha fatto piangere. 💓