Ricordo ancora quel giorno, purtroppo.
Lucifero era uno dei Serafini, l'angelo più bello e luminoso del creato. Tutti cadevano ai suoi piedi, così elegante e gentile, dalla bellezza pura. Ma anche i più puri, a volte, possono nascondere un lato oscuro.
C'era qualcosa in lui che non andava, trasmetteva un energia per nulla amichevole, lo sguardo serio e sempre scorbutico, arrogante, scontroso. Le penne delle sue grandi ali diventare da bianche avorio a nero pece, quelli occhi sanguinosi lancinarti le carni. Ed eccolo, il vero Lucifero, quello invidioso e spento.
Li aveva corrotti tutti, aveva corrotto tutti, o quasi, i miei angeli. Voleva il mio potere, voleva tutto quello che io possedevo. Lucifero stava diventando forte, cattivo. Non potevo fare altro se non buttarlo fuori dal Paradiso.
Lui creò l'Inferno portando il caos puro non solo in Paradiso, ma anche sulla Terra. Rapì la mia Lilith... La prima donna che creai, lui la rapì. L'aveva fatta cadere nel male, per questo diedi vita ad Eva... ma peccò pure lei insieme ad Adamo. Tutto per colpa di Lucifero.
Le urla dei miei ultimi angeli rimasti, i pianti, il disastro che portò quell'angelo, anzi, quel mostro, è indimenticabile. Nessuno dovrà ricommettere quell'atto, nessuno dovrà mai più ribellarsi a me. Nessuno, e dico nessuno dei miei angeli dovrà seguire più Lucifero.
❝ ... ❞
L'angelo giocava a chiapparella insieme ai bambini. Le piccole ali bianche dei ragazzini svolazzavano facendoli librare in aria e allontanare da quel bellissimo giovane che si stava divertendo assieme a loro. "Non mi prendi!" Esclamò una bambina dalle lunghe treccine mentre correva via dall'angelo. Le ciocche di capelli biondi del ragazzo gli ricadevano copiose sulla fronte intanto che inseguiva quella birbante.
"Vieni qui, Kiara!" Gridò in risposta la vociona dell'angelo, aumentando di poco il passo e riuscendo ad afferrare il busto della bambina che emise un urlo per la sorpresa. "Ah! Ti ho presa!" Vittorioso, lasciò andare la castana sorridendole in un modo così splendido che fece sciogliere il cuore di Kiara.
"Uffa, non è giusto! Sei velocissimo!" Si lamentò il nuovo angioletto incrociando le braccia al petto con fare offeso, gesto che fece solo che ridere il più grande. "Non ridere, Felix! Non è affatto divertente!" Lo rimproverò mettendo il muso. L'angelo, Felix, smise di ridere e si accovacciò all'altezza della bambina regalandole un altro sorriso da mozzare il fiato. "Sono sicura che se ti impegni un po' di più potrai battermi. Che ne dici, rivincita?"
Gli occhi di Kiara si illuminarono, sembrava che una costellazione di stelle fosse entrata in un millisecondo nelle sue iridi scure. Poi qualcosa dietro a Felix catturò la sua attenzione e da lì si spensero. Felix non capì cosa stesse fissando la bambina, tantomeno capì perché di quel cambiamento di umore, ma la voce dietro di lui rispose subito alle sue domande.
"Lee Felix, Dio ti cerca." Era l'arcangelo Gabriele quello dietro alle sue spalle. Il biondo si rialzò in piedi voltandosi verso l'arcangelo degnandogli di una espressione turbata.
"Dio? Mi cerca? Come mai?" Chiese non capendo.
"Vai lì e scoprilo, starò io con i bambini fino al tuo ritorno." Gabriele abbozzò un sorriso al giovane avvicinandosi poi a Kiara. Felix annuì, scompigliò i capelli della bambina come saluto e dopo volò mettendo in mostra le sue ali enormi colorate di bianco.Erano passati tre anni dal suo incidente d'auto e da quando era arrivato in Paradiso. Aveva aiutato Dio più di una volta, scendendo addirittura sulla Terra.
Nel mentre che volava verso la sua meta incontrò altri angeli amici suoi che salutò cordialmente ma con cui non si perse in chiacchiere solo per non far aspettare Dio. Aveva molto da fare quell'uomo e di certo non voleva fargli perdere tempo.Quando arrivò sulla cima del Paradiso, si sistemò per bene la veste anch'essa bianca prima di incontrare colui che aveva creato quel posto. Ed eccolo lì, seduto composto su un trono di nuvole e con stampato in faccia un sorriso.
"Buon pomeriggio, mio caro Felix." Dio accolse il ragazzo dolcemente facendogli segno pure di avvicinarsi.
"Mi cercava, per caso?" Andò dritto al punto, impaziente di sapere per quale ragione al mondo lo avesse chiamato.
"Oh, sì. Ti ho convocato per chiederti un grandissimo favore." L'uomo si mise comodo sulle nuvolette facendo incuriosire ancora di più Felix."Voglio che tu vada sulla Terra e aiuti un ragazzo in serie difficoltà. Vuole porre fine alla sua vita."
Una sola cosa significavano quelle sue parole: Inferno.
Se quel ragazzo si fosse suicidato, sarebbe stato come commettere un omicidio e, per questo, sarebbe finito all'Inferno.
"Ti prego, Felix, aiuta quella povera anima. Fagli cambiare idea."
Magari fosse così semplice.
Felix sospirò obbligato a dire di sì. Non poteva farci niente, doveva per forza ascoltare la parola e la richiesta di Dio. Non poteva dire di no.
"D'accordo. Come si chiama?"
"Han Jisung."❝ ... ❞
Il demone strisciò i piedi fino al trono del padre, incrociando le braccia e sbuffando. "Come mai mi volevi, papà?" Domandò subito non volendo perdere altro tempo. Lucifero l'aveva di nuovo disturbato.
"Potresti anche far finta di essere un po' contento nel vedere tuo padre, non credi?" Il capo degli Inferi accavallò le gambe guardando suo figlio che, in quel momento, roteó gli occhi alle sue parole.
"Sarei pure contento se tu non mi avessi convocato in un momento importuno."Lucifero alzò un sopracciglio in alto fissando la figura snella del figlio. "Qualunque cosa tu stavi facendo adesso è meno importante di quello che sto per dirti." Il ragazzo portò la sua completa attenzione su suo padre adesso incuriosito da quello che gli avrebbe detto a poco. "Devi salire sulla Terra ed aiutare uno studente a suicidarsi."
Quell'ordine lo devastò.
"E come mai proprio io?" Chiese non sapendo che altro dire.
"Perché prima o poi prenderai il mio posto e devi iniziare ad imparare alcune cose... e poi sicuramente quel bastardo di Dio farà andare uno dei suoi angeli a salvarlo." Sbuffò Lucifero sistemandosi varie ciocche di capelli corvini ribelli.Suo figlio ci pensò un po' non sapendo che fare. Salire sulla Terra non era certo la prima volta che lo faceva, si era divertito più di una volta a portare il caos là sopra non facendosi mai beccare dagli umani. Cosa sarebbe mai stato far suicidare qualcuno?
"Va bene." Disse. "Chi devo aiutare a porre fine alla propria vita?"
Suo padre sorrise in un modo inquietante, felice della risposta del giovane. "Han Jisung. Il suo nome è Han Jisung."
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❝ IL FIGLIO DI LUCIFERO ❞
FanfictionLoro hanno sempre raccontato la loro versione dei fatti, ci hanno rimpiazzati, strappato i vestiti, maledetti, cacciati, tolto le nostre ali, tolto la nostra libertà. Hanno fatto vivere nella menzogna i nostri simili spacciando il male per il bene e...