❝ sedici ❞

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Per due giorni consecutivi Felix aveva cercato ovunque l'arcangelo Gabriele, eppure di lui non trovò neanche l'ombra. Com'era possibile? Che fosse una semplice coincidenza? Che magari l'arcangelo avesse degli impegni molto importanti? Cosa era realmente successo dopo la loro conversazione svolta all'interno di quella biblioteca?

Felix era rimasto a pensare così a lungo che all'improvviso la testa sembrò scoppiargli. Aveva stretto per troppo tempo le meningi, e forse tenere in volto la stessa espressione -- seria e pensierosa -- aveva fatto preoccupare Kiara che, con la palla tra le mani, sedeva accanto a lui silenziosa, immersa anche lei nei suoi stessi pensieri.

Per quale motivo Gabriele sembrava essersi volatilizzato dal Paradiso? Che magari ci fosse in mezzo lo zampino di Dio? Era molto probabile che il creatore avesse origliato la loro conversazione, alla fine nulla scappava sotto i suoi occhi; se il pavone simboleggiava la sua onniscienza un motivo ben preciso c'era. Tuttavia Felix non voleva credere a quella cruda verità, e quindi si convinse che forse l'arcangelo fosse scappato all'Inferno -- alla fine anche quella opzione aveva senso.

"Felix, quand'è che giochiamo?" Chiese Kiara intanto che faceva passare da una mano all'altra la palla formata da nuvole che si portavano sempre dietro per giocare insieme. Quella palla sembrava essere essenziale per loro due visto che la portavano ovunque.

L'angelo si voltò finalmente verso la bambina e, seppure con qualche difficoltà, le sorrise. "Subito." Disse e successivamente si alzò con gli occhi gioiosi della piccola Kiara che gridavano dalla felicità. Quella loro piccola bolla di gioia però venne fatta scoppiare dall'arrivo di un arcangelo che fece il nome di Lee Felix, dicendo in seguito che Dio lo stesse cercando. Ad essere onesti, Felix non aveva per nulla voglia di incontrare il creatore del Mondo, preferiva starsene con Kiara a giocare, eppure svolazzò fino alla vetta del Paradiso con la curiosità che gli tormentava il petto -- e forse anche l'ansia.

Felix ci aveva pensato molto, e si era deciso che qualunque sarebbe stata la sua conversazione con Dio, lui gli avrebbe fatto delle domande. La prima sicuramente avrebbe riguardato Gabriele, le altre sarebbero venute man mano. Felix moriva dalla voglia di sapere che fine avesse fatto l'arcangelo, e Dio sicuramente sapeva qualcosa. Anzi, più di qualcosa.

Quando si trovò davanti al creatore del Mondo, trovò quest'ultimo nelle solite vesti e sul solito trono che osservava tutti dall'alto con fare maestoso. L'angelo quella volta non si sistemò la veste per sembrare più presentabile, bensì restò fermo a guardare Dio in silenzio.

"Ciao Felix, come stai?" Era da un po' di tempo che non sentiva la voce calma del creatore, e se doveva essere brutalmente onesto doveva dire che non gli fosse mancata per niente. Poi, la domanda era abbastanza insolita. Da quando Dio gli chiedeva come stesse? E poi, non dovrebbe saperlo di già?

Nonostante ciò questo non permise all'angelo di non rispondere in modo meccanico. "Sto bene." Nel profondo pensò che se fosse stato una bambola, quella sarebbe stata una delle sue frasi predefinite.

Dio accennò un leggero sorriso prima di continuare. "Mi fa piacere. Mi dispiace se non ho potuto riceverti prima, ma ero molto indaffarato. Almeno hai avuto molto più tempo per rimuginare sui tuoi peccati, giusto?"

Errato.

Felix non aveva mai pensato ai suoi peccati, la sua testa ultimamente era da tutt'altra parte, viaggiava tra i ricordi avuti con Hyunjin all'ultimo fatto avvenuto.

Il biondino restò in piedi con lo sguardo alto ad esaminare il creatore del Paradiso. Decise di rimanere in religioso silenzio non dando così una risposta a Dio perché, tanto, lui sapeva tutto. Poco dopo quest'ultimo fece finta di niente, decidendo di andare avanti. "Sarei curioso di conoscere cosa frulla nella tua mente." Confidò d'un tratto e lasciando che sul volto di Felix si dipingesse uno sguardo fulmineo, ghiacciante.

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