❝ diciassette ❞

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Nel capitolo precedente...

E senza che si accorgesse di nulla, due braccia lo  afferrarono delicatamente facendo attenzione a non fargli male, e lo presero a mo' di sposa.

❝ ... ❞

Minho e Hyunjin camminavano uno al fianco dell'altro per i corridoi del castello di Lucifero a farsi compagnia. Era passata qualche ora dalla caduta di Felix dal Paradiso, e ancora non si era svegliato.

Il demone avrebbe tanto voluto fare da guardia all'angelo -- se si potesse ancora chiamare così -- ma Jisung era stato il primo a proporsi a stare nella camera da letto di Hyunjin e di vegliare sul suo corpo bendato e indebolito. La caduta aveva avuto l'impatto simile a quello di una bomba che veniva lanciata contro qualche edificio.

Se Hyunjin non fosse stato costretto da Minho, a quell'ora si troverebbe nella sua stanza ad aspettare il risveglio del suo biondino.

I due amici continuarono a vagabondare per i larghi e alti corridoi del castello. L'esterno della struttura dava un impressione diversa dall'interno: fuori era privo di decorazioni, spoglio, solo i mattoni grigi ed i tetti a spiovente bordeaux si mostravano all'Inferno; dentro invece era tutt'altra storia. I muri erano bianchi, ornati da ghirigori d'oro e da colonne in stile corinzio. Se Felix fosse stato sveglio, probabilmente avrebbe detto che quelle mura sembravano il Paradiso.

Hyunjin e Minho erano rimasti in silenzio per tutto il tempo che era passato, ed il primo aveva i pensieri inondati da una sola domanda.

Come mai Felix è qui?

Già... Come mai Felix era lì? Di certo non era capitato all'Inferno per sua volontà, quindi dev'essere stato se non altri Dio a spedirlo -- poco gentilmente -- nel nucleo. Ma... Perché? Cos'era successo lì in alto, in mezzo alle nuvole, per far accadere quell'episodio?

Hyunjin non lo sapeva, ma era certo su una cosa: l'avrebbe fatta pagare a Dio, costi quel che costi.

"Sento il tuo cervello in fase di autodistruzione. A che stai pensando?" La voce di Minho al suo fianco lo fece sussultare, quasi si era dimenticato di non star passeggiando da solo.

"Ah, niente, sono solo confuso." Confessò Hyunjin mentre si portava nervosamente le mani sui suoi capelli neri e i quali erano cresciuti di parecchio in quegli ultimi giorni.

"Mh, come mai?"

"Ecco..." Hyunjin ebbe paura di ripercorrere quella frase nella sua mente, ma dovette farlo se voleva spiegare a Minho cosa frullasse al suo interno. "... Come mai Dio ha spedito quaggiù Felix? Aveva un'altra possibilità, e sembrava non volerla sprecare affatto. Quindi... Perché è qui..?" Le ultime parole gli uscirono in un bisbiglio, come se avesse avuto il terrore di anche solo pronunciarle.

Minho trattenne un sospiro e con una mano si appoggiò alla spalla del suo amico. "Probabilmente è qui per lo stesso motivo di Lucifero. Gli ha anche strappato le ali, quello stronzo..."

Hyunjin strinse i pugni nel ricordare quel non tanto piccolo dettaglio, e che era stato quello a farlo infuriare più di tutta la faccenda.

Strappare le ali di un morto significava strappargli la propria libertà.

Come si era permesso, Dio, a togliere le ali non solo di suo padre, ma anche della sua vita?

❝ IL FIGLIO DI LUCIFERO ❞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora