Capitolo 9: Ammissioni e accuse

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L'atteggiamento di Malfoy cambiò parecchio dopo la terza cena del Lumaclub. Hermione sapeva bene che non avrebbe dovuto ringraziarlo in alcun modo, nonostante entrambi sapessero che c'era lui dietro l'assenza di McLaggen. Ma ciò che la sorprese di più furono forse i saluti di Zabini nei corridoi e quando facevano Pozioni.

La salutava con il suo nome e con lo stesso sorriso sornione che lei aveva imparato ad associare a Zabini. Non diceva nient'altro prima di andare avanti ridacchiando tra sé e sé. Harry e Ron avevano avuto un'aria assolutamente stupita la prima volta che era successo, e sinceramente anche lei si era sentita così. Per quanto avesse cercato di spiegarlo ai due, si era limitata a dire che era una cosa strana da Serpeverde e a non farci caso. Naturalmente questo era difficile, dato che avevano Pozioni con Zabini almeno tre volte alla settimana e si imbattevano in lui e in alcuni altri Serpeverde anche nei corridoi.

Ma il cambiamento più grande riguardava Malfoy. Cominciò a presentarsi puntuale alle riunioni in biblioteca, ed era davvero preparato. In un'occasione aveva persino avanzato suggerimenti per il proseguimento del loro lavoro, facendole alzare un sopracciglio.

"Ho dei pensieri miei, Granger".

"Sì, lo so. È solo che succede molto raramente".

"È solo perché il tuo cervello va attivamente in overdrive per tutto il tempo. Non permette a nessun altro di pensare". Lui le passò la pergamena su cui stava scrivendo e lei trovò un elenco di combinazioni di ingredienti che avrebbero dovuto testare in qualche modo.

"Questo sembra... buono". Fu costretta ad ammettere e Malfoy si limitò ad annuire in segno di accettazione.

"Molto probabilmente prima o poi dovremo chiedere a Lumacorno di usare i sotterranei per testarli, non avremo tempo di farlo durante le lezioni ordinarie". Stava riflettendo mentre scrutava di nuovo la lista.

"Ho avuto lo stesso pensiero". Hermione affrontò Malfoy alla sua ammissione.

"Giusto".

Non credendo davvero ai loro progressi silenziosi, Hermione si rivolse al suo lavoro attuale in silenzio e lasciò che Malfoy facesse lo stesso. Solo che lui ruppe il silenzio dopo poco con un'altra domanda. Una che Hermione non si sarebbe mai aspettata, nemmeno in un milione di anni, da Malfoy.

"Come..." Sembrava che stesse lottando con le parole e con la domanda che aveva in mente. Hermione rimase in silenzio, dato che con Harry e Ron questa tattica si rivelava spesso efficace quando avevano difficoltà a formulare le parole di ciò che volevano dire. La tattica sembrava funzionare anche con Malfoy, si meravigliò un attimo dopo.

"Com'è stato? Crescere senza magia? E quando hai scoperto di avere la magia?"

Hermione lo fissò, completamente impietrita. Le cadde la mascella e pensò intensamente a come rispondergli. Lui, invece, la guardava con serietà. Lei fece del suo meglio per capire se, in base alla sua risposta, l'avrebbe maltrattata di nuovo in qualche modo, ma qualcosa le diceva che non era così. Posò con cura la penna d'oca sul tavolo e rivolse lo sguardo a lui, mantenendolo mentre parlava.

"Beh, quando ero bambina non sapevo cosa fosse meglio. Crescendo come babbani credevamo che la magia fosse qualcosa di fiabesco, non era reale. Molte delle cose che noi possiamo fare con la magia, i babbani hanno trovato altri modi per affrontarle. Come me.

Ma c'erano volte, quando ero bambina, che mi succedevano cose strane. C'è stata una volta a scuola in cui un gruppo di ragazze mi ha messo alle strette per qualcosa di stupido e all'improvviso i loro capelli sono diventati viola e troppo crespi". Malfoy a quel punto ridacchiò e Hermione non poté fare a meno di sorridere un po' anche lei al ricordo. Non era stato il suo momento migliore, ma in quel momento erano state le sue emozioni e la sua magia a portarla via con sé.

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