Capitolo 12 "Non so chi sei"

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Dopo quel breve scambio di battute non si erano più detti niente.
Nessuno dei due capiva perché si trovassero in quella situazione e tanto meno sapevamo come gestirla.
Jimin si alzò dal letto tirò fuori da sotto di esso un materasso gonfiabile.
Solitamente lo usava quando i suoi fratelli invadevano la sua stanza per passare del tempo tutti assieme, sapendo già come finiva lo tirava fuori in anticipo. 
Non avrebbe mai immaginato che lo avrebbe utilizzato per lasciar dormire sul suo letto un angelo.
Era una cosa troppo assurda, impensabile.
Invece in quel momento si stava distendendo su quel materassino mentre con lo sguardo invitava l'opposto a fare lo stesso.
Sembrò capire visto che imitò l'azione e si distese anche lui. 
In quel momento non ci fu il contatto visivo, si erano presi una pausa da tutto quel scombussolamento emotivo.
Poco dopo Jungkook si addormentò, stanco per via di tutto quello che era successo in così poco tempo.
Tale stanchezza avrebbe dovuto far crollare anche il demone ma non fu così. 
Jimin aveva passato la notte a guardarlo sospirare, le sue labbra schiuse e il suo leggero respiro.
Si era chiesto chi fosse, perché il suo corpo in sua presenza veniva percosso da quella strana scossa.
Non sapeva nemmeno il suo nome, eppure gli aveva permesso di dormire sul suo letto. 
L'angelo si mosse nel letto e si mise di fianco, ora il demone poteva vedere ancora meglio ogni suo lineamento.
Osservò i capelli corvini come incorniciavano il so candido viso, le labbra rosee che risaltavano ancora di più nel suo incarnato.
Poi scese lungo la sua veste nera, avrebbe giocato con la sua catenella d'oro, l'avrebbe intrecciata tra le sue dita.
Aveva un bel corpo, anzi era come ci si aspetterebbe che fosse un angelo, forse anche di più, rialzò lo sguardo verso il suo viso.
Lentamente Jungkook aprì gli occhi trovando lo sguardo di Jimin su di sé.
Rimasero a guardarsi come se non potessero fare altrimenti.
Ogni volta che avevano questo tipo di contatto a distanza il loro corpo fremeva.
Tra di loro era già scattata una sorta di dipendenza verso l'altro.
Avrebbe voluto chiederli il suo nome, ma le parole gli morivano in gola.
Non voleva rompere l'atmosfera che si era creata, non voleva che quella scossa si interrompesse.
Ogni nervo ne era colpito ma lo faceva sentire vivo, sentiva un richiamo, come se quel angelo lo stesse richiamando senza bisogno di usare le parole o il suo nome.
La sensazione era strana, ma non si sentiva minacciato da essa, anzi, era invogliato a sapere il perché due creature così diverse si attraevano.
Gli stessi identici pensieri stavano attraversando la mente di Jungkook, nemmeno lui riusciva ad aprir bocca, non gli dispiaceva rimanere così, semplicemente guardare la creatura davanti a sé.
Non pensava che i demoni potessero avere quelle fattezze, nella sua testa l'immagine era ben diversa da ciò che vedeva.
Avrebbe mentito se avesse detto che non gli piaceva l'aspetto di quel demone.
Quella stanza poteva benissimo fluttuare nel nulla e loro due non si sarebbero scomposti.

Qualcuno gli avrebbe fatto ritornare con i piedi per terra, qualcuno che non avendo trovato il loro amico aveva iniziato a preoccuparsi. 

Anche i nemici hanno qualcosa in comune, sia demoni che angeli stavano a debita distanza dal confine.
Gli unici che si avvicinavano era la famiglia di Jimin compreso lui e Jungkook includendo anche la sua coppia di amici.
Proprio quest'ultimi stavano facendo un giretto nelle vicinanze, dovevano andare a trovare Jungkook quando videro quanto era successo.
Tra i due Regni non c'era più la voragine, c'era un vero e proprio distaccamento tra di essi.
Taehyung e Yoongi appena videro ciò corsero al castello di Jungkook, dentro di loro avevano percepito che c'era qualcosa che non andava.
Appena entrarono trovarono Yuna disperata, non riusciva a trovare Jungkook.
Sapeva che non usciva dal castello e se non era lì temeva il peggio.
I suoi due amici sospettavano che in qualche modo fosse finito nel regno nemico.
Sapevano anche che lui non avrebbe avuto modo di tornare visto che non possedeva le ali, avrebbero loro dovuto trovare il coraggio di sconfinare.

Il Richiamo (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora