Capitolo 5 "Il libro"

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Mentre Jimin suonava per i suoi fratelli nell'altro regno qualcun'altro stava suonando il violino per i suoi amici, sembrava quasi destino, stavano suonando la stessa melodia in due luoghi differenti, così lontani ma così vicini.

Jungkook aveva sentito solo una volta quella canzone, quella canzone che ormai gli era entrata in testa prendendone possesso.
Con quelle parole ne aveva composto una melodia, la stessa che stava suonando in quel momento, con il suo compagno d'infanzia, il suo violino.
Ma come d'incanto era la stessa identica melodia che Jimin stava suonando con il suo piano.
Qualcosa li legava, una connessione che andava bene oltre il contatto, non si erano mai visti, solo Jungkook aveva udito la sua voce.
Eppure sembrava che si fosse innescato il primo ingranaggio di qualche complesso macchinario.

C'è chi non crede nel destino eppure se avessero udito quel suono,quella melodia, quella canzone, ci avrebbero creduto all'istante.

E nello stesso istante entrambi terminarono di suonare.
Sembrava di vedere la stessa persona riflessa in uno specchio.
Erano veramente così diversi?.
Al momento sembravano così simili.

Qualche giorno dopo nel regno Celeste qualcuno era immerso in una sua routine.
Stava rileggendo lo stesso libro come se fosse la prima volta.
Lo conosceva a memoria.

Nella stanza dove suonava il violino Jungkook teneva una modesta libreria.
Amava leggere, e i suoi scaffali erano zeppi di libri, una raccolta di storie inventate e di storie passate.
Però solo uno lo teneva chiuso in una piccola cassaforte, nascosta dietro alla libreria.

Lo trattava come una reliquia da quanto delicato era il suo tocco, mentre sfogliava le pagine, mentre ripeteva quelle parole.
Glielo aveva consegnato di nascosto la sua governante, era un libro che si tramandava la sua famiglia, appena seppe della nascita e della particolarità di Jungkook sapeva che era destinato a lui, lui doveva diventare il nuovo proprietario di quel libro.

Quelle pagine antiche erano state trattate con un liquido particolare dalla famiglia di Yuna.
Quel trattamento aveva permesso di conservare intatto l'intero libro.
Era prezioso, perché era l'unico che osava parlare della rarità del cuore a metà.
Nel cuore spezzato di Jungkook aveva regalato una piccola speranza, perché riportava ciò.

"Non temere, tu che possiedi un cuore a metà troverai chi avrà la parte mancante. Chi farà battere il suo cuore allo stesso ritmo del tuo".

Era la parte preferita di Jungkook.

Ogni volta che leggeva quelle parole il suo cuore dava un colpo in più nel petto, come a confermare la loro veridicità.

E puntualmente nella testa risuonava la sua voce, aveva provato a dare un volto ad essa, ma non riusciva a racchiudere una bellezza tale.
Canticchiava quella canzone anche prima di addormentarsi, ma sempre quando era completamente solo, geloso di condividere qualcosa a cui teneva già così tanto.

Nel regno Oscuro invece c'era chi si stava tormentando, voleva capire il motivo di quella scossa ma allo stesso tempo non voleva altri problemi con il suo popolo.
Un popolo che avrebbe sterminato volentieri.

Per Jimin erano importanti solo i suoi fratelli, degli altri demoni non gli importava niente, anzi provava solo ribrezzo.
Una parte di lui apprezzava che loro tenessero le distanze, non voleva mescolarsi con la loro inferiorità e chiusura mentale.
Nessuno della sua famiglia temeva gli angeli, hanno sempre sospettato che fossero solo dicerie, ma erano gli unici.
Il resto sembrava lobotomizzato da tutto ciò che gli era stato raccontato, come se non avessero uno pensiero proprio.

Jimin se un giorno avesse trovato il suo compagno voleva che pensasse fuori dagli schemi, voleva che fosse diverso, non un automa come quelli che circondava il suo castello.









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