"Ti amo." "Grazie."

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Il profumo del caffè mi sveglia, stropiccio la faccia sul cuscino e allungo la mano verso l'altra metà del letto: è vuoto. Apro piano gli occhi e noto con frustrazione che sono solo le otto del mattino.
Perché è già sveglio alle otto di domenica mattina? Con tutta la pigrizia che mi caratterizza in quelle che, per me, sono le prime luci dell'alba, mi alzo e vado in cucina. Lo trovo seduto al tavolo a sorseggiare il suo caffè, i capelli scompigliati e il suo bellissimo sguardo già su di me
"Buongiorno splendore" mi dice, riesco a borbottare un buongiorno e mi verso anch'io del caffè, sento il suo sguardo sulla mia schiena nuda, così mi giro e da sopra alla mia tazzina incastro gli occhi nei suoi. Sono così profondi e lussureggianti, mi avvicino piano a lui e gli lascio credere che è un bacio ciò che voglio ma mi sporgo di più alla sua sinistra e afferro un biscotto per portarlo alle labbra, ridacchia
"Stronzo" sussurra, rido anche io, e mi metto seduto sulla sedia vicino alla sua, appoggio le gambe sulle sue cosce e la sua mano accarezza già il mio ginocchio
"Non credo di meritare questo appellativo"
"No, Simò? Sicuro?"
"Sì"
Il mio piede struscia contro il suo interno coscia, per poi sfiorare il suo sesso, lo vedo mordersi il labbro inferiore e afferrare il mio piede
"O vedi che sei stronzo?"
"Sei tu che stamattina ti sei svegliato così"
"Così come?"
Gli sorrido malizioso, sposto le gambe dalle sue cosce solo per alzarmi e sedermi a cavalcioni su di lui, i nostri visi sono vicini e riesco a sentire il suo respiro infrangersi sulle mie labbra, si slancia verso di me per baciarmi ma mi allontano, un lamento di frustrazione arriva dal suo petto, mi stringe i fianchi
"Simone"
"Manuel?"
"Sei proprio stronzo"
Rido e mi fiondo sulle sue labbra, le mie mani tra i suoi ricci che adesso tiro, in modo da poter leccare e mordere il suo collo. I respiri si fanno più pesanti, mi graffia la schiena, cerca di nuovo la mia bocca, stavolta non lo faccio attendere, afferro i suoi polsi
"Torniamo a letto, Manuel"
Stringo un po' di più la presa
"Aia!"
Lascio immediatamente i suoi polsi
"Scusa, non volevo farti male, credevo"
"Non è colpa tua, ho trovato questo tuo bracciale su quel mobile, mi piaceva e l'ho provato e ho dimenticato di toglierlo. Anzi, ti chiedo scusa, di solito non prendo le cose degli altri"
Si gratta dietro l'orecchio imbarazzato
"Ma no figurati, non è neanche mio in realtà"
Faccio spallucce e vorrei tornare a baciarlo, peccato si scansi e con aria interrogativa mi chiede
"E di chi è scusa?"
"Boh, deve averlo dimenticato qui qualche ragazzo" dico nell'incavo del suo collo, non si è solo svegliato con la voglia di fare sesso con me ma anche di discutere credo, mi scansa dal suo collo in maniera poco gentile
"Qualche ragazzo?"
"Sì, ma adesso cosa importa?"
"No, niente, ma"
"Nessun ma, dai torniamo a letto"
Forse l'ho convinto, lo trascino fino alla mia stanza, ci stendiamo sul letto, gli tolgo la maglietta e inizio a baciargli il petto, quando lo sento muoversi ma non per toccarmi
"E questa collana che non ti vedo mai addosso, è tua?"
Alzo di poco la testa, giusto per vedergli in mano una collana d'argento con un ciondolo strano, mugugno un "penso di sì" e torno a baciare i suoi tatuaggi
"Pensi di sì? Come pensi? Se è tua lo sai"
Esasperato appoggio la fronte sui suoi addominali, ci lascio un altro bacio e poi risalgo su per guardarlo dritto negli occhi
"Manuel, ti sei svegliato anche polemico stamattina? Cosa t'importa di questa collana ora?"
"Non mi sono svegliato polemico, solo mi sembra tu abbia più oggetti delle tue conquiste qui che tuoi"
"Non è vero"
"Siamo già a due, e immagino che anche quell'accendino glitterato in cucina non sia tuo, visto che non è proprio il tuo genere quello"
"No, quello non è mio, hai ragione, ma non capisco dove vuoi arrivare"
"Che siamo io e te?"
Mi sposto e mi siedo a gambe incrociate affianco a lui un po' in difficoltà
"Che siamo?"
"Eh Simo, che siamo? Io e te ci vediamo quasi tutti i giorni da sei mesi ormai, andiamo a cena insieme, parliamo per ore a telefono, ci scriviamo in ogni momento, sono rimasto a dormire da te solo quattro volte ma tant'è eppure non so cosa siamo io e te. Scopamici? Due che si frequentano?"
"Hai proprio bisogno di un'etichetta?"
Non so come sentirmi in questo momento, arrabbiato? Frustrato? Stupito? Soffocato?
"No, io-io non ho bisogno di un'etichetta ma vorrei sapere se sono importante per te come tu lo sei per me"
Stupito, ora sono stupito, come può porsi una simile domanda?
"Certo che lo sei, tu sei importante"
Gli afferro la mano e ne bacio il dorso mentre lui si mette a sedere
"Tu sei importante Manuel, e tutti questi oggetti per me non contano nulla. Se però ti danno così fastidio li farò sparire, te lo prometto, conti solo tu"
Mi sorride e mi bacia, è un bacio lento ma pieno di passione, mi lascia senza fiato. Le sue mani circondano il mio viso, si stacca da me e mi guarda dritto negli occhi
"Ti amo"
Cos'è che ha detto?
Sento il cuore battere all'impazzata, le mani sudare, la gola secca. Lui ha detto che mi ama ma io non riesco a far altro che guardarlo con una faccia stupita e forse anche un po' spaventata. È presto. Dannatamente presto. Il mio respiro diventa irregolare
"Non, non devi rispondermi per forza"
Qualcosa, devo dire qualcosa, qualsiasi cosa
"Grazie"
Accidenti a me!
Vedo l'ombra di un sorrisetto sulla sua faccia
"Beh, prego" ridacchia
Vengo salvato dal suo cellulare che inizia a squillare
"È mia madre, devo rispondere, scusa"
Va a parlare di là in cucina, mi stendo e porto le mani sul viso, l'unica cosa che riesco a pensare è che sono un'idiota patentato
"Ehi, io devo andare, oggi sono a pranzo da mia madre e vuole che passi un attimo a comprare delle cose al supermercato"
Lo vedo rivestirsi e vorrei tanto dire qualcosa ma riesco solo ad annuire e ricambiare, anche male facendo cozzare i miei denti alle sue labbra, il bacio a stampo che mi dà prima di andare via. Rimango sul letto pieno di imbarazzo e con la voglia di mordermi le mani.

Sono due giorni che penso a quel "ti amo", Manuel non sembra cambiato ma percepisco una certa tensione nell'aria, riesco quasi a toccarla quell'elettricità ogni volta che ci troviamo nella stessa stanza e quando siamo divisi come ora le scariche si concentrano tutte tra cuore e cervello e urlano quelle due parole
"Simò, ma mi ascolti?"
Chicca mi riporta alla realtà picchiettando l'indice sulla mia fronte, lo scanso infastidito
"Sì, sì, ti sto ascoltando"
"Mh, e cosa stavo dicendo?"
"Stavi parlando di quella che ieri ci ha provato con Matteo"
"Te ne stavo parlando un'ora fa quando sei arrivato, che hai? Problemi in paradiso?"
Mi chiede alzando un sopracciglio
"Non lo so"
Sospira forte
"Qual è il problema?"
"Mi ha detto che mia ama" sputo fuori
La vedo sorridere a trentadue denti e quasi saltellare sulla sedia
"Simò, ma è stupendo, io t'avevo detto che era IL ragazzo, è quello giusto Simò"
Si lascia prendere dall'entusiasmo e mi strattona la maglia, poi vedendo la mia espressione un po' stranita si ferma di colpo e mi guarda con fare tetro, mi punta l'indice contro e
"Che hai fatto Simò?"
Non ottiene risposta
"No, no, no, ti prego, non mi dire che lo hai cacciato di nuovo e sei scappato"
"No, non l'ho cacciato"
Tira un sospiro di sollievo e con fare teatrale si porta una mano al petto
"Bene, però?"
"Lui ha detto ti amo e io gli ho detto... grazie"
Mi guarda perplessa, poi si mette una mano davanti alla bocca e ride
"Chicca"
"S-scusa—ride— scusa, scusa, è che m'hai ricordato Ryan Atwood in The OC—continua a ridere— ma come devo fare con te"
Schiocco la lingua sotto al palato e la guardo seccato
"Invece di ridere mi potresti dà un consiglio, ora è tutto strano, o meglio io rendo tutto strano"
Torna seria, fa finta di asciugare le lacrime per le troppe risate e mi afferra la mano
"Ok, senti, io so che per te è tutto un po' difficile, ma Manuel mi sembra proprio quello giusto per te, se ti conosco, e ti conosco, non ne avete parlato"
"No, lui però ha detto che non dovevo rispondere per forza al suo ti amo"
"E tu? Cosa avresti voluto rispondere invece di grazie?"
Arrossisco e mi guardo intorno come a voler cercare un appiglio, Chicca stringe di più la mia mano, trovo appiglio nei suoi occhi, nella sua amicizia
"Che-che anch'io lo amo, ma non so se riesco..."
"Bene-sorride- quando sarai pronto glielo dirai, però parlagli ok?"

La chiacchierata con Chicca mi ha fatto bene, ora sono al pub con Manuel e sono convinto di volergli parlare, aprire il mio cuore è fargli sapere quanto sono innamorato di lui. Non so se sono di nuovo io a rendere tutto un po' strano o lui ad essere distante, ci provo lo stesso
"Manu, ti devo parlare"
Si gira e mi guarda un po' malinconico
"Anche io"
Oh.
Deglutisco a vuoto e la mia mente inizia a creare i peggiori scenari
"Inizia tu" gli dico
"Sicuro? Sembrava importante"
"Sì, ma posso aspettare, inizia tu"
Gioca con le mani e abbassa lo sguardo
"Mi hanno offerto una supplenza"
"Ma questo è fantastico"
"A trecento chilometri da qui"
Rimango attonito
"È una buona opportunità, accetterai immagino"
Non riesco a decifrare la sua espressione, i suoi lineamenti s'induriscono di colpo. Delusione? È questo che leggo sul suo viso?
"Sì, credo proprio che accetterò"
Il pub diventa silenzioso tutt'a un tratto, le mie gambe non reggono e il mio cuore si stringe
"E quando dovresti partire?"
"Fra cinque giorni"
Silenzio.
"Tu cosa volevi dirmi?"
"Nulla-cerco di sorridere- vado a prendere da bere"

Sto correndo con l'auto come un forsennato, sta per partire e per quattro giorni sono stato su un letto a deprimermi, a pensare ai nostri momenti felici e abbiamo a malapena parlato. Ora il traffico è terribile e io sto correndo come un pazzo per arrivare alla stazione in tempo e dirgli che lo amo e che non posso stare senza lui.
Sto correndo e mi sembra di essere in uno di quelle commedie americane piene di cliché ma non m'importa, corro, e finalmente sono alla stazione, corro ma il treno sta già per partire
"MANUEL" urlo, invano
"MANUEL"
Il controllore fischia, il treno parte. Manco mi rendo conto che sto piangendo
"Simone"
Mi giro di colpo, è lì davanti a me, bello come non mai
"Che ci fai...?"
Non gli lascio il tempo di finire la domanda che sono tra le sue braccia, lo stringo forte, poi gli prendo il viso tra le mani e
"Io ti amo, Manuel"
Sorride, mi bacia
"Grazie"
Ridiamo e ci baciamo e ridiamo e ci amiamo.

Notuzze:
Ciao, vorrei scusarmi per averci impiegato così tanto tempo a scrivere questo capitolo, non so com'è, ma voglio ringraziarvi perché avete tanta pazienza con me e con le vostre parole mi date sempre la spinta giusta per continuare! Grazie

Il prossimo capitolo cercherò di pubblicarlo un po' prima e visto che non c'è smut da ben troppi capitoli ci sarà anche quello(magari con meno cliché)😂

Grazie per aver letto fin qui, per ogni commento, per ogni stellina e visualizzazione, mi scaldate sempre il cuore e non lo do mai per scontato❤️

Vi abbraccio forte

Tell me it's not just tonight.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora