Call me babydoll
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Jess quella sera al locale aveva fatto più tardi del solito.
La stava aspettando ansioso ed euforico in cucina, nel loro appartamento comprato esattamente nove mesi e diciassette giorni prima.
Odiava attenderla nel pieno del sonno e, talvolta, non aspettarla alzato.Reggeva il capo sulla mano, in modo infingrado, il gomito sul tavolo e gli occhi chiusi. Il suo spirito stava lasciando la lucidità dando posto ad un sonno interrotto dal tentennare della serratura. Un giro di chiavi, l'apertura, la chiusura con un piccolo tonfo. Scattò a schiena dritta e, poco dopo, la sua ragazza era in tutta la sua figura, semi nuda e con il borsone in spalla.
Lo guardò, facendo cadere a terra la sacca e sospirando di stanchezza. Saranno state le tre del mattino. Si alzò, trascinando il suo peso, e avvolse le braccia attorno alle sue spalle. Provò a lasciarle un bacio tra i capelli ma lo scostò.
«Puzzo di soldi sporchi e alcool, ti prego.» sospirò.
Mortificato, le lasciò i suoi spazi e si limitò a riporle il borsone in camera da letto. Nemmeno un saluto. Serrò la mascella e, immerso in un profondo vortice di pensieri, provò un senso di rabbia. E l'aveva anche aspettata, dopo dieci ore lavorative in cantiere senza nemmeno riposare. Si era proposto per degli extra lavorativi in modo da poter arrotondare a fine mese. Sembrava non capirlo.
Jess fece una doccia rapida.
L'aspettò a letto.
Nuda, lo raggiunse.
Si infilò sotto le coperte e gli diede immediatamente le spalle.Le portò le braccia ai fianchi ma si scostò.
L'ennesimo sbuffo di Louis, una volta che si fosse voltato anch'egli imbronciato, le fece cambiare idea. Riflettere su come si stesse comportanto nei confronti del suo premuroso e preoccupato ragazzo. Così fu lei ad abbracciarlo, sciogliendo la tensione galleggiante come olio in acqua.«Com'è andata oggi, honey?» sussurrò, dolce.
«Sono tornato alle venti. Stancante.» rispose lui.
«Mi dispiace tanto non esserci stata. Hai cenato??»
Scosse la testa, negando. «La tua serata?»
«Un po' uno schifo. Ho guadagnato di meno, questa volta. E la gente ha fatto davvero pena.»
«Ti hanno molestata?» domandò preoccupato, voltandosi per abbracciarla e poter guardarla negli occhi. Lei sollevò il mento e incontrò il suo azzurro, un sorriso che spuntò sulle sue guance.
«Solo uno.»
«Mi dispiace.» le accarezzò la spalla, consolandola un po'.
Soffiò sfatta: «E' parte del lavoro, purtroppo.»
«Dai su, adesso riposa. Ci sono io a proteggerti.» l'abbracciò, dimenticando la freddezza che la donna aveva messo da parte appena rientrata.
Jess era bassina, una ragazza in carne dagli occhi nocciola e i capelli color cioccolato. Louis amava come le sue cosce fossero morbide e piene, soprattutto quando indossava pantaloncini di stoffa o i suoi boxer. Quando andava a lavoro, gli abiti da palcoscenico erano perlopiù calze a rete, catene e cinghie di pelle, tanga e giarrettiere. Non era mai stato in quel locale, mai l'aveva vista ballare.
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BABYDOLL [Larry Stylinson]
FanfictionJess e Louis sono fidanzati da cinque anni. Lei una stripper in un club nel centro di Doncaster, lui un operaio edile; spacciatore nel tempo libero. Un appartamento e due stipendi instabili per un probabile futuro da pianificare. Una sera al club Je...