I'm Yours

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You're so pretty it hurts

«Harry...»

«Oh, ciao Jess» sorrise appena, alzando sfuggente lo sguardo. Poi, con tranquillità, tornò ad allacciarsi le scarpe.

La serata era appena terminata.
Agli inizi settimana il locale non era molto trafficato, motivo per cui sarebbero tornati a casa un'ora prima. Beh, Jess lo avrebbe fatto, dal momento che il ragazzo non viveva più da sua madre e grondava in giro in cerca di un posto in cui passare solo le notti.

«Mi piacciono le serate così, tranquille.» continuò lui, aggiustando il pantalone alle caviglie. La donna sospirò soltanto, ferma in piedi davanti a lui. Quando si raddrizzò, protendo il suo sguardo apparentemente sereno sull'amica, notò che qualcosa non andasse in lei. «Tutto bene?»le domandò.

Scosse la testa: «Tornerai a casa, stasera?»

«Perché?»

«Rispondi...» sospirò preoccupata.

«Da mia sorella, perché?» proseguì, inserendo i suoi vestiti nel borsone.

«Non mentirmi, lo so che non hai una sorella.»

«Io ce l'ho una sorella.» la corresse.

Avanzò di un passo: «Ah, sì? E allora perché ti lascia dormire su una panchina? Ti ho visto, Harry. L'altra sera, mentre tornavo a casa.»

Il ragazzo si fermò e, preso un forte respiro, la guardò: «Perché è sparita dalla mia vita dieci anni fa, Jess. Perché mia sorella ha fatto la scelta giusta.» la voce del riccio calò di molti toni e lei quasi tremò per quanto fosse brutale.

«Non riesco proprio a vederti così.» sospirò, passandosi le mani sul volto.

Le accarezzò la spalla, lo sguardo basso: «Non è una tua colpa, sono cose che devo risolvere io.»

«Non capisci. Ti voglio aiutare, in qualche modo. Sento che devo farlo.»

«Jess, non vorrai più farlo se scoprissi alcune cose su di me. Fidati, è meglio così.» si lasciò scappare, pensando a quanto si fosse comportato scorrettamente nei suoi riguardi; ad appropriarsi del suo ragazzo.

«E allora?»

«E allora niente. Non è tutto oro ciò che luccica.» le disse solo, poi mise la borsa in spalla e cominciò ad avviarsi verso l'uscita dei camerini.

«Anche Louis è molto preoccupato per te.» se ne uscì dopo una pausa silenziosa. Bloccò i suoi passi roteò il busto, guardandola.

«Non posso farci niente.»

«Te lo dico perché ci sono persone che veramente tengono a te.»

«Semmai tu.» calcò.

«Anche Louis.»

«Lui non mi conosce.»tagliò corto.

«Ma sa che ti voglio bene, e che sono stata io a trascinarti nelle nostre vite.» si avvicinò e protese una mano sulla sua spalla. «Ti prego, Harry.»

«Jess...»

«Solo questa sera, resta a dormire da me. Ti lascio tutto il tempo per pensarci, d'accordo?»

Il desiderio di rifiuto superava quello dell'accettazione; tuttavia, gli occhi dolci della donna e la premura lo portarono, infine, a prendere una decisione su due piedi, come se lame di coltelli fossero puntati alla sua gola: «D'accordo.»

Così la rasserenò e, una volta a casa, trovarono tutto buio. Jess appoggiò le chiavi sul tavolo e si curò di prendere la borsa di Harry e poggiarle accanto all'entrata. «Vado a fare la doccia, se lo incontri in cucina diglielo.» sussurrò piano. Il ragazzo si morse il labbro e, dopo un tremolio irrequieto della gamba, si avviò.

BABYDOLL [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora