Here

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Don't leave me alone

Si era presentato al club anche la sera successiva, spinto dalla stanchezza del suo lavoro, da qualcosa che faticava a comprendere fosse imparentato con la sua ragazza.

Combatteva le leggi del freddo con una canottiera bianca addosso, sporca di polveri e calce, le sue scarpe sempre rozze e l'espressione tagliente sul volto. Si nascose tra la massa di persone che ballava al centro del locale, quella volta più pieno del solito.

Jess era accanto ad un palo, a danzare come una libellula, quasi nuda e il volto serio, la sensualità parte di lei in quelle lingerie rosse e ricamate. Accanto a lei, sullo stesso piano, con le mani sullo stesso cubo, quel mantello di ricci che sventolava.

Niente.
Oltre ad una gonnellina rossa in raso, semi trasparente, delle calze a rete e una giarrettiera fatta di diamanti, niente.
Non indossava nient'altro.
Il colore della serata, la passione.

Si muoveva audace e sinuoso, lo sguardo in avanti e la sfacciataggine. Louis aveva prenotato il tavolo, quella sera; all'insaputa di Jess, all'insaputa di Harry. Si accomodò e osservò da più vicino ciò che i suoi occhi avevano captato già fa lontano.

I due che lo guardarono; lei con una dose di curiosità, lui ghignando.

Appoggiò i gomiti al tavolo, le mani intrecciate e all'altezza del viso. Tra il gioco di luci viola e rosse, la penombra nera, si nascondeva dagli sguardi curiosi. La solita birra sulla destra, la sigaretta nella mano sinistra.

Jess continuò a ballare, il suo fidanzato catturò ogni movimento, la sensualità della sua donna. Lei sfoggiava la sua bravura, pronta a farsi acclamare a pieno dal suo ragazzo e sperare di riaccendere la fiamma, di far ritornare in lui la voglia di prenderla, di farla sua.

Ma questo non accadde, per quanto lei lo stregasse con le sue movenze. La guardava e si ostentava, si imponeva di dover provare qualcosa eppure niente, la coda dell'occhio cadeva sempre a lato, accanto a lei e non su lei.

Si leccò le labbra e portò il filtro della sua Marlboro tra esse, aspirando. Lo sguardo profondo sulla schiena di Harry lo fece sbagliare, portandolo a tossire. Il riccio notò come lo scrutasse e i suoi occhi verdi contornati di matita nera furono benzina sul fuoco.

Louis sospese la sigaretta a mezz'aria, il polso piegato in modo rilassato, l'altra mano a giocare sul bordo del calice intoccato. Strusciò il polpastrello del medio e dell'anulare sull'orlo del bicchiere, osservando prima il liquido giallastro al suo interno, pieno di bollicine e uno strato sottile di schiuma, poi alzando il suo blu sulla figura --precisamente sul volto-- del ballerino.

Lo colse sul punto, mentre si muoveva e cercava di compiere un movimento sull'asta. Sbagliò lato, incrociando la donna e imbrogliando il ruolo che possedevano. Ghignò dietro la sigaretta, dandole un colpetto per far cadere la cenere.

Si calò il sipario e non perse tempo a correre per i camerini, scavalcando persone ubriache, lasciando nell'ignoto Jess, che appena ripartì la luce e il cambio scena, non lo vide. Si recò nello stesso posto della sera precedente e lo trovò già lì, seduto sulla scrivania, le cosce semi allargate e il volto serio.

Era stato veloce come un fulmine.

La sua rapidità lo sorprese ma sorvolò, accostandosi a lui, tra lo spazio stretto che le sue gambe aperte formavano. Appoggiò le mani sulle sue cosce e, puntualmente, Harry gli cinse il collo.

«Sei venuto a trovare la tua Bambolina, hm?» domandò, velato di sudore. Iniettò i suoi occhi verdi in quel mare celeste e sorrise, mostrando le due fossette ai lati del viso.

BABYDOLL [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora