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« Ragazzi è informale. Vi do pure del tu. Nessuno saprà mai di questa conversazione. »

« Ci dispiace, ma no. »

« Ve ne prego, non dormo più la notte a causa di questo caso e di tutte le chiamate della signora Min. »

« Non è un problema nostro, e non è così difficile da capire. Può arrivarci da solo, si fidi »

Un maresciallo ridotto a pregare due diciottenni per una confessione.
Un maresciallo che effettivamente non sa fare due più due... non in questo caso almeno. Eppure sembra così facile da capire agli occhi dei due amici.
Se fosse stato per Hoseok, pur di alleviare le pene di quel pover uomo ricolmo di lavoro solo a causa dei due amanti, glie l'avrebbe pure detto. Ma era Tae che comandava in quel momento. Sapeva del cuore fin troppo buono, a tratti debole del ragazzo, così parlò lui, e non diede nessuno spazio al rosso di farlo.

« Tae... »

« No Hobi. »

« Come cazzo fai!? »

Tae si gelò sul posto sentendo il ragazzo alzare la voce, si guardò intorno e poi lo prese per il polso, allontanandosi dal posto affollato, non volendo che orecchie indiscrete sentissero i loro discorsi.
Girarono l'angolo e Tae iniziò a massaggiarsi le tempie, per restare calmo.

« Come faccio a fare cosa? »

« A stare così calmo. Un uomo, è venuto a pregarci di dirgli una cosa che noi sappiamo! Lui soffre- »

« È il suo fottuto lavoro Hoseok, lo vuoi capire o no?! Non è colpa nostra se Yoongi aveva la mamma stronza che sta continuando a stressarlo. Non è colpa nostra se non ci arriva lui stesso non credi? »

« E perché non aiutarlo? »

« Perché l'abbiamo promesso »

« Abbiamo già rischiato abbastanza »

« Non ti metteranno in carcere per aver omesso che sono scappati di loro spontanea volontà. Vogliono solo farti paura »

« Ci sono riusciti »

« Ovviamente »

Quella semplice parola ferì il rosso, che abbassò lo sguardo e si grattò la nuca. Guardò il ragazzo davanti a sé, che nel mentre si era acceso una Marlboro e si era appoggiato al muro con le spalle. Lui si che era forte. Se ne fregava di tutto e tutti. O almeno sembrava così.
In verità Taehyung stava soffrendo per l'assenza di Jimin dalla sua vita. E di certo non voleva perdere pure Hoseok, ma purtroppo la sua lingua era troppo lunga e difficile da tenere a bada. Così quando si accorse di aver fatto amutolire il ragazzo, capì la gravità delle sue parole, e abbassò il viso.

« Perdonami Hoseok. È che non è facile neanche per me... Ho vissuto un'intera vita con affianco quel nano coi capelli rosa, che ora che non c'è... sembra tutto più spento »

« ... »

« Sul serio, perdonami »

Buttò la cicca ormai quasi finita a terra, la schiacciò spegnendo completamente la fiammella, e abbracciò il rosso, accarezzandogli la schiena.
Hoseok ricambiò immediatamente l'abbraccio, approfittando di questo gesto d'affetto del moro, sapendo che odiava il contatto fisico. Sospirò contro la sua maglietta, che puzzava di fumo, e si allontanò.

« Hoseok... »

« Si Tae? »

« Se vuoi dirlo... diglielo »

Lo sguardo di Tae era sul maresciallo che, affianco alla primogenita, dondolava l'altro figlio, neonato, nel passeggino. Forse si era addolcito vedendo quella scena. Un padre di famiglia non dovrebbe avere pensieri così pesanti causati da due egoisti che volevano la libertà.
Hoseok non rispose, guardò nella stessa direzione del moro e abbozzò un sorriso.

Gli Amanti · YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora