Langa Hasegawa, un normale ragazzo di 18 anni, con una grande passione per lo skate.All'inizio freddo e impacciato, ma dal cuore grande, che però non veniva mostrato mai a nessuno. Chiariamoci, era unragazzo senza amici, dunque non aveva nessuno con cui confidarsi. Se non alle stelle. Ogni notte apriva la finestra, e iniziavaa raccontare la sua giornata, come se fossero in grado di poterlo ascoltare. Non parlava semplicemente alle stelle, ma a unapersona in particolare, purtroppo deceduta in giovane età. Reki Kyan, deceduto a soli 18 anni. Proprio l'età di Langa. Ma lacosa più particolare, è che non l'aveva mai conosciuto. Non di persona, almeno. Aveva soltanto visto la sua tomba alcimitero. Sembrerà strano, ma il ragazzo si sentiva più a suo agio con i morti che con i vivi. E questo inquietava molti, unodei motivi per qui era sempre solo. Ci parlava. Ed era come se gli rispondessero. Un giorno, per caso, vide la tomba diquesto famigerato "Reki Kyan", e fu amore a prima vista...o a prima tomba. Quella notte, era una notte normale. Stesso cielo,stesse stelle, stessa storia. Langa fissava il cielo: Lo chiamava "infinito", perché esso non ha una fine. Il cielo è infinito. Lofissava, nella speranza di trovare la risposta alle sue domande."Perché le persone muoiono?"
Si domandava, facendo scendere una lacrima."Perché siamo destinati a morire?" Ripeteva, mentre i suoi occhi guardavano un punto fisso. Quello gli ricordava Reki, peruno strano motivo. Più ci pensava, più il suo cuore batteva forte.Era strano, non l'aveva mai conosciuto, ma era come se fosse follemente innamorato di lui.Era come se il deceduto fosse seduto accanto a lui, e lo stesse ascoltando, ogni singola parola, come nessuno aveva maifatto con lui. Perché esso era un ragazzo solitario, che odiava confidarsi. Dunque piangeva. Piangeva perché era triste. Eratriste non solo per lui, ma perché non aveva conosciuto Reki. Voleva appuntarsi tutte le sue storie. Così, un giorno, quandosarebbe stato vecchio, le avrebbe lette. Iniziò a scrivere. Le nominava per notte. E quella, la notte del 27 febbraio, era laprima di una lunga serie di lettere, indirizzate a Reki.
27 febbraio, XX
"Ci sono tante cose che vorrei dirti. Prima di tutto. Vorrei sapere come mai sei morto così giovane. Malattia? Amore? Per favore,dimmelo, ho bisogno di saperlo. Secondo, io ho paura. Sono spaventato dalle persone. Perché mi potrebbero far del male. Partocol dirti che io sono gay. O come le persone ci chiamano, io sono "frocio". E sono fiero di esserlo. Ma non sono fiero dellepersone. Viviamo in un mondo di merda. Se soltanto tu fossi vivo, probabilmente la mia vita sarebbe più felice. Tu che faceviquando eri vivo? Dalla foto che ho visto dalla tomba, mi sei sembrato un ragazzo popolare, circondato sempre da ragazze. Misarebbe piaciuto vederti, almeno una volta, vedere il tuo sorriso. Quando eri vivo...cosa facevi, Reki Kyan? Avevi delle passioni?Per esempio amo lo skate. E' la mia passione. Strano vero? Eppure io lo amo. Per favore, dammi una risposta...in qualchemodo.
Con affetto,
-Langa"
Detto questo, chiuse il quaderno, e andò a dormire.La mattina dopo, appena sveglio, notò che il suo quaderno era aperto.Era strano. Era sicuro di averlo chiuso.Si avvicinò lentamente all'oggetto. Non ci poteva credere: Gli aveva risposto.
27 febbraio, XX
"Ciao Langa! Come ben sai, il mio nome è Reki! Sono felice che tu ti sia interessato ad un povero fantasma, forse ormaidimenticato da tutti, nonostante abbia fatto tanto per fare felici le persone che gli circondavano...Comunque sia, non è questo ilpunto. Anch'io avevo la passione per lo skate. E sì, anch'io ero gay. Oddio, anche ora lo sono, per carità, ma alcuni fantasmisono proprio dei cessi. Non ero circondato da ragazze, più che altro ero circondato da ragazzi. Diamine, loro sì che erano deifighi della Madonna! A volte, quando ero ubriaco, mi capitava di scoparmene anche più di uno...nella stessa notte. Sì, diciamoche ero un playboy. Non ti dirò come sono morto, non ora, o rischierei di farti diventare triste. E dai tuoi occhi, mi sembra dicapire che tu sia molto triste. E riconosco quell'espressione. Ti hanno spezzato il cuore, vero?Dev'essere stata dura. Ti posso solo dire di continuare a sorridere. Ma soprattutto, credi nell'amore. Quello vero, però...Perfavore Langa, non fare il mio stesso errore. Ti proteggerò, è una promessa.
-Reki"
Non sapeva cosa intendesse con "errore", ma fatto sta che era simpatico, proprio come pensava. E si sentiva protetto. Ora,l'unica cosa che voleva capire, era come aveva fatto a morire il povero Reki. E se non gliel'avrebbe detto lui, in qualchemodo, l'avrebbe scoperto a modo suo.
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Come una Cometa|RENGA AU
Fanfiction"Lo chiamava "infinito", perché esso non ha una fine. Il cielo è infinito. Lo fissava, nella speranza di trovare la risposta alle sue domande."