Ombre del passato
10:22
Domenica mattina.
Di consueto adorerei la domenica mattina. Mi sveglio tardi, faccio colazione in tutta tranquillità con mamma e papà. Papà comincerebbe a lanciarmi pezzi di carta e io contrattaccherei, e alla fine sarebbe mamma a dover risolvere il casino della cucina.
Di consueto adorerei la domenica mattina, ma non questa volta...È qualche giorno che non sto bene. Il mio stomaco non vuole smettere di fare i capricci e di conseguenza tutti i miei programmi sono andati in fumo.
Mia mi aveva chiesto di andare nel loro chalet in montagna per il weekend ma ho dovuto rifiutare...Non sono riuscita ad andare a scuola per paura di rigettare sangue davanti a tutta la classe. Non sarebbe stato il massimo dello spettacolo...Mia continua a mandarmi messaggi. Voleva venire a trovarmi a casa ma le ho detto che sono malata e che non volevo attaccarle l'influenza. Nonostante non ci vedessimo da quasi una settimana era come se fosse qui con me, i suoi messaggi mi confortano e mi strappano sempre un sorriso.
Blake non l'ho più visto né sentito dopo quella famosa uscita. Anche se Mia ha detto che le ha chiesto dove fossi finita.
Se gli interessava poteva anche scrivermi un messaggio, mandare un piccione viaggiatore, darmi dei segnali di fumo che so, qualsiasi cosa.
Sto delirando, è ufficiale.Stare seduta a letto a leggere mi ha fatto perdere i contatti con la realtà.
Mi alzo per sgranchirmi le gambe. Mamma e papà sono andati a lavoro per cui torneranno sta sera.
Mi dirigo in cucina per farmi una tazza di the caldo ai frutti di bosco. Mangio qualche cracker tanto per mettere qualcosa nello stomaco prima di ingurgitare l'ennesima pastiglia sperando di ottenere l'effetto desiderato.Conosco bene questa sensazione. L'ultima volta che il mio stomaco ha fatto questo tipo di capricci sono finita in ospedale per mesi.
Il dolore lancinante, costante, che cresce sempre di più, fino a quando non rigetti sangue e non riesci a respirare, la testa ti scoppia e le lacrime ti annebbiano la vista...
Se non fosse stato per il mio angelo custode...se non fosse stato per lui...non so proprio come avrei fatto a sopravvivere per mesi lì dentro...
Tra chemioterapia, radioterapia, psicologi...Dio non credo che c'è l'avrei fatta.Non appena finisco il mio the, ripongo la tazza nel lavastoviglie e subito dopo mi fiondo su per le scale per arrivare poi alla porta della soffitta.
Non salivo in soffitta da un po', anche perché non mi sarebbe permesso salire qui da sola. Il fatto è che se mi sentissi male non avrei nulla con cui telefonare e chiedere aiuto. Ora che ci penso non ho nemmeno portato il mio cellulare... Non importa.
La maggior parte delle cianfrusaglie che sono riposte qui sopra, ricoperte di polvere, hanno una storia.
Qui dentro è pieno di ricordi...L'abito da sposa di mia madre è la cosa che salta all'occhio subito. L'ampiezza della gonna, il corpetto ricamato in pizzo. Da bambina sognavo di poterlo indossare al mio matrimonio come una vera principessa. Peccato che il destino abbia voluto diversamente...
Ma non è questo ciò che stavo cercando. So già dove guardare.
Uno scatolone, riposto in un angolo, ricoperto da un lenzuolo bianco. Come se quello potesse proteggermi dai ricordi che si celano al suo interno.
Faccio scivolare il lenzuolo a terra, apro lo scatolone e un'ondata di tristezza mi pervade fino ad entrarmi dentro le ossa.
Mi siedo a terra e comincio a tirare fuori un po' di cose.Il mio ultimo camicie dell'ospedale del mio ultimo giorno di ricovero. Una ciocca dei miei capelli tenuti insieme da un nastro rosso. La nostra ultima foto insieme...
E poi eccolo lì. Il mio diario, gelosamente custodito in questi anni.
Questo diario mi era stato dato qualche giorno dopo il mio ricovero, dal mio psicologo.
Quel periodo è stato il mio periodo più buio. Ero così arrabbiata, con tutti, con il mondo intero. Non mi si poteva parlare che già scattavo...non è stato semplice... Neanche per i miei genitori è stato facile vedermi così. La loro bambina sempre sorridente stava crollando...
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La luce infondo al tunnel
ChickLitEssere un'adolescente non è una cosa facile come si può pensare, ma se sei un'adolescente con una patologia terminale, allora la vita sarà un vero e proprio inferno! Ci sarà qualcuno disposto a gettarsi nel fuoco pur di salvarti? Dio si prende sempr...