6.Mary

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13 febbraio 1985

San Valentino era alle porte, quasi letteralmente. La vetrina del negozio di abbigliamento in cui lavorava Mary era stata coperta di cuori di carta e rose di plastica, in un angolo era stato messo un piccolo putto di terracotta con arco e faretra. I capelli ricci e biondi, il corpo grassoccio con il torso nudo e un drappo bianco avvolto intorno ai fianchi a coprirne le vergogne.

Il resto del negozio era stato addobbato con varie chincaglierie che avrebbero dovuto ricordare l'amore e le coppie felici. Le foto di grandi coppie di Hollywood erano state incorniciate a appese lungo le pareti del negozio, altri cuori di cartoncino erano stati appesi ovunque, dal pavimento agli specchi nei camerini. Mary non vedeva l'ora di tornare a casa e poter riprendere fiato dopo aver passato otto ore all'interno di quel trionfo opprimente di rosso e rosa. E poi l'idea di veder celebrare un amore che lei non avrebbe mai potuto celebrare alla luce del sole le rendeva ancor più difficile sopportare tutta quell'ipocrisia. La sua mente traditrice la portò a pensare come Sirius e Marlene probabilmente le avrebbero dato ragione, anche se il ragazzo probabilmente se ne sarebbe fregato e avrebbe vissuto alla luce del sole la sua relazione con Remus. Mary scosse immediatamente la testa, come a voler far scivolare via quei pensieri, non era il tempo e il luogo adatto per indulgere in quel genere di cose.

«Ah il capitalismo, ha messo le sue mani anche sull'amore»Amanda accanto a lei aveva appena strappato lo scontrino dalla cassa e stava porgendo il sacchetto al cliente che aveva appena servito. La frase borbottata dalla collega fu il giusto appiglio a cui aggrapparsi per ritornare al presente; Mary, a qualche metro di distanza dalla collega, stava sistemando i vestiti che erano stati provati da vari clienti nel corso della giornata e che non erano stati comprati, l'attività meccanica l'aveva fatta vagare fin troppo con la testa e doveva tornare con i piedi per terra. Con un sorriso gentile aveva salutato il cliente, il quale stava lasciando il negozio con le sopracciglia aggrottate per via dell'esclamazione della giovane collega.

«Mandy non penso sia giusto iniziare questa conversazione il giorno prima di suddetta festa. Mi aiuta a pagare le bollette, possono rendere una festa consumistica anche il tea delle cinque per quanto mi riguarda»

«No ma pensaci Mary» la giovane ragazza bionda si piegò un attimo per prendere un rotolo di carta nuovo per gli scontrini, «Mettiamo da parte quelle frasi sdolcinate su come si debba festeggiare l'amore tutto i giorni e non solo il 14 febbraio, e di come la storia di san valentino non sia per nulla così pregna di romanticismo. Non è una stronzata colossale dover costringere le coppie a farsi regali un giorno specifico?» gli occhi celesti di Amanda si stavano velocemente riempiendo di quella luce guidata dalla passione viva di chi è ancora pieno di ideali. Mary ne aveva visti a centinaia di occhi infiammati dalla stessa forza e dallo stesso idealismo. Probabilmente lei stessa aveva avuto le iridi illuminate dalla stessa determinazione. Ma di anni ne erano passati tanti, ormai Mary Macdonald voleva solo vivere tranquilla nel suo appartamento con la sua fidanzata, conosciuta dai più come semplice coinquilina, guardare la televisione il sabato sera e fare le parole crociate la domenica pomeriggio con una tazza di tea caldo a portata di mano. Aveva provato a cambiare un mondo, ci era riuscita a metà e non aveva di certo intenzione di mettersi a cambiarne un altro.

«Ah la gioventù. Cara, dolce Mindy, scoprirai che ci sono ben peggiori nel mondo che dover vendere magliette per San Valentino» con un sospiro Mary lasciò perdere gli indumenti che stava piegando, andando vicino alla collega, «Sai, dagli undici ai diciassette anni circa ho frequentato una scuola in Scozia, un collegio potremmo dire. Io ed i miei amici eravamo molto sensibili alle questioni politiche del periodo. Ognuno di noi sentiva il bisogno di esprimere il proprio parere e abbiamo cercato di avere un ruolo sempre più attivo» un altro sospiro, cercare di spiegare Hogwarts e la lotta contro uno dei più potenti maghi oscuri mai esistiti era davvero estenuante. Adattare la sua esperienza per le orecchie di una giovane babbana si stava prefigurando più complicato del previsto.

If We Survived The Great War|| Remus Lupin & Mary MacDonaldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora