Roberto's pov:
L'acqua cominciò a scorrere per le vie della città, travolgendo tutti gli zombie.
Caddero per terra e cominciarono ad avere degli spasmi come il ratto che avevamo usato per i nostri esperimenti in precedenza.
La loro pelle cambiò colore e tornò il colorito di una volta.
La loro faccia prese sembianze umane, si alzarono in piedi lentamente e cominciarono a camminare.
Il loro volto era coperto da un velo di confusione, cominciarono a toccarsi a vicenda e ad osservarsi le mani.
Erano tornati umani come un tempo.
La nostra espressione era un misto tra incredulità e stupore, la speranza era tornata tra noi.
Ma quel momento di gloria fu immediatamente sostituito dal pensiero delle facce terrorizzate di Sofia e Ilaria, le mie due migliori amiche, mentre venivano spazzate via dell'enorme esplosione.
Non era possibile, non ci potevo credere, no...loro non erano morte, perché se fossero morte sarei morto anche io con loro.
"Non può finire così" continuavo a ripetere tra me e me, continuavo a mentirmi e sentii le lacrime scendermi e bruciarmi le guance.
Mi girai e vidi Leo e Matte piangere inginocchiati al suolo, ma io rimasi in piedi con lo sguardo fisso sull'acquedotto.
Non c'era tempo per le lacrime, perché io lo sapevo che loro erano ancora vive, almeno era quello che speravo.
"Roby cosa fai?" mi chiese Leo con la voce strozzata.
"Loro non sono morte" mormorai e continuai a ripetere quella frase così tante volte che ormai pareva priva di significato.
"Roby smettila, se fossero vive credi che sarebbero rimaste lì in mezzo alle macerie a guardarci piangere?!" disse Leo fra lacrime e singhiozzi.
"Leo, ha ragione Roby... loro sono andate, non torneranno più."
"CHE CAZZO STATE DICENDO!?" e queste ultime parole neanche a volerlo le urlai.
Il cuore mi faceva troppo male, era troppo dolore, troppo!.
Alcune fra le persone che più mi importavano in questo mondo erano morte, no, si erano sacrificate per degli sconosciuti.
Non potevo accettarlo. Non sarebbe mai accaduto.
Mi incamminai verso l'acquedotto quando Matte mi afferrò il braccio.
D'istinto mio voltai e lo presi per il colletto della maglia e lo sollevai da terra.
Non potevo più controllarmi, non sentivo il mio corpo, non provavo emozioni, non provavo niente. A parte la rabbia. Quella era l'unica cosa che sentivo.
Vidi il riflesso dei miei occhi in quelli di Matteo: non ero più io, sembravo un animale spaventato che cercava di difendersi contro il mondo, contro qualcosa con cui non avrebbe mai vinto.
Lasciai il colletto del mio amico e lo scaraventai a terra.
Intanto Leo preso dal panico si avvicinò a me e iniziò ad insultarmi, ma io non sentivo nulla: nelle orecchie sentivo solo lo scorrere del sangue e nel corpo percepivo tutta la mia adrenalina mischiata alla rabbia.
"Sapete cosa vi dico?! Fottetevi! non ho bisogno di voi sfigati" mi girai infuriato e determinato a riportare Ilaria e Sofia a casa.
Arrivato alle macerie cominciai a cercarle come se non ci fosse un domani.
Spostavo massi, mi intrufolavo nei posti più stretti, cadevo, rotolavo, inciampavo, ma, non mollavo.
Continuavo a gridare i loro nomi, ma nessuna risposta: "Ila, Sofi, datemi almeno un segno! Vi prego!" Ma niente.
Ormai ero giunto al limite, la polvere mi annebbiava la vista e si appiccicava alla mia faccia sudata piena di ferite e sangue e ai miei vestiti.
La mia speranza e la mia determinazione mi avevano abbandonato.
Nel momento in cui mi arresi e me ne stavo per andare un colpo di tosse attirò la mia attenzione, mi girai di scatto e corsi verso quel punto, ogni passo che percorrevo la speranza aumentava, il cuore mi batteva sempre più forte, le gambe mi stavano per cedere, le lacrime uscivano dagli occhi, i colpi di tosse sembravano sempre più vicini, o meglio, lo erano.
Ormai non mi separava più niente da loro, a parte un masso enorme.
Provai a spostarlo ma non ce l'avrei mai fatta da solo, avevo bisogno dei miei amici, in quel momento li rimpiansi come non mai, cominciai a gridare e a piangere.
Ero stato uno stupido, non avrei dovuto trattarli così.
"Qualcuno ha bisogno degli sfigati?"
Mi girai sorpreso e vidi Leo e Matteo con le braccia incrociate che mi fissavano con una specie di ghigno malefico.
Un sorriso enorme mi comparve sul viso e subito si avvicinarono e mi aiutarono a sollevare il masso.
Contai fino a tre e poi usammo tutta la nostra forza per alzare quel maledetto masso.
Appena lo sollevammo, le vidi: erano loro.
Erano vive.
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7 ragazzi e la fine del mondo
ParanormalNon tutti lo hanno capito, il mondo sta cambiando, l'umanitá è stata distrutta, rimangono solo sette ragazzi e se nessuno di loro fará niente non ci sará un futuro. Dovranno combattere contro zombie e mostri, attraversare montagne e mari, costruire...