«È martedì.»
«Lo so.»
«Fa freddo.»
«Siamo a dicembre, è normale.»
«Il castello è riscaldato.»
«Malfoy,–»
«Perché stai tremando?»
Hermione fissò Draco con gli occhi sgranati. Non le piaceva essere interrotta e non le piaceva chi rispondeva a una domanda con un'altra domanda. Lui faceva entrambe.
Non le piacevano tante cose. Malfoy era sempre stato una di quelle.
«Non rispondi?» la incalzò, ben sapendo di irritarla ancora di più.
«Non sto tremando e anche se fosse non sarebbe un tuo problema.»
Si mosse per alzarsi da terra, ma lui le afferrò un braccio. Un brivido si propagò nel suo corpo dal punto in cui l'aveva toccata da sopra il maglione. Che ipocrita era.
«Hai una bella faccia tosta, lo sai? La tua mano è gelida.»
Lo sguardo che le rivolse Draco era troppo intenso. Stonava sul suo viso. Stonava con la sua persona.
«Scaldami tu, Granger.»
Un'altra provocazione. Il sangue le ribolliva nelle vene, ma il fuoco nei suoi occhi era freddo tanto quando la mano di lui.
Si liberò con uno strattone e gli voltò le spalle.
«Io non sono in grado di scaldare nessuno.»
Quella sera Hermione tornò nell'aula di Divinazione. I due cuscini erano per terra, nelle posizioni di sempre. Da quando loro due avevano un "sempre"?
Draco non c'era. Al suo posto, però, brillava la luce di un piccolo fuoco fatuo. Sul cuscino accanto al suo era posato un biglietto.
«Se non sei in grado di scaldare qualcuno posso ricordarti io come si fa.»
Hermione provò una fitta al cuore. Si morse le labbra per evitare di gridare; sentiva di avere gli occhi lucidi.
Si sedette e osservò il cielo in silenzio. Perché Draco era così fissato con lei? Cosa voleva ottenere? Cosa voleva dimostrare?
Era intenzionato a "salvarla"? Non ne aveva bisogno. Forse era lui ad aver bisogno di essere salvato?
Le stelle non le diedero risposta e lei scoprì che, in realtà, non ne voleva.
*****
Hermione aprì gli occhi di scatto, in preda a un forte brivido. Mise a fuoco ciò che aveva intorno e capì di essersi addormentata sul divano.
Mosse le gambe per sedersi e il romanzo che aveva letto prima di appisolarsi cadde a terra.
«Scusa, Jane.» Si chinò per raccoglierlo e rimise il segnalibro tra le pagine.
«L'amavo molto, più di quello che avessi il coraggio di dire, più di quello che le parole potessero esprimere.»
Senza alcuna ragione quella frase la infastidì. «Scusa un corno» sibilò tra i denti.
Buttò il libro sul divano e si alzò. Aveva bisogno di un caffè per svegliarsi del tutto e togliersi dalla mente il suo viso.
L'aveva sognato ancora. Ormai succedeva ogni notte da quando si erano incontrati pochi giorni prima – e avevano litigato furiosamente.
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Solo attimi rubati che fuggono in fretta || Dramione
FanficFaceva freddo. Questo fu il suo primo pensiero. Aprì gli occhi e si rese conto di avere i brividi, ma la finestra era chiusa e le coperte tirate fin sopra le spalle. Sbatté le palpebre un paio di volte e sorrise mestamente: aveva sognato freddo. Lo...