*Act III* - Wednesday: warm; laugh with me

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Hermione scoppiò in una risata fragorosa e spontanea.

«Non pensavo che ti avrei mai sentita ridere» disse divertito, osservandola. «Di certo non con me.»

«Hai detto una cosa che mi ha fatta ridere, c'è qualcosa di sbagliato?» Chiese lei rispondendo allo sguardo.

Era quasi San Valentino e sembrava che l'arrivo di quella festività tanto frivola avesse risvegliato gli animi degli studenti.

Draco scosse la testa.

«Credo che ridere sia il vero segno della libertà.»

Hermione rimase silenziosa. Draco aveva pronunciato quella frase con estremo trasporto, un sentimento di cui lei si scoprì quasi invidiosa.

Aveva ragione.

Lei rideva quando si sentiva bene, a suo agio, con le persone che amava. Rideva apertamente se qualcosa la divertiva, se sentiva una battuta o una barzelletta.

Quando rideva si sentiva libera.

In quel momento si accorse di aver compiuto un altro, terribile passo lungo il cammino che la portava a lui.


*****


Aveva deciso, doveva parlare con qualcuno... ma chi? Di sicuro non Ron. Ginny era fuori discussione. Luna era in viaggio con suo padre.

Harry. Poteva parlare con lui? Poteva contare sulla sua riservatezza? Harry riservato?

No, non se la sentiva, non ancora.

Annabeth. Quel giorno era lei a chiudere la libreria a fine giornata. Hermione guardò l'orologio e vide che aveva dieci minuti di tempo. Corse fuori casa e si Materializzò alla libreria.

La ragazza stava salutando gli ultimi clienti proprio in quel momento. Decisero di cenare fuori; Annabeth chiuse in fretta la serranda – c'era sempre qualcuno che chiedeva informazioni all'ultimo minuto – e insieme si avviarono verso una pizzeria al limitare della zona magica.

«Di cosa mi vuoi parlare?» chiese una volta che ebbero preso posto.

«Ho bisogno di sfogarmi, di raccontarlo a qualcuno.»

L'altra aggrottò la fronte. «Raccontare cosa?»

«Tutto.»

Una giovane cameriera prese le ordinazioni e tornò subito dopo con le bevande e l'antipasto della casa.

Le due ragazze rimasero in silenzio per qualche minuto. Annabeth capì che Hermione aveva bisogno di raccogliere le forze e le idee e decise di non forzarla. Di solito non parlava mai della sua vita privata, era riservata al punto da apparire scontante e a volte fredda con gli altri.

In realtà aveva solo sofferto molto, come tutti.

Hermione chiuse gli occhi, prese un profondo respirò e iniziò a parlare.

«È successo durante il mio settimo anno a Hogwarts» disse quasi in un sospiro, «Harry e Ron avevano preso il diploma all'onore e non erano tornati con me per frequentare l'intero anno accademico.»

Annabeth annuì. «Hanno iniziato subito l'Accademia.»

«Mi sentivo sola. Ero sola» continuò Hermione. «Ero diversa, non volevo nessuno intorno a me.»

«Tesoro, è comprensibile, la guerra ha cambiato tutti noi.»

«C'è stata... una persona» sentiva un groppo in gola. «Ci siamo avvicinati per caso. Eravamo disperati entrambi, eppure... in qualche strano modo ci siamo aiutati.»

Solo attimi rubati che fuggono in fretta || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora