S1: E10 "Henry Dalaf"

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CHARLIE

Osservo il mio pranzo. Non ho appetito, così decido di allontanare il vassoio.
«Charlie, noi hai toccato nulla.» dice Emma, notandomi giù di morale.
«Non ho fame.» replico guardandomi intorno.
«Con me puoi parlare, e lo sai.» Emma mi poggia una mano sul braccio, per confortarmi.
«Ti ringrazio.» le sorrido. «Mia madre ed io abbiamo litigato ieri sera.» il mio viso torna serio. «Sono sicura che mi nasconde qualcosa, ma non vuole dirmelo, capisci?»
Emma annuisce comprensiva. «Tu sei sicura di quello che hai visto? Voglio dire quando Peter...»
La fermo, annuendo con la testa. «Sì, la bambina della visione ero sicuramente io.»
Scott, Stiles ed Isaac ci raggiungono.
«Avete saputo?» domanda Stiles, sedendosi accanto a me. È visibilmente agitato. «Jackson non giocherà all'ultima partita dell'anno! E indovinate chi prenderà il suo posto? Scott McCall!» esclama.
«Congratulazioni, Scott! Ma ora abbiamo di cose più importanti di cui parlare, Stiles!» Emma si rivolge a me.
«Ascoltate, non dovete preoccuparvi per me. Sto bene. Voglio solo andare a trovare Peter.»
Stiles corruga la fronte. «E perché mai dovresti andarci?» domanda.
«Da quando ho scoperto di essere una guardiana, Stiles. Voglio conoscere il mio passato, e per farlo devo agire da sola.»
«Non sei costretta a farlo da sola.Ti ci posso accompagnare io.» replica gentilmente Isaac.
Stiles mi lancia un'occhiata preoccupata. «Ehi, amico. Starà bene.» lo rassicura Scott.

Dopo scuola, chiamo mia madre al cellulare.
«Ciao, tesoro.» dice. «Che cosa posso fare per te?»
Prima di parlare, mi schiarisco la voce. «Volevo chiederti se Isaac potrebbe passare più tardi a casa mia. Dobbiamo finire un compito insieme e da sola non posso proprio farlo.»
Mia madre resta in silenzio per qualche minuto. «Va bene, ma conosci la situazione.»
Annuisco, come se potesse vedermi. «Sì. E mamma, mi dispiace per l'altra sera.» dico.
Non mi giunge risposta, perché ha chiuso la chiamata. Sospiro e mi dirigo a casa, pensando a un modo per andare a trovare Peter.

Isaac mi raggiunge un'ora più tardi. «Devo essere a casa prima delle nove. Mia madre non deve sapere che sono uscita di casa.»
Isaac ridacchia. «Sembra che stiamo facendo una cosa trasgressiva.»
Ridacchio a mia volta, arrossendo leggermente.
«Quindi tu e Stiles...»
«Sì, stiamo insieme.» dico, afferrando il cellulare.
«Congratulazioni.»
«Non ci stiamo per sposare!» sbotto, scoppiando a ridere.
«Che c'è? È il minimo che posso dire!» sorride Isaac.
Poco dopo, in sella alla sua moto, sfrecciamo in direzione della casa di Peter.

EMMA

«Non mi piace questa situazione.» replica Stiles, aprendo il contenitore bianco con all'interno french fries calde.
«Non essere ridicolo. Charlie vuole semplicemente scoprire chi è veramente. Non puoi fermarla.» sbotto irritata.
«Emma ha ragione. Dobbiamo lasciarla fare.» dice Scott, appoggiandomi in quello che ho detto. Ancora non riesco a capire la posizione di mio cugino. Posso comprendere che sia preoccupato, ma Charlie è una persona in gamba. Sono certa che troverà le risposte a tutte le sue domande. All'improvviso, udiamo due colpi alla porta. «Tua madre ha finito?» domando a Scott.
Scott scuote la testa. «No, e in tal caso avrebbe la chiave.» dice alzandosi. «Andiamo a vedere.»
Ci affrettiamo alla porta. Quando Scott apre la porta, un'uomo di giovane età sta dinanzi a noi. Indossa una camicia a quadri azzurra e una giacca a pelle sopra. «Sì?» domanda Scott.
«Sei tu, Scott McCall? Il licantropo di cui ho sentito parlare?»
Il mio cuore perde un battito, che sia uno scagnozzo della signora Dalaf?
«Sì, sono io. Che cosa vuole?» Scott si piazza davanti, coprendoci la visuale.
«Mi chiamo Henry Dalaf e ho bisogno del tuo aiuto.» l'uomo fa un passo in avanti.
«Scott, non è una buona idea.» dico. «Potrebbe essere una trappola.»
«Lo so che potrebbe sembrarvi strana questa visita inaspettata, ma voglio la stessa cosa che volete voi.» replica l'uomo.
Incrocio le braccia al petto. «Se ci dai un valido motivo, forse ti ascolteremo.» ribatto.
«Posso rivelarvi la prossima mossa della signora Dalaf, per esempio.»

CHARLIE

Quando arriviamo, Peter è sulla veranda della casa. «Ho come la sensazione che sei alla ricerca di risposte, Charlie. Non è forse così?»
«Sì. Voglio sapere tutto quello sai sui guardiani e come controllare i miei poteri.»
L'uomo ghigna. «Accomodati pure, allora. Che cosa vuoi sapere?» domanda.
Comincio dall'inizio. Chiedo a Peter come ha fatto a mostrarmi quel ricordo. Gli chiedo se è autentico, oppure frutto della mia immaginazione. Poi passo a domandargli che ruolo preciso hanno i guardiani con i licantropi e altre forme sovrannaturali. Lui mi spiega che il ricordo fa parte del mio passato, che i guardiani sono più antichi dei licantropi, che ricoprivano un ruolo importantissimo all'epoca.
«Poi sono arrivati i cacciatori e hanno devastato ogni cosa. È un po' come al medioevo, hai presente? Quando la magia o ogni sorta di stregoneria è stata messa al bando. La stessa cosa fanno i cacciatori, intere generazioni di licantropi sterminati. Riesci a crederci?» Peter ridacchia, tornando poco dopo serio. «Non bisogna fidarsi di loro, anche se all'apparenza potrebbero sembrare delle brave persone.»
«Se ho capito bene, i miei poteri servono per curare i licantropi, giusto?»
Peter scuote la testa. «Non credo proprio, ma oggi hai sentito abbastanza. Derek si offrirà ad aiutarti.»
«Grazie, Peter.» dico.
«La luna piena può farle effetto?» domanda Isaac.
«No. È un privilegio che solo noi possediamo.» ghigna l'uomo.
Lo ringrazio ancora una volta e insieme ad Isaac raggiungiamo la sua moto.
«È stato utile.» ammetto soddisfatta.
«Già.» sospira Isaac.
«C'è qualcosa che non va?» domando.
«No, no, sto bene.» mente.
«Sei sicuro? C'è qualcosa che devi dirmi?»
Isaac si passa una mano suoi capelli mossi. «Pranza con me, domani e te lo dirò.»
«Ma pranziamo tutti assieme.» dico un po' confusa.
«Vorrei parlartene in privato, ecco.»
Annuisco. «Va bene, ma ora riportami a casa o mia madre andrà su tutte le furie!»

EMMA

«Come vi ho già detto, mi chiamo Henry Dalaf e sono il fratello del vostro e mio nemico. Molti anni fa mi sono innamorato di una bellissima donna, che ho poi scoperto essere un licantropo. La cosa non mi importava molto, e così ci siamo sposati. Abbiamo avuto un figlio, Ben, che nacque licantropo. Purtroppo la mia famiglia, ancora oggi, è una delle famiglie più famose che rivestono il ruolo di cacciatori di lupi mannari e io non potevo rivelarle che avevo una moglie e un figlio licantropo. Così decisi di lasciare casa e di nasconderli. Purtroppo mia sorella trovò il nascondiglio e uccise mia moglie e mio figlio, prima che potessi fermarla. Lei mi disse che la famiglia e il credo in cui credeva fortemente, doveva essere al primo posto. Mi piantò una pallottola sulla spalla sinistra, dicendomi che se mai avessi incrociato nuovamente il suo sguardo, la pallottola sarebbe finita dritta sulla mia testa. E quindi eccomi qui. Voglio fermarla. Voglio farlo prima che faccia del male a qualcun altro.»
Restiamo in silenzio. Non avrei mai immaginato che un'uomo come Henry avesse passato momenti così bui della sua vita. Decido di rompere il silenzio. «Mi dispiace, Henry. Anche noi vogliamo la stessa cosa. Voglio dire, fermarla. Siamo stati suoi ostaggi e nessun altro deve soffrire. Vero, ragazzi?»
Scott e Stiles annuiscono comprensivi. Poi, Scott, prende parola. «Abbiamo un'amica che potrebbe aiutarci.» dice.
«Bene.» replica Henry alzandosi da tavola. «Non ci resta che escogitare un piano e azionarlo per la resa dei conti.»

Teen Wolf - La guardiana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora