S1: E7 "In trappola"

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EMMA

Quando mi sveglio, la stanza è buia. Riesco solo ad intravedere una luce sottile sotto la fessura della porta.
Mi alzo lentamente, cercando di reprimere il dolore alla testa. Dove mi trovo? Cos'è questo posto? Tasto con i palmi delle mani qualsiasi cosa possa darmi un po' di luce, ma invano. Mi abbandono contro il muro, cercando di pensare ad un possibile modo per uscire da questa situazione. Come sono capitata in questo posto? Dov'è Scott? E gli altri? Tasto con la mano destra le tasche posteriori dei jeans, alla ricerca del mio cellulare, ma invano. Me l'hanno sequestrato, merda.
All'improvviso, un rumore di pesanti passi si ferma dinanzi la porta. Gira la maniglia e spalanca l'uscio.
Un fascio di luce mi investe in pieno. Istintivamente mi ritraggo indietro, portando le ginocchia al petto.
Un'uomo tarchiato e tatuato mi guarda e un'altro spinge in avanti un ragazzo, il quale lo riconosco dalla voce.
«Isaac!» esclamo, non appena richiudono la porta.
Le luci della stanza si accendono.
Il mio amico e riversato a terra, ferito.
«Isaac, che ti è successo?» cerco di tirarlo su.
Il sangue gli sgorga dal naso, sporcandogli la maglietta. «Non preoccuparti.» boccheggia. «Guarirò.»
Scuoto energicamente la testa. «Non stai affatto guarendo! Devo fare qualcosa!» esclamo.
Mi alzo e contemplo la stanza. È più grande di quanto mi aspettavo. Vago alla ricerca di qualsiasi cosa.
«Emma.»
Mi volto in direzione di Isaac. È appoggiato al muro.
«Sembri Scott, sai?» sorride lievemente, nonostante i dolori.
«Perché dici questo?» mi inginocchio di fronte a lui.
«Sempre pronta a salvare i propri amici.» boccheggia.
«Già.» sorrido. «Non permetterò che ti facciano ancora del male.»
«Non sai di che cosa sono capaci.» Isaac guarda in direzione della porta. «Torneranno a prendermi.»
«No! Ricordi che cosa ti disse Derek? Qualcosa sul dolore, ma non riesco a ricordare.»
«Come fa un lupo mannaro a guarire? Con il dolore! Emma, presto! Devi trovarmi qualcosa di affilato.»
Annuisco e individuo uno specchio.
«Lo devo rompere prima.»
«Prendi quel tubo!» Isaac mi indica un tubo di metallo adiacente al muro. Lo afferro con tutte e due le mani e distruggo lo specchio.
Prendo una scheggia ben affilata e la porgo ad Isaac, il quale è diventato bianco come il lenzuolo.
«E va bene.» ansima.
Afferra la scheggia di vetro e se la ficca sulla coscia, urlando di dolore.

CHARLIE

«Com'è potuto accadere? Un'attimo fa erano qui e adesso, adesso...» frustrata, lancio i tacchi nel corridoio, camminando scalza.
«Li troveremo, vedrai.» Stiles raccoglie i miei tacchi e me li porge.
«Grazie.» dico sorridendo.
Il ballo continua e Stiles ed io perlustriamo tutto il corridoio, le aule e persino gli sgabuzzini.
«Niente. Non si trovano da nessuna parte.» mi avvicino alla finestra, all'interno della nostra classe.
«Charlie.» Stiles mi poggia una mano sulla spalla. Quel ennesimo tocco mi fa scaricare l'ennesimo brivido su per la schiena.
«Sì?» mi volto e lo guardo.
«Andrà tutto bene, vedrai.» mi rassicura.
Lascia scivolare la mano giù per il mio braccio, stringendo infine la mia mano.
Abbasso lo sguardo e vorrei che non mi lasciasse più andare.
«Lo spero.» sussurro.
Stiles fa un passo verso di me. Il suo dolce profumo mi inonda le narici.
«Te lo prometto.»
Alzo lo sguardo e i nostri occhi si incontrano nuovamente. Vorrei poter rimanere così per sempre, assaporando ogni momento che passo con Stiles. I dubbi che avevo sui miei sentimenti si chiariscono all'improvviso. Ero sicura che Stiles fosse la persona giusta.
«Stiles?»
«Mh?»
Mi avvicino di più e lui fa lo stesso. Le nostre labbra si incontrano all'improvviso, senza darmi il tempo di riflettere se sto facendo la cosa giusta.
Stiles mi passa le mani sui fianchi e io gli cinghio il collo con le braccia.
Quando ci stacchiamo, lui mi guarda intensamente. «Non sai quanto lo desiderassi!»
Scoppio a ridere e insieme, mano nella mano, andiamo alla ricerca dei nostri amici.
Scott è ancora il palestra, quando lo raggiungiamo. Stiles ed io continuiamo a tenerci per mano e Scott se ne accorge congratulandosi con noi.
«Sono contento per voi, ragazzi.» dice Scott, non appena raggiungiamo la jeep. «Emma non faceva che parlare di voi due insieme.»
Stiles sorride accende il motore e partiamo.
«Precisamente dove siamo diretti?» domando, seduta dietro.
«Da Derek. Forse lui sai che cosa è successo.» dice Scott, guardando la strada.
E mentre viaggiamo non posso pensare a meno di Emma ed Isaac. Dove saranno a quest'ora? Perché non rispondono al cellulare?
«Quello è Derek?» chiede Stiles, riducendo gli occhi a due fessure.
Una sagoma è stagliata al centro della strada. Stiles si avvicina e ferma la jeep nel momento in cui i fari illuminano il viso di Derek.
Scott abbassa il finestrino. «Derek abbiamo bisogno del tuo aiuto!»
Ma Derek non risponde, anzi. Cade a terra.
«Ma che diavolo?» Scott è confuso.
Un'uomo, tarchiato e tatuato esce allo scoperto impugnando un fucile nero.
Così lo seguono altri quattro.
«Siamo circondati.» dico terrorizzata.
Scott abbassa nuovamente il finestrino.
«Chi siete?»
«Uscite dalla vettura se non volete farvi del male.»
«Cacciatori?» domanda piano Stiles.
«Non lo so.» risponde piano Scott.
Facciamo come ci dicono e una volta fuori ci sparano un sonnifero. L'ultima cosa che ricordo prima di atterrare a terra, è una donna dai capelli rossi che esce da un'auto nera tirata a lucido.

EMMA

Isaac è tornato nuovamente come prima.
«E adesso che facciamo?»
«Non lo so. La porta è blindata.»
«Ci dovrà essere un'altro modo.»
Non voglio rassegnarmi. Mi alzo e contemplo nuovamente la stanza. Ci sono numerosi scaffali qua e là, niente di utile che faccia pensare ad una via d'uscita.
«È inutile, non c'è via d'uscita.» Isaac si alza e si guarda intorno.
«Hai notato che questo muro è l'unico rivestito in carta da pareti?» lo tasto alla ricerca di qualcosa.
«E con questo speri di trovarci una porta?»
«Almeno io ci provo.» dico continuando a tastare la parete.
Quando penso che tutto sia inutile, qualcosa di metallico attira la mia attenzione. Comincio a strappare la carta.
«Che cosa stai facendo?» Isaac guarda furtivamente la porta.
«Ci sto salvando!» do un'ultimo strappo. «Che ti avevo detto?»
«Impressionante.» Isaac guarda la porta di legno di fronte a noi.
«Andiamo!»
Apriamo la porta. Un corridoio in stile vittoriano ci conduce ad un'enorme sala dello stesso stile. Una musica classica accompagna il tutto.
«Ma dove siamo?» guardo il fuoco che scoppia allegramente nel camino.
«Deve essere uno scherzo.» Isaac mi guarda. «Dobbiamo trovare l'uscita e al più presto prima che scoprano che siamo scappati.»
Ma non gli dò ascolto. «Credo che lo sanno già.»
Isaac segue il mio sguardo, che è rivolto in alto al secondo piano.
«Vedo che vi siete accomodati bene.» dice una donna.
Siamo in trappola, penso.

CHARLIE

«Aiuto! Qualcuno mi apra la porta!» niente da fare. Nessuno mi ascolta.
La stanza è avvolta nel buio. Mi alzo a fatica vagando per un po'.
«Charlie! Charlie!» una voce proviene da l'altra parte del muro.
«Scott? Scott, sei tu?» mi appiccico alla parete per sentire meglio.
«Charlie! Charlie!» la voce continua a chiamarmi.
Picchio sulla parete con la speranza di riuscire a trovare un muro finto in cartone. E alla fine lo trovo.
Quando entro nell'altra stanza uno stereo e poggiato per terra al centro della stanza e continua a ripetere il mio nome. «Cosa...cosa sta succedendo?» mi domando.
«Argo, spegni lo stereo.» ordina una voce femminile.
Argo, l'uomo tarchiato e tatuato che abbiamo visto con il fucile in mano spegne l'aggeggio.
«Chi ha parlato?» chiedo, voltandomi a contemplare la stanza.
«Guarda in alto, Charlie.» dice la donna.
Obbedisco e alzo lo sguardo. È la donna che ho visto prima di perdere i sensi! Se ne sta oltre un muro di vetro.
«Chi sei? Dove sono i miei amici?»
«Ma quante domande!» ride la donna dai capelli lunghi e rossi. «Vuoi vedere i tuoi amici? Eccoli i tuoi amici.»
Un televisore a plasma, attaccato alla parete si accende.
Scott, Derek e Isaac sono incatenati al muro, mentre Stiles ed Emma sono rinchiusi dentro a delle gabbie.
«Ero indecisa se lasciare andare i tuoi due amichetti nella gabbia, dopotutto non sono loro che voglio.»
«E allora perché li tiene chiusi come animali?!» sbotto arrabbiata.
«Non si sa mai che plachino la fame ai miei cuccioli.» un sorriso maligno le si dipinge in volto.
«Cuccioli?» sono confusa e spaventata al tempo stesso.
Non può finire così. Chi è questa donna e perché ci vuole morti?
«Oh, quasi dimenticavo.» preme un pulsante e altre gabbie compaiono.
Stipati dentro quelle prigioni, ci sono dei mostri, tra l'essere umano e l'animale.
«Belli, non è vero? Peccato che non mangino da un po'»
«Chi è lei?» continuo a guardarla con disprezzo.
«Io sono la signora Dalaf, proprietaria di questa magnifica casa vittoriana e uno delle cacciatrici di lupi mannari e altre creature più temuta da tutti. E tu, Charlie, tu hai un potenziale nascosto. Scoprirò di che cosa si tratta e pertanto ti auguro buona permanenza.» detto questo si dilegua lasciandomi a bocca aperta senza una via d'uscita.

Teen Wolf - La guardiana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora