«Lo sai che è maleducazione origliare?»commenta ancora Louis.
«Io non-» tento ancora una volta.
«Cos'hai sentito?» domanda con tono autoritario.
«Insomma Louis lasciami parlare!» urlo.
Lui mi guarda con un sopracciglio alzato, le braccia conserte.
«Sono venuta a cercarti per congratularmi per il concerto. Non era mia intenzione origliare, come pensi. Non ho sentito praticamente nulla!» spiego alzando il capo.
Lui mi osserva e il suo sguardo cambia; da serio a preoccupato. «Stavi piangendo?» chiede posando una mano sulla mia spalla.
«Cosa? No!» dico forse troppo di fretta.
Lui mi guarda negli occhi: «Hai gli occhi lucidi e il trucco sbavato. Perché stavi piangendo?»
Non rispondo.
«Avanti vieni.» mi tira per un braccio e mi fa sedere su una delle sedie nel camerino.
Canzone: Before You Go - Lewis Capaldi
Prendo un respiro e cerco le parole per spiegare le mie lacrime. «Quando sono arrivata davanti la porta, ti ho sentito dire a tua mamma che le volevi bene e quanto vorresti che lei fosse qui. Ho pensato ai miei genitori e il resto lo sai.» mi prendo la testa fra le mani e sento gli occhi bruciare.
«Hai sentito solo questo?» chiede.
«Si, Louis. Cosa avrei dovuto sentire?»
Lui si alza iniziando a girare per la stanza
«No, nulla. Nulla di importante.»Lo guardo stranita non capendo a cosa sta alludendo.
Avrei dovuto sentire qualcosa?«Forza torniamo di là, tra poco ripartiamo.»
Louis apre la porta del camerino e io lo seguo. Cinque minuti dopo siamo sul bus, diretti verso la prossima tappa.•••
«Ti manca... ti manca molto?» chiedo a Louis.
«A chi ti riferisci?» chiede mentre espira il fumo.
«Tua mamma. Ti manca tanto?» sussurro.«Si, troppo.»
Sono le tre del mattino e noi due siamo ancora svegli. Confesso che "vivere", se così si può dire, in un tour bus è nauseante. Soprattutto per chi patisce la macchina. Ed io, ovviamente, sono in questa categoria di persone.
Ho scoperto che siamo diretti a Madrid e per ancora le prossime tre ore siamo in viaggio.«È da quando siete partiti per il tour che non la vedi, vero?» chiedo.
«Sono tornato a casa quando abbiamo avuto la pausa due settimane fa e sono stato a Doncaster per qualche giorno. Ho trascorso dei giorni con la mia famiglia e non lo facevo da un po' di tempo. Quando hai una carriera come questa è difficile vedere i tuoi famigliari. O almeno non spesso come prima.» nel suo tono sento malinconia e lo posso capire. Non deve essere facile passare mesi senza vedere la tua famiglia, stando in giro per il mondo. «A te invece?» chiede.
«Se mi mancano i miei genitori?» annuisce. «È complicato. Solo il pensiero di non poterli più rivedere mi ha mamdata in crisi. Cerco di farmi forte, ma sto scoppiando dentro. L'unica certezza che ho è che so che vorrebbero vedermi felice.»
Louis spegne il mozzicone della sigaretta nel posacenere e si avvicina di più a me. Appoggia i gomiti sulle coscie e incrocia le dita delle sue mani insieme. «Non hai mai pensato al fatto che un giorno li rivedrai? Lontano o vicino che sia?»
Effettivamente non ci avevo mai pensato.
«Onestamente no. Ma lo terrò in considerazione.» sdrammatizzo. Lui ridacchia.
È diverso rispetto a quando c'è Eleanor. È più gentile e cordiale. Ha il sorriso sulle labbra più spesso, al posto del cattivo umore quando c'è lei. Mi piace questa versione di Louis.
Magari mi piace per davvero.
«Sai quando ero piccola mio padre mi promise che un giorno mi avrebbe portata a Madrid. A distanza di anni sto andando lì. Solo che mancherà lui. E anche la mamma.» mi paralizzo a fissare il vuoto.
«Mi dispiace.» sussurra tristemente. «Lui sarà con te comunque. È parte del tuo cuore e un pezzetto di lui sarà sempre con te. Come di tua mamma. Anche se non lo vedi, loro sono accanto a te. Finchè tu porterai il loro ricordo con te.»
Sento di nuovo gli occhi bruciare. Non è un buon momento per crollare, ma ne ho bisogno. Mi mancano troppo.
Improvvisamente scoppio a piangere. Non avrei voluto davanti a lui e nell'arco di nemmeno ventiquattro ore è già la seconda volta.
Sento una mano sulla mia spalla e sento lo sguardo del moro.«Chen...» mi richiama.
«Louis...» mi giro a guardarlo.
«Vieni qui...» mi attira fra le sue braccia. Mi stringo a lui e lui non esita a stringermi a sua volta. La sua mano accarezza la mia schiena tentando di calmarmi. «Stai tremando.» mi stringe ancora di più.
Non so per quanto rimaniamo così. So solo che sto bene. Mi sento al sicuro.
Dopo un po' mi rimetto composta e mi asciugo le lacrime con le mani.
Rido quando vedo la sua maglia bagnata dalle mie lacrime.«Ti ho bagnato con le lacrime.» sbuffo una risata.
Lui si guarda la maglia e ridacchia a sua volta. «Già, ma non importa.»
Cala un momento di silenzio. Non so cosa dire, ma non è del tutto imbarazzante.
«Stai... meglio?» chiede dopo qualche minuto.
«Credo di si. Grazie.» mormoro insicura.
«Um, guardiamo qualcosa? Non ho voglia di dormire e non sonno, anche se può sembrare strano.» chiede.
«Si, va bene. Qualcosa di allegro, ti prego.» accetto.
«Pensavo ad un cartone animato, preferenze» chiede.
«Scegli tu non ho problemi.» mormoro.
Lui amnuisce e prende il computer. Lo accende e lo posiziona davanti a noi. Attacca il Re Leone e io rido.
«Scusa è il mio cartone preferito.» sorride.
«Non ci crederai mai ma è anche il mio.»
Mi guarda sbalordito ed io gli sorrido.
Mi metto comoda sul divano e così fa Louis.
A metà fim sento le palpebre pesanti e chiudo gli occhi.
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Change//l.w.t
FanfictionHo sempre vissuto in un piccolo paesino dell'Irlanda, Mullingar, dove tutti i paesani si conoscono. Dove c'è sempre silenzio se non qualche cinguettio. La mia vita è stata stravolta da un giorno all'altro, ritrovandomi così a vivere in una città di...