Sono passati alcuni giorni da quando ho litigato con Niall. E ho anche litigato con Louis per lo stesso motivo.
Sono sempre di cattivo umore e rispondo male a tutti. Tranne che a Perrie. Lei ha capito perché sto reagendo così e ha capito perché lo sto facendo. Anche lei è d'accordo con me, ovvero che sono grande abbastanza da poter fare le cose da sola; ma è anche d'accordo con Niall sul fatto di almeno avvisare, per evitare che loro si preoccupino.
Resta di fatto che la reazione di Niall era esagerata. Per non parlare di quella di Louis. Nonappena il concerto era terminato, Louis è stato il primo ad arrivare nel bus.
«Ma ti pare normale? Che cazzo hai in quella testa?» sbraita qualcuno. Il concerto deve essere appena finito, ma io non ne ho voluto sapere. Ho preferito passare la serata nel bus, piuttosto che non parlare con mio fratello tutta la serata.
Volto lo sguardo e noto che un Louis tutto bagnato fa capolinea davanti a me.
«Un'altra battaglia d'acqua con Liam, suppongo.» dico con non-chalance tornando a leggere il mio libro.
«Sto parlando di te, non di me. Mi vuoi spiegare che cazzo ti è saltato in mente questa mattina? Siamo in una città che nemmeno conosci, lo sai che ti potevi perdere?» alza le braccia e io capisco che la mia lettura si deve interrompere per qualche minuto.
«Giusto che tu lo sappia, al giorno d'oggi esistono i telefoni con una connesione internet. Se mi fossi persa avrei usato internet per tornare indietro o vi avrei chiamato.» rispondo.
Mi sto seriamente incazzando adesso.
«Già e se il tuo telefono fosse stato scarico, come avresti fatto?» chiede.
«Avrei chiesto informazioni, genio del male. Ma poi cosa importa a te Louis? Non sei nè mio padre, nè mio fratello. Non vedo perché ti scaldi tanto.» mi alzo.
«Ti potevi perdere, cazzo. Avrebbero potuto farti del male. E mi importa per il semplice fatto che sei la sorella di Niall.»
«Quindi per te il bacio di ieri sera non ha significato nulla. Buono a sapersi.»
«Sono fidanzato con Eleanor, Chen.»
«Davvero? Fino a ieri dicevi l'opposto.»
Lui rimane zitto non sapendo cosa dire.
Mi ha ferita la sua frase. Pensavo che per lui quel bacio significasse qualcosa, ma evidentemente mi sbagliavo.
Combattuta, e incazzata allo stesso tempo, mi alzo dal divano in pelle per prepararmi per andare a dormire. Mi stendo sotto le coperte e mi metto comoda.
«Non lo dico solo perché sei la sorella di Niall, ma lo dico per te. Che avresti fatto se ti fossi ritrovata in mezzo a qualche folla?» chiede Louis.
Sembra essersi calmato rispetto a quando è entrato.
«Cazzo, Louis, smettila! Non ho fatto nulla di male. Ero sovrapensiero e sono uscita per ristabilizzarmi. Lasciami in pace, cazzo!» grido dal letto.
Sono stufa di questa storia.
«Bene. Come vuoi.» dice freddo. Percepisco che è incazzato, ma sinceramente non me ne importa assolutamente nulla.
Quella è stata l'ultima frase che mi ha detto. Non ci siamo scambiati una parola da quel giorno. E così come per Niall. Non dover parlare con mio fratello mi fa male, non sono abituata a tenergli il muso.
Ora siamo in viaggio verso l'Italia. Sono di nuovo le tre, ma questa volta io sono da sola.
Odio patire i mezzi. È una delle sensazioni più brutte. Ti senti di rigettare anche quando non hai nulla nella stomaco.
Ho capito che osservare la strada è un buon metodo di distrazione, ma mi rendo conto di non essere più sola quando sento il materasso del divanetto abbassarsi.
Noto adesso che Louis si è alzato ed è affianco a me.«Sei... Sei sveglia.» balbetta. La voce roca.
«Già.»
La tensione si può tagliare con il coltello. Come si può notare la freddezza e il distaccamento nel mio tono.
Per qualche minuto, nessuno dice nulla, ma in fondo cosa dovremmo dirci? Ho capito perfettamente come mi vede lui. Mi vede semplicemente come una bambina. Come la sorella di un suo amico. Ma va bene così.
In fondo cosa dovrei aspettarmi?
«Stai patendo?» chiede, anche se sa già la risposta. Lo fisso per un momento e poi riporto lo sguardo sulla strada. «Va bene ho capito. Possiamo parlarne?»
Ma di cosa sta parlando?
«Parlare di cosa, Louis? Sono giorni che non parliamo. Sono giorni che ho capito come mi vedi. Ma va bene così, non ha assolutamente importanza. Tu mi vedi come la sorella del tuo compagno di band, io ti vedo come il compagno di band di mio fratello. È assolutamente normale. Non abbiamo nulla da dirci.» non stacco mai lo sguardo dalla strada. Anche se è buio, riesco comunque a distinguere i paesaggi.
«No, Chen, non è così. L'altra sera ho detto una cosa sbagliata. Non ti vedo come la sorella di Niall, ti vedo come una donna forte e indipendente. Ti vedo molto più che la semplice sorella di un mio collega, amico o qualsiasi altra cosa. Ti vedo molto più di questo. E non mi sono incazzato tanto per, mi sono incazzato perché ho avuto davvero paura a saperti là fuori, dove potevi perderti o avere un attacco di panico. E ho solo pensato che potesse essere solo colpa mia se tu eri uscita. Senza dire nulla.» dice.
Le sue parole mi colpiscono. Non pensavo avesse questa immagine di me.
«Ma tu hai ragione. Non sono nessuno per dirti che cosa puoi fare e cosa no. Sei grande e sei in grando di prenderti cura di te stessa da sola. Di scegliere per te da sola. Quindi perdonami, non era mia intenzione farti la paternale.» abbassa lo sguardo.
Non dico nulla, ma mi butto fra le sue braccia. Il mio abbraccio lo sorprende, ma ricambia poco dopo.
Nessuno dice nulla per un po' ed il silenzio non è imbarazzante.
«Scusami anche tu, Lou. Non volevo essere così aggressiva, è solo che non capivo i vostri punti di vista.» mi scuso.
«Non c'è nulla per cui tu ti debba scusare. È tutto a posto.» sussurra al mio orecchio.
Brividi percorrono la mia schiena.
Restiamo nella stessa posizione per un po'. Sento gli occhi farsi pesanti e cedo alla tentazione di restare sveglia e mi addormento.
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Change//l.w.t
FanfictionHo sempre vissuto in un piccolo paesino dell'Irlanda, Mullingar, dove tutti i paesani si conoscono. Dove c'è sempre silenzio se non qualche cinguettio. La mia vita è stata stravolta da un giorno all'altro, ritrovandomi così a vivere in una città di...