venticinque

1.7K 36 24
                                    

stroppiccio gli occhi, allungo una mano verso il letto e tocco una coscia, era eva.
sorrido e guardo dall'altro lato del letto e c'è aria che dorme ancora, le accarezzo la guancia e mi avvicino ad eva.
<<buongiorno amore mio hai dormito bene?>> mi allungo verso di lei.
mi sorride, vedo che muove la bocca ma non riesco a sentire ciò che mi dice.
<<eva non ti sento>> mi avvicino ancora di più.
la bambina inizia a piangere ininterrottamente.
<<eva! per favore parlami!>> mi agito.

di scatto mi sveglio, era sempre il solito sogno.
sta volta mi alzo per davvero, vado in bagno, mi lavo la faccia.
poggio le mani sul lavandino e rimango a guardare il mio aspetto: le occhiaie ben marcate, quasi nere.
non riesco a dormire, da quando eva se n'è andata non ce la faccio più.
ricordate quando le avevo detto che solo con lei non riuscivo a fare incubi e dormire sonni tranquilli? era vero, ora non chiudo occhio alla notte, forse per qualche ora.
aria è fin troppo brava, dorme abbastanza.

<<sei solo un cazzo di fallito>> getto l'asciugamano dentro il cestino della lavanderia con rabbia.
svegliai aria, si mise a piangere e corsi da lei.
<<ehi piccolina>> la presi in braccio ed iniziai a cullarla.
<<fa la brava su>> mi afferrò l'indice con la sua mano paffuta.
era bellissima, aveva la mia pelle olivastra, gli occhi azzurri, cristallini come quelli di eva.
ogni volta che mi guarda mi viene in mente la mia donna, tutti i momenti più belli che abbiamo passato insieme.
il suo sorriso, i suoi baci, le sue carezze, tutto di aria mi rimanda ad eva.
mi asciugo la lacrima prima che cada addosso a mia figlia.
le cambiai il pannolino la vestii con la medesima tutina che comprammo quel giorno, poi andammo in cucina e le preparai del latte.
si bevve una ciuccia intera, mangia tantissimo.
<<oggi andiamo da mamma>> le parlai mentre mi preparavo.
inizia a a fare caldo, optai per un paio di pantaloni da basket e una canottiera.
non uscii di casa non prima di aver messo il mangiare al cane ed al gatto e aver preso il ferro.
scendemmo, presi dal garage un passeggino e ci avviamo da eva.

<<hai visto che sole che c'è stamattina>> parlai ad aria.
lei mi sorrise come soglieva fare eva.
durante il viaggio le cantai alcune mie canzoni per farle un po' di cultura, alla fine sarebbe cresciuta in questo mondo, tra rapper.

trovai i miei per strada, decisero di venire con me.
<<lei sarebbe fiera mohamed di ciò che stai facendo>> mi accarezzò la spalla naha.
<<ma fra non facendo nulla di così eclatante, faccio il padre>> feci le spallucce.

il padre potevo fare anche il marito, l'uomo di casa.

sentii l'odore di sigaretta, mi voltai e aziz se n'era accesa una.
<<oh fra ma che cazzo fai? spegnila immediatamente>> indicai il passeggino.
sami scherzosamente gli diede un coppino.
<<come stai?>> si affiancò a me zaccaria.
<<come sto?>> lo guardai con sguardo vuoto.
<<mi manca zac, da morire, farei di tutto per riaverla qui>> sentii la gola stringersi, come lo stomaco e gli occhi pizzicare.
non rispose, era consapevole che io sono uno che preferisce il silenzio che stupidi incoraggiamenti.
si fermò e mi abbracciò, l'unica cosa di cui avevo veramente bisogno.
mi sentivo solo anche se non lo sono.
<<ti voglio bene fra, non sei solo ricordatelo>> mi sussurrò nell'orecchio leggendomi nel pensiero.
mi staccai e annuii guardandolo.

<<ne pleure pas maintenant, sois gentille>> le accarezzai la guancia prima di entrare nel cimitero.
eva riposava a terra, in un prato, le piaceva molto passare interi pomeriggi sdraiata nei prati fioriti.
mi avvicinai alla sua foto, mi inginocchiai, mi baciai la mano e la passai sopra la sua foto.
quella foto gliela scattai io, aveva il sole in faccia e i suoi occhi le brillavano, era così bella.

<<guarda chi ti ho portato oggi>> presi in braccio aria e mi abbassai all'altezza di eva.
<<i dottori sono riusciti a farla nascere, dicono che è miracolo che lei sia sopravvissuta>> sorrisi tristemente.
<<però lei sta bene, molto bene, una volta alla settimana la porto a fare visite e dicono che è molto forte>> mi schiarii la voce.
<<mi manchi da morire amore mio, la casa è vuota senza di te>> risposi aria nel passeggino e mi inginocchiai di nuovo.
rimasi in silenzio per qualche altro instante, nel mentre copiose lacrime mi rigavamo il volto.
<<lei non vorrebbe vederti così mohamed>> mi parlò omar.
mi alzai lo guardai e piansi disperatamente.
omar non esitò stringermi a se.
<<è tutta colpa mia>> scossi la testa.
<<non potevi saperlo>> mi accarezzò la schiena.
<<potevo evitarlo>> mi strinsi ancora di più a lui.
sentivo il suo battito accelerare.
non rispose.
<<andiamo dai>> mi strinse la spalla forzando un sorriso, i suoi occhi erano lucidi.
guardai tutti, alcuni piangevano silenziosamente, altri trattenevano le lacrime.
<<andiamo>> mi asciugai le lacrime con i polsi.
<<ciao eva>> compii la testa azione che feci non appena arrivai.
<<ti amo>> guardai il cielo.
erano appena le sei di mattina, ed il cielo era colorato con sfumature che variavano dal rosa, al rosso.
era eva, ne ero sicuro.
notai che una nuvola aveva la sagoma simile ad un giglio, il fiore preferito della mia donna.
sorrisi debolmente e uscimmo dal cimitero.
improvvisamente mi venne in mente la prima volta che la vidi.
se potessi tornare indietro nel tempo compierei mille reati pur di incontrala ma farei di tutto per convincerla di stare a casa quel pomeriggio.

eva, ti ricordi quando eravamo niente?

🎨ciaoo, come state?
con molto dispiacere vi comunico che la storia è terminata.
vi ringrazio per tutte le visualizzazioni, i voti ed i commenti che avete lasciato in ogni capitolo.❤️
mi sono divertita moltissimo nel scrivere questa storia.
un abbraccio❤️

ti ricordi quando eravamo niente?// simba la rueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora