9 Your body language, speaks to me

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T/n pov (prima della discoteca)

Uscii altamente incazzata dalla camera di Bakugo. Ero venuta per fumarmi un drum e conversare con lui, ma poi ha iniziato a darmi della drogata di merda e ad insultarmi.

Che è vero. AHAHAH
Sono una drogata, ma non puoi dire certe cose a una persona che non conosci.

Camminai a passo svelto, agitando le braccia avanti e indietro, oltrepassando la camera di Kaminari e arrivando a quella di Todoroki, la quale porta era semiaperta.
Avvicinai il mio occhio.
Attraverso quel piccolo spazio, dal quale fuoriusciva della luce, c'era todoroki seduto su uno sgabello intento a...dipingere?

Per sbaglio mi mossi leggermente in avanti, toccando la porta che emise un suono stridulo.
Lui si voltò di scatto, togliendosi le cuffiette dalle orecchie. Merda, ormai mi ha vista.

"Chi è?"
Aprii lentamente la porta, rivelando la mia figura con le gote leggermente arrossate ma con comunque quel velo di sicurezza negli occhi.

Rimase stupito al vedermi, tanto che mi squadrò con le sopracciglia aggrottate dall'alto verso il basso, inclinando la testa a sinistra.

"T/n che ci fai qua? Non sei al piano di sotto tu?"
"Non sono affari tuoi"

Le maniche della sua maglia erano tirate su ai gomiti, facendo spiccare i suoi avambracci venosi e grandi. Le sue mani erano sporche di pittura di vari tipi di verde, mentre le sue dita tenevano i pennelli in modo, a me, visto come sessuale.
I suoi capelli erano scompigliati e il suo volto era così candido, innocente e puro come quello di un angelo; distinto dagli altri per i suoi occhi bicolore e per la sua evidente bruciatura.

Sul cavalletto davanti a lui stava dipingendo un oceano non ancora finito.

Sul cavalletto davanti a lui stava dipingendo un oceano non ancora finito

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(Non l'ho trovato non finito, però è questo)

Lui vide che stavo fissando il suo dipinto.
"Ti piace?"
Misi da parte la mia strafottenza per una volta
"Si"
Un filo di timidezza nella mia voce tradii la mia solita sicurezza.
"Se vuoi puoi entrare"

Feci un passo in avanti, ma rifiutai quella strana idea che mi venne in testa di andare veramente dentro la sua stanza. Riportai il piede allo stipite della porta, insieme all'altro.
"Non posso, ho un impegno"

Mi voltai, chiusi la porta e iniziai a incamminarmi verso camera mia, senza lasciare tempo a Todoroki di rispondermi.

T/n pov (dopo la serata con Dabi)

I miei occhi si aprirono lentamente. Mi stropicciai gli occhi con le mani e rimasi a fissare la luce che filtrava tra le ante della finestra quasi chiuse. Mi voltai alla mia destra e solo lì, mi resi conto di non essere nella mia camera.

Cazzo.

Dabi era sdraiato di lato, dandomi a vedere la sua schiena imponente e muscolosa caratterizzata dalle sue grandi cicatrici scure. Mi sedetti sul letto, cercando di non fare alcun rumore.

Un brivido mi percorse il corpo, facendomi rabbrividire. Ero ancora nuda sotto le coperte.
Iniziai a cercare i miei indumenti con lo sguardo, ma essendo buio faticavo molto. In più chissà dove cazzo erano stati buttati.

Trovai le mie mutande sotto le coperte e me le infilai velocemente senza alzarmi dal letto.
Poco più distante dai miei piedi trovai il mio reggiseno. L'aria nella stanza era sporca e non faceva neanche freddo, tutto ciò mi dava un senso di nostalgia, soprattutto perché ero nell'appartamento di Dabi; di nuovo.

"Mmmh"

Sentii dei fruscii e le coperte spostarsi dietro di me. Dabi si era svegliato.
Si voltò verso di me, rimanendo sdraiato. Io non mi voltai e continuai a cercare la mia tutina con lo sguardo, seduta sul bordo del letto.

"T/n...te ne stai già andando?"
Non risposi.
Lui si alzò, sedendosi dietro di me e, prima che potessi alzarmi per prendere la mia tutina, mi afferrò per l'addome con il braccio destro facendomi sedere istantaneamente.

Lentamente portò la sua mano sul mio fianco, senza staccarsi dalla mia pelle durante il movimento, come se ne fosse dipendente.
Si avvicinò con tutto il suo corpo dietro di me, allargando le gambe per metterle vicino alle mie in modo da circondare completamente il mio corpo.
Presto giunse anche la sua mano sinistra che si posò tenuemente sull'altro mio fianco.

Le sue mani mi accarezzavano la pancia, la vita e fianchi, mente la sua bocca si concentrava sul mio collo. Mi lasciava baci umidi e languidi sul mio collo, creando una striscia che partiva dalla spalla a inizio orecchio.

"Non mi lasciare, T/n"
Merda, è incredibile che mi faccia ancora quest'effetto, anche se di meno.

Appoggiai le mani sulle sue, intente ancora a blandirmi, e appoggiai la testa all'indietro sulla sua spalla, dandogli più spazio per baciarmi.
Continuò a baciarmi senza smettere.
Mi piacevano i suoi baci e mi piaceva il momento in sè, ma non potevo rimanere ancora lì.

"Dabi, devo andare..."

"Mmm, ancora un altro po'"
Mormorò sulla mia pelle.

Mi sentivo minuta, indifesa e debole comparata al suo corpo, come se potesse farmi quello che gli pareva e io non potevo controbattere; eppure mi sono sempre sentita protetta e amata quando stavo con lui.

Non posso rimanere un altro secondo qui, ho già commesso un errore ad andare a letto con lui.

"No Dabi, devo andare"
Staccai le sue mani dal mio corpo, cosa che lo fermò dal darmi tutti quei teneri baci.

Espirò rumorosamente e si allontanò definitivamente da me, sedendosi sul letto e appoggiando la schiena al muro con le gambe distese sulle coperte.
Finii di vestirmi sotto lo sguardo di Dabi che si accese una sigaretta.

Non smetteva di guardarmi. Di solito ero brava a capire cosa dicevano le persone o le loro emozioni attraverso gli occhi o anche qualsiasi particolare del corpo; ma stavolta, seppur conoscendo già Dabi da un po', non sapevo se fosse arrabbiato o triste.

"Io vado"
Lo guardai in cerca di sguardi supplichevoli, ma nulla. Era freddo e sembrava non gli importasse nulla di me.
"Ciao"

Mi voltai per andarmene, ma venni bloccata da una mano grande che mi afferrò il polso, stringendomelo.

Dabi si alzò dal letto rivelando il suo corpo da dio greco con addosso i boxer. Il suo corpo si innalzava di fronte al mio, rendendolo quasi insulso per quanto piccolo risultasse. Sarebbe perfetto per fare il bodyguard.

Mi teneva saldo il polso fino a farmi male. I suoi occhi azzurri risplendevano nel buio e mi guardò con aria di sfida. Portò la sigaretta, che teneva salda con due dita, alla sua bocca, aspirandola.

Dio, basta vedere tutto come cose sessuali, T/n, smettila.

Prima che me ne accorgessi, le sue labbra screpolate erano sulle mie. Dopo un piccolo contatto tra le nostre lingue, Dabi si staccò e dalle mie labbra uscì del fumo derivato dalla sua sigaretta.

Restammo a guardarci in silenzio, spezzato dai nostri respiri poco affannati. Le sue dita passarono dal tenermi il polso, all'incrociarsi con le mie.

"Torna da me qualche volta, T/n"
La sua voce era silenziosa e roca, segno che si era appena svegliato.

Non risposi, sciolsi il contatto con le nostre dita lentamente e mi voltai.
Lasciai il suo appartamento malridotto, con ancora alcune nostre foto sparse per terra, sotto il suo sguardo sorprendentemente triste.

Ma lui non si mosse per fermarmi, come se non gli importasse.

Eppure Dabi, il linguaggio del tuo corpo parla sopra le intenzioni che mi vuoi mostrare.

Opposti che si attraggono (shoto x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora